Capitolo 43: human parts

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Canzoni per il capitolo:
All about Angels - Birdy
I hate you, I love you - Gnash (feat Olivia O'brien)
Jelous - Labirinth

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Deve essere forte, sul serio, il dolore provocato da un proiettile.

Le ginocchia urtano il pavimento e cado scompostamente a terra, mentre sento un bruciore improvviso all'avambraccio.
Il mento sbatte contro il parquet e la testa mi gira per qualche secondo.

Punto quindi le mani sul pavimento e mi tiro a sedere a forza, aprendo gli occhi che non mi ero accorta di aver chiuso.
Inspiro ed espiro fortemente, sentendo l'aria nei polmoni.
È tutto a posto. Sono viva. Sento dolore e sono viva.

Inizialmente vedo tutto sfocato, mentre il punto in cui sento dolore sul braccio non smette di darmi fastidio.
Poi riconosco una figura familiare che mi si avvicina e non posso fare a meno di fare una smorfia.
Vorrei urlare, ma non ne sono in forze, perciò dalla mia gola esce un rantolo soffocato.
Lentamente il battito del mio cuore torna regolare e i rumori intorno a me prendo vita.
"Grace?"
Qualcosa nella voce di Devin mi dice che non è la prima volta che mi chiama.
Alzo lo sguardo su di lui: è accovacciato davanti a me, in tenuta e stranamente completamente bagnato fradicio dalla testa ai piedi; i suoi capelli gocciolano sul pavimento e le sue ciglia lunghe e bagnate sono ancora più belle.
Decido di guardare il pavimento, perdendomi nelle macchioline nel legno.
"Dannazione..." Dice serio "togliti il maglione."

Sposto il mio sguardo sul braccio, dove il proiettile ha lacerato la lana. Faccio come mi dice, sfilandolo lentamente. La maglietta a maniche lunghe che ho sotto è macchiata di sangue nello stesso punto dove la maglia era lacerata.
Le mani di Devin mi sfiorano il polso e mi irrigidisco, mentre inserisce le dita nella manica e inizia a strapparla.
Mi stupisco di quanto sangue ci sia, per una ferita piccola come quella provocata.
"Cos'è successo? E perchè sei qui solo ora?" Chiedo, guardandolo mentre osserva il mio braccio.

"Se sei viva è grazie a me. Il proiettile mirava al tuo petto, non a sfiorarti l'avambraccio." Dice, leggermente seccato, senza distogliere lo sguardo dalla mia ferita.
"E poi non sono a comando, Grace. Ho sentito che avevi bisogno del mio aiuto pochi minuti fa, vuol dire che prima te la sei cavata bene da sola." Aggiunge, mentre strappa definitivamente la manica e la divide in piccole fasce.

Alzo lo sguardo sulla stanza per la prima volta, e mi accorgo del corpo accasciato contro il muro dell'uomo che mi aveva sparato. Amberly è in un angolo, a gambe incrociate, e mi fa un cenno.
"Se n'è andato." Mi dice, riferendosi al ladro con cui l'avevo vista picchiarsi prima "Ha lasciato qui gli altri due." Dice con una smorfia.

Torno di nuovo a guardare Devin: da bagnata la tenuta gli aderisce più del solito al petto e sulle gambe, così da lasciarmi intravedere la forma anatomica dei suoi muscoli.
Oh.

Ma perchè è bagnato? Non mi sembrava che fuori piovesse, pochi minuti fa.
Lui sembra abbia passato un vero e proprio acquazzone.

"Qualcuno avrà chiamato la polizia." Dico, una volta che la mia fasciatura improvvisata è terminata. Il sangue non esce più, e mi sono accorta che il proiettile mi ha effettivamente solo sfiorata.
"Ci penso io." Dice Amberly, alzandosi in piedi "Mi invento una scusa e li mando via."
"Sarebbe meglio andassi io." Devin la blocca "Hai un livido in faccia abbastanza sospettoso." Le spiega.
"Chi se ne frega." Amberly lo guarda storto "Che si facciano gli affari loro. Meglio se tu resti con Grace e magari ti occupi di loro due." Conclude, indicando i ladri incoscienti.
Devin annuisce, un po' riluttante, e si alza.

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