Capitolo 51: your mind played hard

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Dopo un momento di incredulità piuttosto prolungato, passo alla fase in cui apro freneticamente la porta di casa e mi fiondo in lacrime tra le braccia del mio migliore amico.
Non riesco a determinare la sua espressione, perchè l'unica cosa che vedo è la sua maglia su cui ho spiaccicato il viso e che sto inzuppando delle mie lacrime.
Non so perchè sto piangendo, ed è strano. Ma credo che tutte le volte in cui oggi ho trattenuto le lacrime siano sfociate in questo momento, dove, troppo sorpresa, non ho saputo resistere.

Dopo qualche secondo sento le sue braccia toccarmi delicatamente le spalle e spingermi indietro. Mi guarda e mi si stringe il cuore, mentre una strana e indecifrabile situazione inizia a crescere dentro di me.
Mi lascia un veloce bacio sui capelli, per poi guardarmi confuso.
"Stai piangendo?" Mi chiede semplicemente, con un sorrisetto sulle labbra, solo per prendermi in giro. "Andiamo Grace, la Francia era così brutta?"
È così ironico che questa sia la prima cosa che mi dice dopo un mese che non ci vediamo, che riesce a strapparmi un sorriso, mentre scuoto la testa.
Ma dopo solo un paio di secondi il mio pianto diventa più accennato, dato che ho realizzato che dovrò mentire a faccia a faccia con una delle persone a cui tengo di più.
Mi copro la bocca con una mano, cercando di scacciare il peso che sento nel petto: ci riesco per qualche secondo, quel tanto che basta per smetterla di singhiozzare inutilmente.
Sono stanca di mentire. Non voglio farlo anche con lui.
Ho bisogno di confidarmi con lui.
Ho bisogno di raccontare tutto a qualcuno.
Ma c'è qualcosa che sta provando a bloccarmi nel farlo, facendomi corrodere dentro per l'indecisione.

"Entriamo." Dice il ragazzo, salvandomi dai miei pensieri "Mi devi spiegare perchè sei a casa tua e non ancora a Bordeaux."

Una decina di minuti dopo sto stringendo una tazza di The tra le mani, seduta sul divano con le gambe incrociate, al fianco di Ethan, che sta scrivendo qualcosa al cellulare.
Non posso ancora credere che sia qui, accanto a me.
Perchè è qui, se non per rivedermi?
Da quello che so, lui era convinto di non trovarmi in città, figuriamoci a casa mia.

Ne approfitto per osservarlo, concentrato sullo schermo, e una strana sensazione mi accoglie, facendomi venire un leggero mal di testa.
"Allora?" Alza finalmente lo sguardo "Sono sul serio confuso. Necessito spiegazioni."
"Anche io: perchè sei qui?" Svio la sua domanda con un'altra, cercando di rimandare la mia decisione sul raccontargli tutto a più tardi.
"Non funziona baby, ho chiesto prima io."

Sbuffo, massaggiandomi le tempie.
"Ethan io..." Prendo un bel respiro "Io non sono... andata in Francia." Dico, pentendomi subito dopo di averglielo confessato.
Mi sento più leggera, questo è vero, ma ora come giustificherò la mia assenza?
Mi viene da piangere.
Lui mi osserva concentrato, per poi alzare gli occhi al cielo. "Ah-ah, molto divertente!"
"Già." Faccio una smorfia.
Non lo è affatto scemo, è la verità!

"Digli tutto Grace. È il tuo migliore amico! Ti crederà, non ti penserà pazza. Ti farà bene parlarne con qualcuno, non sei stabile!" Mi sussurra la mia io interiore, mentre cerco di ignorarla.
"Non puoi." Ecco un'altra voce della coscienza, più forte dell'altra, ma più dolorosa. "Sai che non puoi. So che senti dentro di te la certezza di dover riuscire a nasconderglielo.

Non puoi.
Non puoi.
Non posso.
"Prevedevano temporali forti domani mattina, perciò, per non rischiare, abbiamo preso il primo volo precedente che era disponibile. Abbiamo dovuto anticipare la partenza di un giorno intero, ma sono sollevata: ho paura di volare, come sai. Figuriamoci con un temporale!" Dico frettolosamente, cercando di guardarlo negli occhi.
Devin mi ha insegnato che chi mente tende a guardare in alto a sinistra e ad evitare lo sguardo della persona con cui parla.
Mi sforzo di sorridere ad Ethan, piena di sensi di colpa per la colossale bugia che gli sto raccontando.
"Capisco..." Dice soprappensiero "Beh, mi dispiace! Ti sei persa un giorno intero in Francia."
La Francia... Quanto vorrei esserci andata sul serio.

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