Capitolo 10: Party and fears

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"Ethan." Dico disperata "Se hai così paura di bagnarti la camicia, toglitela, santo Dio!"
"Per questo sei mia amica..." Dice iniziando a sbottonarla. "Per la tua astuzia."
"Lo so. Compenso quella di cui tu sei sprovvisto."
Mi raddrizzo il turbante fatto sulla testa con l'asciugamano e tiro su le maniche. Hero mi guarda curioso all'interno della vasca da bagno.
"Non ho mai lavato un cane." Ammetto.
"Neanche io."
"C'è sempre una prima volta." Alzo le spalle,  girandomi quando lo vedo trafficare con i pantaloni.
Perché diamine se li sta togliendo?
"Beh..." Dico, presa alla sprovvista "Quelli li puoi anche tenere."
"Sto più comodo senza." Mi sorride e io scuoto la testa.
"Chissà cosa penserebbe mio padre se—"
"Non rompere il cazzo." Mi interrompe bruscamente. "Ti sto offrendo una visione del mio corpo perfetto. Gratis, per lo più."
"Oh!" Fingo di svenire. "Chissà quante povere fanciulle morirebbero per essere al mio posto."
"Dici bene." Sorride, poi si avvicina al bordo della vasca. "Iniziamo?"

In qualche modo riusciamo a lavare e ad asciugare Hero — preso completamente alla sprovvista — evitando di bagnarci entrambi, e con una certa nota di divertimento.
Alla fine il cucciolo, il pelo sparato in tutte le direzioni, sembra un realistico, spettinato peluches.
"Sai..." Dico a Ethan, spazzolandomi i capelli dopo averli finiti di asciugare. "Tuo padre mi ha inviato una tua foto, poco fa."
Lui, che prima se ne stava stravaccato comodamente sul mio letto, scatta improvvisamente a sedere.
"Che cosa?!"
"Sì." Ridacchio "Sei tu travestito da Dracula quando avevi sei anni."
"Fa vedere!" Mi raggiunge in bagno e afferra il mio telefono sbirciando tra i messaggi.
Guardo la foto con lui e scoppio a ridere come la prima volta.

Guardo la foto con lui e scoppio a ridere come la prima volta

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"Che bambino con stile." Ride, osservando la fotografia.
"Eri dannatamente dolce e carino." Aggiungo, pizzicandogli la guancia. "Perchè ora sei così bruttino?" Gli chiedo, con una finta espressione schifata.
"Solo i disagiati e i poveri di autostima si rifugiano nell'insulto altrui." Mi risponde beffardo.
"Oh e senti questa: solo chi non ha mai niente di suo da dire, parla a proverbi."
"Faceva cagare." Mi riprende.
"No, affatto."
"Vogliamo vestirci?" Mi chiede impaziente, cambiando discorso. "Muoio dalla voglia di mostrarti i miei canini."

Il mio abbigliamento non prevede nulla di speciale: un top nero e una gonna corta ricoperta da uno strato più lungo semi trasparente. Mi vesto, poi indosso dei calzini brillantinati e il mio paio di stivaletti neri.
Ho comprato anche delle finte, e vertiginosamente lunghe, unghie nere, che applico sulle mani. Infine preparo i canini, pagati una marea di soldi.
Prima di applicarli mi spalmo una bella dose di cipria sulla faccia, faccio una linea pesante con la matita nera e aggiungo un rossetto rosso scuro. Sorrido al mio viso troppo truccato e mi giro per osservare Ethan: sta davvero bene nella sua camicia bianca leggermente sbottonata e nei soliti jeans neri. Quando mi sorride a sua volta, rimango sorpresa vedendo due denti affilati spuntare dal suo labbro superiore.
Sembrano veri.
"Sono perfetti!" Urlo e mi precipito a farmi aiutare per sistemare i miei.

Alle nove precise usciamo di casa.
Ethan mi mostra fiero la sua prima macchina: nera e lucida, d'epoca e senza neanche un graffio. Sono sbalordita.
"Quanto l'hai pagata?" Gli chiedo sconvolta, sistemandomi sul sedile davanti. "E dove l'hai trovata?"
"Sai Grace, ti ricordo che lavoro in un negozio di auto d'epoca."
Quando parla, i canini finti rendono il suo sorriso meno familiare.
"Giusto." Affermo abbassando il finestrino. "Allora fammi vedere come guidi!" Esclamo.
Ethan ha appena preso la patente. Ovviamente non ha perso occasione di ricordarmi che sarebbe ora la facessi anch' io.
"A mio parere..." Inizia, accendendo il motore. "Non mi meritavo affatto il brevetto di guidatore sicuro."
"Ethan..." Lo guardo preoccupata.
"Sentirai che motore." Afferma, un secondo prima di partire a tutta velocità.

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