Capitolo 8: Plans

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Venerdì pomeriggio arriva in un attimo.
Ethan ha accettato di accompagnarmi per insegnarmi la strada e io ho lasciato a malincuore Hero a casa da solo, sperando vivamente che non crei un putiferio.
La strada che facciamo per arrivare al maneggio non è poi così lunga come avevo creduto: in soli venti minuti imbocchiamo un viale di ghiaia poco lontano da Londra, ma già immerso completamente nella campagna.
Il maneggio è più grande di quello che avevo creduto ed è situato in un posto meraviglioso, ricoperto da erba verdissima.
"È stupendo qui." Dico a Ethan, togliendomi il casco e infilandolo su per il braccio. "Capisco perché ti piaccia venire."
"Già..." Mi risponde soprappensiero, scrutando le dolci colline verdi in lontananza. "Ti passo a prendere alle sei e mezza?"
"Sì, dovrebbe andare bene, grazie. Non vieni a salutare tua zia?"
Lo guardo scuotere la testa. "Ho delle cose da fare in città."
Alzo le spalle, lo saluto con un veloce abbraccio e mi incammino verso il centro del maneggio.
"Aspetta!" Mi urla dopo pochi secondi. "Vieni qui."
Mi giro verso di lui: i suoi occhi sono fissi su qualcosa alle mie spalle. Lo raggiungo confusa.
"Ok, vedi quel tipo laggiù?" Mi chiede, indicandomi una sagoma che sta uscendo dalle scuderie portando un cavallo nero.
Annuisco. "Si chiama Bryan." Mi spiega. "Tu fidati di me se ti dico che è un gran coglione viziato. E ti prego Grace, ti prego: evitalo."
Sono sorpresa dal suo ammonimento e dalla disperazione che ha usato in quelle parole, soprattutto perché so che Ethan mi ha sempre considerata una che sa valutare le persone da sé.
"Va bene." Affermo poco convinta. "Come vuoi."
Senza dire altro, il mio migliore amico mi fa un mezzo sorriso forzato, accende la moto e ritorna da dove è venuto.
Io, invece, mi incammino pensierosa verso le scuderie, diretta a cercare la House Room.
Alla mia destra, Bryan sta lasciando le briglie del cavallo ad un uomo davanti al recinto e si abbassa per allacciare qualcosa sugli stivali.
Distolgo lo sguardo e cammino tra i vari box esterni, di cui più della metà sono vuoti.
L'ultimo sulla destra ospita uno stallone meraviglioso: grigio e alto, molto proporzionato ma anche altrettanto irrequieto. Non resisto alla tentazione di accarezzarlo, così mi avvicino lentamente, sorridendogli; lui soffia dalle narici e scuote il muso. Allungo una mano, aspettando che si abitui alla mia presenza. Finalmente, dopo qualche secondo che lo osservo tranquillamente, accosta il muso alle mie dita, dandomi così il permesso di passare la mano sul suo muso, e perfino sul pelo liscio e caldo del collo.
"Strano." Sento una voce sconosciuta alle mie spalle. "Morde sempre tutti."
Mi giro di scatto, come riemersa da un sogno ad occhi aperti, e rimango ad osservare il ragazzo davanti a me. Capelli castani chiari, divisa da equitazione, viso scolpito e muscoli delle braccia ben visibili attraverso la maglietta.
"Ah." Cerco di sorridere. "Tu devi essere Bryan."
"Ci conosciamo?" La sua espressione è confusa.
"No, affatto." Replico "E per la cronaca, a me questo cavallo sembra solo un po' nervoso, tutto qui. Credo abbia bisogno solo di un po' di stabilità, cosa che probabilmente non gli può dare il suo padrone. È talmente bello..." Mi interrompo, accorgendomi che ho parlato senza filtrare le informazioni.
Lui si accorge del mio imbarazzo e scoppia a ridere.
"Sei davvero forte." Dice, sorprendendomi.
Incrocio le braccia, arrossendo e abbassando lo sguardo.
"Starai cercando Giusy." Mi dice, con un bel sorriso "Vieni, ti accompagno."
Mi chiedo perché si prenda la briga di farlo, quando è chiaro che ha ben altro da fare.
Ethan mi ha chiesto di stargli lontana.
Ma mi sta solo offrendo un favore!
Dò un ultima occhiata al cavallo, poi corro dietro Bryan.

"E qui c'è la selleria..." Mi indica Giusy, vari minuti più tardi, mentre concludiamo il nostro giro di orientamento.
"Le cose vanno sempre pulite prima di essere rimesse in ordine." Specifica.
"Dato che hai già conosciuto Bryan, devi sapere che sarà lui la persona a cui farai riferimento per qualsiasi domanda o difficoltà che avrai i primi giorni."
Gli scherzi del destino.
"Capito." Annuisco cercando di sembrare convinta.
"È un eccezionale cavaliere e conosce questo posto quasi meglio di me." Sorride.
"Quanti anni ha?" Chiedo, ancora una volta senza pensare prima di farlo.
"Credo pochi anni oltre la ventina." Mi sorride curiosa. "Ma ora, passiamo al riepilogo di ciò che dovrai fare e le informazioni principali."
Mi preparo ad ascoltare.
"I giorni in cui lavorerai, come d'accordo, saranno il martedì, il giovedì e il sabato." Annuisco. "Gli orari non saranno strettamente precisi, ma ti prego di essere puntuale. Dalle quattro e mezza alle sette durante la settimana, e il sabato invece è orario libero. Mi spiego meglio: potrai venire qui dalla mattina alle nove, fino alle 7 di sera; potrai stare quanto vuoi e organizzarti i compiti, l'importante è che li svolgi tutti."
"Come faccio a sapere cosa devo fare?" Le chiedo.
"Sono una donna ritardataria, ma molto schematica. Ogni giorno troverai un foglio appeso alla bacheca con tutti i tuoi compiti. Piano piano saprai cosa fare da sola, ma per ora avrai tutto sotto mano."
"Ottimo." Annuisco.
"Mi confermi che sai svolgere più o meno tutti i tipi di lavori legati alla cura di un maneggio o di un cavallo?" Mi chiede, appoggiando la penna che ha in mano sulle labbra.
"Sì, esatto."
"Bene, in ogni caso sai a chi chiedere. Potrai avere libero accesso alla House Room e alla piccola cucina lì accanto. Preparati in qualsiasi momento tu voglia una bevanda o quello che desideri. Per quanto riguarda il tuo stipendio..."
Uh, punto critico.
"Sono piuttosto democratica, perciò dimmi pure se vuoi un aumento, o qualsiasi cambiamento desideri e io vedrò se accontentarti. Per ora la paga prevista sarà di 500 sterline mensili." Mi squadra, osservando la mia reazione.
Butto fuori l'aria.
"Va più che bene." Dico soddisfatta.
È molto di più di quanto speravo!
"Benissimo allora! Ci vediamo domani!"
"Grazie Giusy." Le stringo la mano amichevolmente e la guardo allontanarsi.
Poi dò un'occhiata all'orario: sono solo le sei, Ethan arriverà tra mezz'ora.
Decido di andare a fare un giro per ambientarmi ulteriormente e in qualche modo mi ritrovo di nuovo davanti al box del cavallo grigio.
Ci stiamo semplicemente osservando a vicenda, quando dei passi leggeri risuonano alle mie spalle. Bryan non si presenta, non preannuncia niente, nemmeno il suo arrivo, semplicemente inizia a parlare.
"Si chiama Stardust. Polvere di stelle. Il suo padrone era un uomo ricco." Mi spiega, affiancandosi a me. "Lo ha comprato poco dopo la sua nascita, riconoscendolo già come un potenziale campione."
Giro la testa verso di lui, sorprendendolo ammirare l'animale con una strana intensità negli occhi.
Inutile negarlo, Bryan è bello. Ma c'è qualcosa nei suoi lineamenti, nel suo modo di fare e nella sua espressione, che mi fa pensare ad una bellezza cruda. Un fascino di certo non inconsapevole, probabilmente sfruttato troppe volte. Qualcosa di oscuro.
"Lo ha cresciuto, allevato, amato. Nell'ultimo periodo della sua vita però ha scelto i nipoti e la famiglia e lo ha completamente abbandonato a noi. È morto poche settimane fa, lasciandoci un bellissimo stallone da mantenere in autonomia, che non possiamo utilizzare per le lezioni perché ha un carattere troppo delicato."
"È davvero un peccato." Gli dico tranquillamente, ma sinceramente dispiaciuta.
"Lavora molto bene, dovresti vederlo." Dice con una nota di malinconia e inizio a chiedermi se è il caso di abbassare i pregiudizi su di lui.
Ethan diceva sul serio? A me non sembra affatto un grande coglione viziato.
"Hai tempo?" Mi chiede, leggendomi nel pensiero. "Mi piacerebbe mostrartelo e magari vedere come te la cavi con lui. Niente di speciale, solo un po' di lavoro a terra."
"Mi piacerebbe molto." Dico istantaneamente.
Di nuovo senza pensare, stupida Grace.
"Okay, allora tu prendilo con la longhina, io vado a vedere se il tondino è libero."

"Vai alla grande." Si complimenta, mentre faccio girare in cerchio lo stallone, che galoppa elegantemente scuotendo la testa.
"È lui che risponde a ogni minimo comando." Dico, incapace di ricevere complimenti da uno come lui.
"Ora fagli cambiare senso." Afferma "Piegati un po' lateralmente e guarda i posteriori. Contemporaneamente muovi la longhina nel senso in cui vuoi che vada." Mi spiega e mentre parla si avvicina alle mie spalle, muovendomi la schiena e le mani come mi ha detto di fare. Lo sento farsi sempre più vicino, fino a che non riesco a percepire il suo fiato sul collo. Sorpresa e imbarazzata scatto in avanti: il cavallo si spaventa, si ferma sgroppando e strattona la corda, sfilandomela dalle mani e iniziando a trottare autonomamente in giro.
"Va tutto bene..." Si tira indietro lui, iniziando a richiamare il cavallo.
"Ehi." schiocca la lingua "Qui bello."
"Scusa..." Dico imbarazzata e allo stesso tempo un po' arrabbiata. "Mi sono distratta."
"Immaginavo." Mi risponde, riafferrando la corda e porgendomela. "Credo sia abbastanza per oggi, portiamolo dentro."




Author's note
Vi prego perdonatemi. So che questo capitolo è noioso (vero?) ma era importante per introdurre il nostro nuovo personaggio Bryan. Spero che i capitoli con queste cosuccie legate all'equitazione non vi annoino troppo, in caso ditemelo che toglierò particolari (non ce ne saranno molti altri comunque tranquille)
Quindi, detto questo. Che cosa ne pensate di Bryan? Avete ipotesi sull'avvertimento di Ethan e su che cosa fareste se foste Grace?
Ci sarà anche nei prossimi capitoli!
Manca molto poco ad un capitolo fondamentale, il 10. È la chiave dell'inizio, dico solo questo.
Chiedo perdono perchè è super corto! Se mi fate felice con commenti e voti subito posto il prossimo prestissimo (è già pronto!)
-Bea

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