Capitolo 35: getting ready

4.8K 334 10
                                    

Dopo pochi minuti, ho le braccia piene di appendini: mi sento esattamente come nei negozi, quando vorrei provare tutto, anche ciò che so non mi starà mai.

Esco dalla cabina e li ripongo a fatica sul letto, scegliendo la prima cosa da provare: sono dei pantaloni larghi e lunghi, accompagnati da un semplice top con dei brillantini.
Non credo di indossare qualcosa di più elegante di dei semplici jeans da troppe settimane.

Appena infilo i pantaloni, sento il tessuto morbido fasciarmi le gambe, ma noto con disappunto che mi vanno veramente troppo lunghi: se faccio anche solo pochi passi ci pesto sopra.
Giustifico il fatto come la differenza di altezza tra me e lei.
Spero solo di riuscire a trovare qualcosa che non mi calzi troppo lungo...

"Grace?" Giusy si sporge dalla cabina, mentre mi provo un vestito semplice, ma di un oro abbagliante. "Oh, quello è nuovo, l'ho preso da poco! Bella scelta!" Dice, appena vede ciò che mi sto infilando.
Annuisco e le sorrido.
"... Comunque volevo mostrarti questo..." Mi dice, alzando un top verde acido, a mio parere orribile.
Faccio una faccia chiaramente in disaccordo e lei alza le mani in segno di difesa, ridacchiando.
"Ti donerebbe!" Esclama, dall'interno della cabina "si abbina bene con i capelli! Li esalta!"
Scuoto la testa, sistemandomi la manica del vestito.

Appena mi guardo allo specchio rimango sorpresa: il vestito mi sta bene, anche se forse è un po' troppo corto (e non immagino quanto corto vada a Giusy) e un po' troppo stretto.
Osservo come mi fascia il corpo e alla fine lo giudico un po' troppo esagerato: è troppo forte per me e per una occasione come quella a cui sto andando incontro.
Me lo sfilo un po' a malincuore, ma per sostituirlo subito con una gonnellina grigia e una maglietta bianca che ho trovato carina.
Carina è la parola giusta, perché nell'insieme sembro una semplice scolaresca.
Niente di adatto ad una festa.

"Che ne dici?" Giusy esce dalla cabina, indossando un vestito nero aderente che le arriva poco sopra alle ginocchia; ha le maniche a tre quarti e la scollatura a barca, e devo ammettere che le dona molto.
"È bellissimo." Le sorrido, pensandolo veramente "Ti dona, e mi sembra perfetto."
"Grazie, è quello che penso indosserò." Afferma, per poi squadrarmi "Sei carina." Mi dice, credo per gentilezza: la realtà è che non mi vedo niente di che, vestita così.

Sbuffo "Penso di provare questo, è la mia ultima chance al momento..." Indico un vestito che avevo visto fin dall'inizio, ma che avevo tenuto per ultimo.
Infilo l'abito sotto il suo sguardo attento e me ne innamoro subito: è grigio scuro, tinta unita, di un tessuto morbido e piacevole; le maniche lunghe sono aderenti, come del resto tutto il vestito, ed esso è lungo fino alla caviglie. Ha il collo alto, ma le spalle scoperte, taglio che amo molto.
Appena mi giro noto con piacere una cosa che non avevo visto subito: dietro c'è un'apertura a forma di semicerchio, che lascia scoperta la metà bassa della mia schiena.
Per fortuna il reggiseno è nascosto dal tessuto.

"È perfetto per te." Afferma Giusy, sorridendo "Io non lo indosso da secoli, probabilmente mi andrà corto. E poi non avrai freddo!"
"Quindi posso indossarlo?" Mi giro a guardarla.
"No." Fa una smorfia "In realtà siamo qui solo per me. Tu non avevi intenzione di uscire in mutande?" Dice, in modo ironico e alzo gli occhi al cielo.
"Grazie Giusy, sei stata molto carina."
"Non è niente." Mi sorride e posso apprezzare le sue leggere fossette sulle guance.
"Vieni, ti presto qualche trucco... Non abbiamo ancora tanto tempo e devi ancora indossare delle scarpe..."
"Posso usare le mie..." Azzardo.
"No, affatto. Te ne impresto un paio comode e basse, ma non da ginnastica. Non puoi rovinare il completo così!" Scuote la testa e lo faccio anche io, seguendola come mi ha chiesto di fare.

"Puoi dirmi qualcosa sulla festa?" Le chiedo, mentre infilo gli stivaletti bassi che mi ha prestato.
"Sarà alla villa dei genitori di Amberly, in pieno South Kensington..." Mi dice, strascicando leggermente le parole, dato che sta applicando un leggero rossetto sulle labbra.
Ricordo ciò che mi aveva raccontato Devin sulla possibilità per i Guardian Angels maggiorenni di avere una vita completamente privata con una casa propria.
"Ma Amberly... Vive con loro?" Domando, ricordandomi di averla vista spesso a colazione.
"No." Mi risponde subito "Si sono trasferiti quando lei aveva 7 anni."
"E l'hanno lasciata qui?" Domando sconvolta, afferrando la spazzola che mi porge.
"Sì, beh... Le hanno dato l'opportunità di andare con loro..." Mi spiega, mentre mi spazzolo i capelli soprappensiero "ma lei ha rifiutato. Dopotutto qui aveva già la sua stanza - come accade a tutti non appena si inizia ad andare a scuola - aveva amici e tutto ciò che le sarebbe servito. Non appena si inizia a studiare, per tutti è così: diventi indipendente, non ci sono più i genitori ad aiutarti."
"A soli sette anni!" Esclamo.
"Sì, qui funziona così. Non c'è un grande legame con i propri parenti come lo avete voi..." Lo dice in modo rassegnato, non triste, ma forse trasmettendomi un po' di invidia.
"Mi dispiace." Mi viene naturale dire.
"Non devi. Perché a nessuno qui importa molto: è sempre stato così e così sarà sempre."
Annuisco, nonostante continui a sentire una strana sensazione di inadeguatezza, alzandomi in piedi.
Mi vorrei grattare l'occhio, ma ricordo all'ultimo di essere truccata e abbasso la mano, trattenendo il fastidio.
Non mettevo il mascara da quelli che sembrano secoli, anche se in realtà sono poco più di due settimane.

Guardian Angels - La RivelazioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora