Allegria estiva
L'oscurità inghiottiva rapidamente il cielo.
Gemin passeggiava tra la gente, un mare rumoreggiante che si gonfiava tra i portici della città, fischiettando allegro, per sbandierare di essere libero, di non avere più impegni dopo la maturità: era finalmente in vacanza!
Il caldo di luglio irrompeva sui tetti del mondo, alitando e inebriando l'aria della sera, mentre osservava i pedoni come turista a un safari, chiedendosi dove andassero tutti quanti. Ogni tanto qualcuno lo guardava senza capire cos'avesse da fischiettare, e Gemin gli annuiva convinto, per fargli capire che s'erano capiti. Dalle vetrine giurie di manichini appioppavano etichette a tutti, e li fissava soddisfatto perché gli non obiettavano nulla.
Di colpo s'arrestò vedendo Daniele, il più timido dei suoi amici.
«Ehilà!» gli gridò, «Che fai, Daniele?».
Quello sobbalzò dallo spavento.
«N... nulla. Faccio un giro» rispose l'amico.
«Che combinazione, anch'io. E ho sete!».
Daniele lo fissò senza capire, notando il bar all'angolo e chiedendosi perché non ci andasse.
«Sete d'aria, stordito!» disse Gemin, dandogli una pacca sulla spalla, «Facciamo un giro assieme?».
La folla scorreva come glassa tutt'attorno e Gemin lo prese per un braccio, trascinandolo appresso.
«Ma dove andiamo?» gli chiese, inquieto
«Boh? Da qualche parte» rispose Gemin e si immersero nella calca.
Giunti in uno spazio aperto, s'arrestò e inspirò a pieni polmoni.
«Aaaaah... lo senti?».
«C... cosa?» chiese Daniele.
«Che siamo vivi!» rispose l'amico.
«Tu non sei normale...».
«Eh, eh! Lo sapevo, c'era bisogno di dirlo? Sei forse invidioso?».
«Cosa?».
Daniele lo guardò offeso, ma l'amico gli pareva così svagato e felice che non sapeva cosa dirgli.
«Guarda chi c'è!» esclamò Gemin, fissando da una parte.
Una ragazza della sua scuola che gli piaceva da matti era appena apparsa. Purtroppo, un tipo tutto muscoli e poco cervello le stava appiccicato, e dunque la evitava per non impicciarsi. Ora ce l'aveva praticamente davanti, in compagnia di un'amica decisamente più in carne, e le due confabulavano fitto.
«Chiara!» esclamò e quella strabuzzò gli occhi dalla sorpresa.
L'amica, di nome Jessica, lo fissò.
«So che non ci conosciamo e che dimenticherai presto quello che sto per dirti» le disse, «Ma il sogno che il tuo cuore mi ha rubato è così bello che la vera ladra sei tu, tu che fai di me un fuggiasco col tesoro della sua condanna: i tuoi sguardi che m'accecano, i tuoi capelli che mi abbagliano. E zoppicante, fuggo, braccato dal tuo sguardo, per dimenticare la felicità che mi perseguita».
Fece un inchino, la salutò e se ne andò.
Le due lo fissarono allibite, prima di reagire.
«Che idiota!» commentò Jessica, quando i due erano ormai distanti.
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Scontro remoto
Science FictionPuò la salvezza del mondo dipendere da un'idiota? Mille avventure possono renderlo un eroe? Ridendo e scherzando magari ce la fa, sempre che non si dimentichi del compito. Un pianeta, esploso milioni di anni prima, riappare, diretto contro la Terra...