Qualcuno si stiracchiò. Cardonwsky si voltò versò l'oblò e riprese a fumare. Derrick, ferito nell'orgoglio, lo guardava torvo. Kili conservò la sua espressione da strafottente.
Anfani grugnì. Era il più basso del gruppo, con pochi capelli, esperto di chimica e mappe. I piani complicati erano il suo pane.
«Marshall» disse, «siamo tutti nervosi. Si tratterà di usare la forza... mica roba da niente. Ma è la prima volta, francamente, che ci capita di partire così, di punto in bianco e ciascuno di noi, stavolta, aveva da fare... come Cardonwsky che si godeva un po' di meritato riposo».
Cardonwsky lo guardò ostile. Sapeva che Anfani, dopo Marshall, era il più indicato al comando. Gli indirizzò un sogghigno. Kili osservava il suo PC che trasmetteva immagini meteo.
Mbuktu, nero di carnagione, robusto e alto quanto il leader, temerario e coraggioso quanto il mongolo e crudele quanto Kili, sbadigliava, mostrando, con la sua intromissione da ippopotamo, di volerne sapere di più.
«Ci muoviamo per conto di Nato, India, Cina e Russia» disse Marshall, «Siete contenti?».
Tutti fecero un sobbalzo.
«Cosa? Tutti assieme?».
«Che accidenti bolle in pentola?».
«Ehi, Cardonwsky, cosa preferisci, stare a casa o essere qui?».
«Non essere stupido, Kili» fece l'interpellato.
«Eh! Eh! Ci sarà da divertirci!».
«Non ci sarà niente di divertente» li raggelò Marshall.
STAI LEGGENDO
Scontro remoto
Science FictionPuò la salvezza del mondo dipendere da un'idiota? Mille avventure possono renderlo un eroe? Ridendo e scherzando magari ce la fa, sempre che non si dimentichi del compito. Un pianeta, esploso milioni di anni prima, riappare, diretto contro la Terra...