Incontri ravvicinati

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«Chi è?» grugnì Mbuktu.

Cardonwsky impugnò la pistola, fissando una figura minuta che emergeva dall'oscurità.

«Il giornalista...» ipotizzò Anfani, «che facciamo?».

«Calma» impose Marshall.

Quello s'avvicinava ancora.

«Salve. Siete colleghi? Avete fatto un brutto atterraggio, vedo! D'altronde come potevate sapere quello che stava succedendo qui? Chi siete?».

«Ehm... siamo amici del signor Mallorne...» rispose Marshall.

Jack ebbe una strana sensazione. Qualcosa di sinistro scattò nella sua mente notando i movimenti, gli occhi gelidi e saettanti in contrasto con la falsa confidenza che esibivano. Alcuni di loro erano perfino parecchio muscolosi.

«Siamo qui per conto di una televisione» insisté Marshall per rassicurarlo, ottenendo l'effetto opposto.

Jack si pentì improvvisamente di quello che aveva fatto.

«Quale» chiese, spaventato, «se non sono indiscreto?».

«Oh, non è indiscreto affatto» rispose Marshall, fiutando la paura dell'altro, «lavoriamo per... l'italiana! È una nuova televisione che lavora sul continente... la concorrenza, eh! Eh!».

La tensione aumentò ancora.

Deficiente! Come osi guardarmi così?... pensò Marshall mentre gli sorrideva. Un secondo individuo arrivò dal campo.

«Ehi gente! Vi abbiamo visti atterrare. Bell'atterraggio davvero! Siete interi?» esclamò.

«Ma quanti vogliono morire oggi? C'è la fila?» chiese Derrick.

«Salve!» proruppe Marshall, «Mi chiamo Muria... e lavoro per un'emittente televisiva. Sono appena giunto all'aeroporto, l'incantevole, esotico aeroporto alle mie spalle! Ma come può vedere... non ho proprio avuto un atterraggio facile!».

«O mi spiace... e mi spiace anche che, nella folla del deserto, vi siate imbattuti proprio in Jack!».

«Oh, ma che dice? Stavamo facendo conoscenza!».

«Smith cosa fai?» disse Jack al collega, «Non li conosciamo!».

«Ma piantala! Vuoi fermare questi criminali da solo e prenderti il merito?» rispose Smith, in tono canzonatorio.

I mercenari si rilassarono.

«Allora amico, com'è?» si fece avanti Derrick, «Ci fai conoscere quello che dirige la baracca?».

Il nuovo venuto rimase interdetto, riprendendosi in un attimo.

«Aaah! Volete dire Mallorne!».

«Esatto! Sei proprio in gamba! Ragazzi: parola mia, il ragazzo è proprio un bestione!».

«Ah sì! Devo farlo presente a quel buon uomo di Mallorne» rispose Marshall, «Dai ragazzi, si va dal boss!».

Nonostante i tentennamenti, Jack venne sballottato in avanti dal gruppetto, mentre l'altro pareva non accorgersi di nulla, affascinato dall'inquietante spettacolo che inondava il cielo.

Jack tentò di fuggire, subito afferrato da Mbuktu.

«Dove vai, tenerezza?».

«Dobbiamo aver fatto un gran casino mentre precipitavamo!» osservava Phallish.

«Chissà che avranno pensato! Magari a un'astronave piena di alieni strafatti!» disse Derrick.

«Piantala con gli ufo» gli rispose Marshall.

L'altro giornalista si fermò.

«A dire il vero è così... vedendovi arrivare, prima di capire chi foste, abbiamo pensato a qualche fenomeno strano... lui è partito e gli altri hanno mandato me... con questa!».

E mostrò la telecamera che gli ciondolava alla vita.

«Hanno mandato te dietro a lui?» chiedeva Derrick, reprimendo una risata,mentre Jack, trattenuto al braccio da Mbuktu, si disperava.    




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