Bislacca intervista

31 2 0
                                    

«Buongiorno gentili telespettatori. Dall'inviato Mallorne: ci troviamo al centro del deserto del Sahara, con l'imponente figura della Piramide sullo sfondo, che incarna la secolare sfida dell'uomo alla comprensione del passato. Quello che pochi giorni fa sembrava un reportage scientifico, sta assumendo i risvolti del sensazionale, con l'aggiunta di una nuova scoperta da parte dell'equipe del noto studioso, come egli stesso ci spiegherà. Buongiorno dottor Leoni».

«Buongiorno signor Mallorne».

I pantaloni spiegazzati dal venticello, entrambi si mossero per sciogliersi, dopo aver rotto il ghiaccio.

«Dicevamo, cari telespettatori... poco fa la terra ha tremato e una nuova apertura è emersa. Purtroppo non ci sono le immagini. Dottor Leoni, lei ha dichiarato, più di una volta, che la storia andava riscritta alla luce delle chiarificazioni compiute col ritrovamento di documenti preziosi. Pensa di avere in mano un ulteriore conferma alla sua tesi?».

«Lo cuoce a fuoco lento...» disse il tecnico all'estetista che si era posta vicino e s'era fatta esageratamente seria.

«No. Ho qualcosa di nuovo e insospettabilmente diverso da ciò che io stesso speravo. Una previsione, di millenni, secondo una circolarità matematica che ricade oggi, di quello che succederà nelle prossime ore. Ma prima voglio spiegare quello che, intanto, mi ha invitato a chiarire: la mia posizione di studioso e ciò che ho scoperto».

«Che festa ragazzi!» aggiunse l'addetto al missaggio audio.

«Ecco» lo interruppe il giornalista, «Molti, a casa, si domandano quali siano le attinenze con la seconda stele, da lei trovata qualche anno fa, e i geroglifici sui quattro lati obliqui della piramide a gradoni».

Qualcuno si accorse del leggero sibilo del sottosuolo.

«Vede» rispose l'archeologo, «la particolarità della forma di tali geroglifici, fuori del comune, non sta solo negli ideogrammi, mai visti altrove, ma anche nel percorso delle righe».

«Intende dire che le righe non hanno un andamento lineare?».

«Intendo dire che le frasi stesse sono linee di altri simboli più grandi che vanno a loro volta interpretati, in un'iterazione di significati che si intrecciano a vari più livelli. Periodicamente, dopo un certo numero di geroglifici, in relazione all'altezza dei gradoni sui quali si trova la lettura, si equivalgono il simbolo di primo livello, più piccolo, con quello grande che lo contiene nel suo perfetto centro geometrico, che va interpretato di conseguenza ».

«Che cosa? Che cacchio significa?» si domandò un cameraman, mentre Jennifer lo gelava con un'occhiata.

«Scusi, professore, può spiegare un po' più chiaramente?».

«No. Riascolti la registrazione in un secondo tempo» rispose lapidario quello, sconcertando i suoi stessi ragazzi.

«Dovete capire, cari telespettatori ignoranti, io stesso non ci ho capito niente delle fesserie che ho detto...» lo imitò sarcasticamente il tecnico, non udito dal professore.

«Il significato si fa' più complesso e recondito, man mano si avanza di livello, poiché, dopo quello della prima lettura, subentra quello degli avvolgimenti».

«Scusi?».

«Per leggere una frase, deve seguirla intorno alla piramide, ma essa si interrompe più volte, seguita da un'altra che le si pospone, poi una terza, a simbolo grande compiuto, altrimenti sarebbe tutto indecifrabile e caotico... le regole sono complesse ma chiare... e così via, fino a tornare alla prima da cui si è partiti, che può aver interessato tre o più simboli grandi... i quali non superano il metro quadro di grandezza».

Mallorne rinunciò a comprendere.

«Ora» proseguì Leoni, «la prosecuzione della frase, che poteva essere qualsiasi... noi abbiamo scelto di considerarla per prima... la prosecuzione di una frase qualunque, dicevo, considerata per prima, può avvenire dopo un avvolgimento intorno alla piramide, il che indica a quale frase di secondo livello va collegata quella precedente...».

«Incredibile!» commentò sottovoce Gustavo, «ce l'ha fatta! Ha capito il perché di quegli svolazzi a casaccio...».

«È la tua fame che svolazza» lo sfotté Ivan.

«Piantatela!» disse Raffaella.

«Non so» aggiunse Peter, «sta correndo un grosso rischio».

«Taci Peter!» disse Elena, dandogli uno schiaffetto sul gomito.

Il ragazzo si voltò. La ragazza si mordeva il labbro, con evidente rossore.

Leoni posò il bicchiere, dopo aver bevuto un sorso.

«Non capiscono un accidente di quello che dice!» si disperò Ivan.

«Come le stavo dicendo» riprese Leoni, «le faccio un esempio: se sto leggendo la prima frase coi caratteri più piccoli e poi questa riprende dopo tre avvolgimenti, significa che, per completarne il senso, dovrò collegarla in un modo che non sto adesso a spiegarle, con la terza frase coi caratteri più grandi. E qual è la terza frase grande, al secondo livello? Come si fanno a distinguere le frasi, d'un alfabeto diverso dal primo, che si impara solo dallo studio della piramide, al secondo livello? Al primo la lunghezza non è la stessa del secondo, anche se, in maniera perfetta, come solo le simmetrie possono spiegare, si può considerare che la macro frase e la micro frase partano dallo stesso punto. Adesso, ogni persona con un po' d'intuizione...».

«Ha già cambiato canale» disse il cameraman.

Stavolta Jennifer non lo degnò d'attenzione.

«...avrà capito che ciò implica che si debba, per forza, leggere tutta la piramide, per fare tutte le commutazioni possibili, all'interno delle regole del sistema, tra livelli. È tutto documentato nella relazione che ho preparato».

Mallorne, disorientato dalla rivelazione di un così complesso sistema di scrittura risalente a millenni orsono, comprese la difficoltà del mondo scientifico ad accogliere quelle idee.

«Ci vuole dire i risultati?» lo invitò.

«Non ha capito un accidente» sospirò Peter.

«E chi ha capito secondo te?» ribatté Ivan.

«Chi non è stupido ha capito» fu la tagliente risposta di Elena.

La sua mente stava volando alla soluzione del problema, dopo mesi di fatica. Anche i suoi compagni riflettevano, aiutati dal giusto approccio che Leoni aveva azzeccato con un immenso colpo di genio, ognuno con la limitata prospettiva del suo ristretto campo d'indagine. Erano allibiti dall'aspetto della situazione, che il loro capo si esponesse ai giornalisti.

«Io mi farei una doccia» chiocciò Jennifer, lisciandosi i capelli.

Il professore s'era avvicinato alla piramide, seguito dal giornalista, e stava mostrando i geroglifici. La troupe lo seguiva, zoomando i particolari.

Quello che i ragazzi non potevano accettare erano le perle ai porci, ai mass media che l'avrebbero distrutto.

«Ma perché non risparmia la parte tecnica?» esclamò Ivan.

«Ma ci pensate? Sistemi matematici complessi agli inizi della storia!» disse Peter.

«Deve dire la cosa più importante... deve dirla!» sussurrò Elena.

Era vicina alla soluzione, intuendo dove si sarebbe arenato il suo ragionamento, non disponendo di tutti i dati.

Leoni e Mallorne erano tornati al punto di partenza.

«Che ne dice di proseguire stasera?» disse l'archeologo.

I cameramen tolsero l'occhio dall'obiettivo, increduli. Nessuno commentò per qualche istante.

«Come» fece Mallorne, esitante, mentre le proteste esplodevano, «Mi sta dicendo di interrompere adesso, così?».

«Non sente questo sibilo proveniente dal basso? Si metta animo, è meglio proseguire più tardi».

Tutti si stupirono, facendo caso a quel suono indefinibile mentre ilSole illuminava l'interno della cavità. I borbottii scomparvero di colpo etutti ammutolirono.    


Scontro remotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora