Strano pilota

16 3 0
                                    

Una voce estranea li interruppe bruscamente.

«Signore, una chiamata satellitare» disse il secondo pilota, affacciandosi dalla cabina.

Gli uomini si agitarono inqueti, stupiti di non averlo sentito arrivare. Fissarono Marshall aspettando che facesse qualcosa.

«Ehi, aspetta un momento» disse il capo, «aspetta, ho detto! Ehi! Ma sei sordo?».

Si era alzato in tutta la sua imponenza, afferrandolo per il braccio ed il pilota si volse, allarmato.

«Prego? Mi dica signore. Mi perdoni per non essermi sincerato se avevate bisogno di qualcosa...».

Marshall lo fissò perplesso un istante prima di capire e mollarlo.

«Aaa... eee... veramente... vorrei sapere dov'è il bagno».

Si voltò dai suoi facendo loro l'occhiolino.

«Da quella parte, signore, ma prima sarebbe meglio che rispondesse al telefono: è il dottor Arnold».

«Questo è sordo come una campana!» disse Marshall ai suoi, e si allontanò verso la cabina.

Gli uomini, rimasti senza il loro capo, tacquero pensierosi.

«Ma come fa a sentire gli ordini?» chiese Kili a un certo punto.

Gli altri lo guardarono, con espressione neutra.

«L'altro pilota, suppongo... oppure li legge su uno schermo» arrischiò Anfani.

Ci fu silenzio, ognuno pensava ai fatti suoi. Senza sigarette, però, Cardonwsky non riuscì più a tacere.

«Ma non è contro il regolamento avere un pilota sordo a bordo? Non lo bocciano agli esami?».

Subito nessuno gli badò, ma, lentamente, tutti si voltarono, allarmati. Loro, gli artisti dello spionaggio, i manigoldi della mischia fregati da un sordo! Marshall tornò proprio quando stavano per alzarsi e agire.

«Ehi, ragazzi, vi devo dire una cosa» esclamò, più turbato di prima, «La maggior parte dei canali sta trasmettendo quello di cui non ho fatto in tempo ad informarvi, dannazione! Ora il mondo sta osservando questo. E la situazione è fuori controllo!».

«Cosa cazzo è, Marshall?» chiese Phallish, guardando il portatile di Kili, aperto.

«Siediti! Stai calmo. Sta giocando ad armi scoperte, e senza il timore di rivelare eventuali punti deboli».

«Ma chi sta giocando? Chi?» domandò Mbuktu.

Sul portatile di Kili si vedeva l'anticiclone sopra l'Europa.

«Non lo so! Qualche potenza sta combinando quello!».

«Ma chi può fare una cosa simile?» chiese Anfani, scioccato.

«Ho appena parlato col dottor Arnold, del centro di direzione delle missioni spaziali, il massimo esperto del sistema solare».

«Dunque?» chiese Kili, impressionato.

«Il raggio nel nord Italia ha aperto un cratere di due metri di diametro...».

«Cosa?».

«...profondo quattro!».

«Ma... i raggi cosmici non fanno questo...» protestò Mbuktu.

«...il raggio che punta...».

«Non è possibile!» disse Phallish.

«...esattamente qui, guardate la cartina. Questa è la foto del cratere».

«Ma che razza di energia è mai quella?» chiese Kili.

«Arnold ha nominato la costante cosmologica, il bosone di Higgs, dicendomi che con essi si dilata lo spazio e si crea la materia che lo tiene legato... non ci ho capito niente...».

«Che diavolo è?» domandò Cardonwsky, guardando il cratere.

«Questa roba non è umana» sbottò Derrick.

«Stai zitto imbecille! Deve esserlo, sennò siamo fregati!».

Tutti si agitarono.

«Statemi a sentire, accidenti! Poco prima, alcuni testimoni sostengono di aver visto una cometa tagliare il cielo in due, e la ripresa da satellite mostra, come vedete... ecco!... mostra il campo di Higgs, in maniera visibile dai suoi effetti... in un condensato di plasma, o forse dico una sciocchezza, non lo so... di particelle ad alta energia, tenute da una forza... guardate le formazioni che si ritraggono... le nubi che si spostano. La proiezione, signori è a velocità naturale!».

Tutti guardarono affascinati l'arco infuocato descritto dalla cometa,lanciato verso chissà quali profondità siderali e rimasero sbigottiti.


Scontro remotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora