Panzerotto

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Raggiunto il campo, qualche secondo dopo di lei, salutò tutti e si mise al lavoro. Doveva ripulire un lato della piramide sul quale, a metà altezza, erano emerse strane linee, fessure di un'apertura dal meccanismo sconosciuto, che speravano di aprire.

Il lavoro era lento e instancabile, sui quattro lati della piramide. Le tre donne e i quattro uomini della squadra sapevano cosa fare senza intralciarsi. Solo agli occhi d'un osservatore attento sarebbe apparsa la complessità del loro compito, nonostante la lentezza dell'immobile trafficare. Le ore volavano e le gocce di sudore imperlavano le fronti, mentre la temperatura saliva.

Verso le dieci un lieve scompiglio rianimò Peter e il collega vicino, concentrati: una buffa figura sopraggiungeva correndo, ostacolata dalla mole in eccesso.

«Cos'ha Gustavo?» chiese Ivan, sogghignando, «Non l'ho mai visto correre prima d'ora».

«Si vede che non lo fa spesso» rispose Peter, «Ha più stile una mucca».

Gustavo stava scalando affannosamente i gradoni per raggiungerli, col fiatone e la fronte madida.

«Ehi, lassù! Non costringetemi a salire» urlò.

«Gli hai detto di perdere la ciccia?» sussurrò Peter.

«Dai, Gustavo!» urlò Ivan, divertito, «Unò-duè! Unò-duè!».

«Sentite ragazzi» disse quello, la voce che rimbombava sulla pietra, «La mia parte l'ho fatta... sono venuto a dirvi... più in fretta che potevo... che sul lato nord abbiamo rinvenuto a pochi metri... venite a vedere! Il capo ci vuole tutti là... subito!».

E si buttò giù per i gradoni a rotta di collo.

«Cosa, cosa, cosa?» chiese Ivan drizzandosi.

«Non c'è tempo... venite! Il capo è già là!».

I due rimasero di stucco. Si guardarono, dominando la tentazione di ridere, e presero a scendere i gradoni, piantando baracca e burattini.

«Cosa credi che sia?» chiese Peter.

«Boh?» rispose Ivan, «Dal suo entusiasmo... roba da mangiare».

«Vecchia di seimila anni?».

«Beh, se c'entra il capo, forse è il pranzo del faraone» disse Peter, «Gustavo avrà detto il vero!».

«Non so» fece Ivan, «Se Elena gli avesse chiesto di sposarla, tutto quadrerebbe... lui che corre nel deserto, il capo che ci convoca...».

Peter non rise.

«Piantala!» rispose brusco.

«Una nota positiva c'è...» proseguì Ivan, ignorando la reazione.

«E sarebbe?» chiese Peter, burbero.

Ivan si guardò attorno guardingo, per poi avvicinarsi all'orecchio del collega.

«Gustavo è dimagrito!».

Saltando dall'ultimo gradone, furono sulla sabbia. Dovevano circumnavigare l'imponente piramide. Peter non poté fare a meno di pensare alla sua indifferenza verso i secoli che le scivolavano accanto, agli occhi dell'umanità che tornavano a contemplarla. Sbucarono sul lato nord e si fermarono sbigottiti. Si misero a correre.


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