I due scettri

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Rimasero zitti, padre e figlio adottivo.

Si sentiva strano, dinanzi al mostro del suo vero io. Provava nausea, il rigetto d'un trapianto d'identità che penetrava in lui come un'ancora nel mare, fino all'urto col fondo. Ora capiva l'insicurezza, il panico costante che provava sempre. Ora capiva perché si sentiva diverso da tutti. Sua madre uccisa perché si era opposta al suo destino... lo aveva sempre saputo: era morta per tentare di liberarlo.

«Voleva salvarmi...» disse.

Il padre lo guardò triste.

«Ha avuto il coraggio che è mancato a me».

Daniele tremò, ma nulla accadde. Segno che quanto doveva compiersi non trovava impedimenti. Il padre continuava a vivergli davanti, nonostante la confessione appena fatta.

«Voglio vederlo» disse e il padre abbassò il capo.

Tornò in camera sua per rovistare negli scatoloni. Uno dei due oggetti gli finì in mano quasi da solo. Se lo portò lentamente agli occhi, l'angoscia di vedervi impressi gli ultimi fotogrammi di terrore della madre, e lo strinse convulsamente tra le dita, come uno scorpione, per domarne la forza.

Il cilindretto era lavorato e intarsiato senza un motivo apparente, un groviglio di linee e geometrie strane. Ricoperto da una fitta maglia di microscopici rettangoli, lo girò e vide che dall'altro lato mostrava una trama di linee tonde, delle circonvoluzioni.

L'oggetto brillava di luce propria. Quasi non ci credeva, sentiva che era lo strumento per tornare... da qualche parte lontano... la risposta era fin troppo chiara nella sua mente. Un fremito lo scosse, la risposta tra le mani che pulsava di vita propria. Lo lasciò scivolare in terra, e cadde senza un suono.

Ce n'era un altro, e si gettò a rovistare con furia. Che l'avesse perduto? Era impossibile! Eccolo! Ma era così diverso dall'altro. Più lungo, come una torre medievale in miniatura, con miriadi di mattoni non più grandi di un granello, increspata lungo il bordo, pareva una fusione bizzarra di decorazioni arabe e latine. Il più piccolo aveva tre sezioni tronche e due scanalature. Il più grande ne aveva sette, separate da sei scanalature. Qualcosa di incomprensibile gli sfuggiva, come se tra i due oggetti ci fosse un legame.

Li accostò, udì un contatto e fu travolto dalla visione.


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