«Che diavolo era? Che sta succedendo?» chiese Gloria, la voce irriconoscibile.
«Dobbiamo andarcene, e in fretta» rispose lui, alzandosi in piedi.
Altri nuvoloni neri s'addensavano, ancora più cupi, oscurando il sole mai stato così luminoso un attimo prima.
«P... perché?» chiese Gloria, più morta che viva.
«Dobbiamo andarcene!» urlò Daniele.
Gloria ansimò, negli occhi il risucchio dei nembi, incapace di muoversi, frignando senza volerlo. Daniele dovette strattonarla e trascinarla via di corsa, mentre la tempesta s'addensava rapida sopra la città, rendendo buio il giorno e incandescente come una fornace. Raggiunsero la collina e la scalarono a rotta di collo, assordati dal rombo di fulmini che butteravano il cielo.
«Non ce la faccio più!» protestò la ragazza, crollando sulle ginocchia.
«Dobbiamo allontanarci ancora!».
«Da cosa? Cosa sta succedendo?».
Il ragazzo scosse il capo, nel crescente frastuono, l'afferrò e la trascinò per un altro centinaio di metri, finché la ragazza rovinò a terra, esausta.
«Da cosa stiamo fuggendo?» chiese piangendo, fissando dall'alto il panorama di case e palazzi.
Il cielo tutt'a un tratto rispose.
Un gigantesco fulmine sbucò dal manto di nubi e roteò, sfrigolante, sopra la città. Gloria ammutolì, s'aggrappò all'amico, il volto pallido che rifletteva quel latteo bagliore, non riuscendo a credere ai propri occhi.
La verga accecante grattò i tetti e si ritrasse un istante, contenendo la propria virulenza e caricandosi. Le nubi parvero gonfiarsi, quando il fulmine rispuntò e si abbatté duro al suolo, trapanando la terra. L'onda d'urto li raggiunse e li abbatté come fuscelli, mentre la ragazza gridava come un ossesso.
Continuò a gridare anche quando il vento cessò.
«Stai calma Gloria» le disse Daniele, « Ora è passato!».
«Che cos'era? Cos'era? Cosa diavolo era?» chiese lei urlando.
«È finito» gli ripeteva lui, «Stai calma».
«Cos'era? Che cazzo succede? Me lo vuoi dire?»
«Gloria, calmati... è passato...»
«Quel fulmine poteva ucciderci!» ripeteva lei.
«No! Finché sei con me sei al sicuro...».
«Che significa? Che diavolo stai dicendo?
«Smettila ti ho detto! Era te che voleva... non me!».
Gloria tacque di colpo, come schiaffeggiata, lo fissò da un velo di morte, la ragione persa e il volto rigato dalla pioggia che cadeva nel gelido silenzio. Tacquero entrambi, ansimando per la fatica.
«P...perché?» gli chiese dopo un minuto a recuperare il fiato.
«Se te lo dicessi... moriresti».
Per la ragazza il tempo sifermò. Scrosci di pioggia bagnavano i volti, illuminati da bagliori di lampi semprepiù lontani. Continuò a fissarlo a lungo, entrambi che respirarono a pienipolmoni, sudati e bagnati.
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Scontro remoto
Science FictionPuò la salvezza del mondo dipendere da un'idiota? Mille avventure possono renderlo un eroe? Ridendo e scherzando magari ce la fa, sempre che non si dimentichi del compito. Un pianeta, esploso milioni di anni prima, riappare, diretto contro la Terra...