Il deserto si popola

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Si fece avanti un terzo uomo.

«Chi siete?» chiese.

«Uuuh... qui la rottura di coglioni non finisce mai!» disse Marshall, «Senti amico, siamo dell'Italiana, abbiamo un appuntamento con Mallorne, non rompere le palle e lasciaci lavorare. È vero Smith?».

«...Sì, sì...» rispose l'altro, «sono colleghi di...».

«Ok Smith, grazie, basta così» lo interruppe Marshall.

«Non potete parlare con Mallorne!» disse il nuovo venuto, «Sono tutti in riunione nel tendone centrale».

«Tu non sai cosa ti può succedere se non ci porti da Mallorne, vero?» gli disse Marshall, sorridendogli.

«Voi non lavorate per nessuna televisione!» gridò Jack a quel punto, forte della presenza del nuovo compagno.

«Ma vaffanculo!» gli disse Mbuktu buttandosi sui due esili oppositori con la sua mole imponente.

Quelli caddero a terra, schiacciati dal suo peso.

«Allora, facciamo amicizia adesso?» chiese loro e li schiaffeggiò.

«Idiota!» rispose Jack, soffocato dal peso del gigante, «il tendone è qui davanti!».

Mbuktu s'alzò di scatto, scuotendosi la sabbia dai vestiti.

«Che ti succede Smith?» lo scuoteva Marshall, «Da un calcio a quei due stronzi, mongolo... che succede Smith? Non la vuoi più la raccomandazione?».

Gli mollò un buffetto sulla guancia.

«Su entriamo e chiediamo perché non ci hanno invitato» propose Anfani.

«Mbuktu, porta i due in un angolo, che non facciano rumore. Ma non toccarli».

«Mai toccato qualcuno in vita mia» rispose questi, «Non festeggiate senzadi me però!».



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