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Mi sveglio di soprassalto.

Sospiro e mi passo una mano tra i capelli sudati.  

Ho fatto un sogno così brutto e realistico che temevo fosse vero.

Mi alzo dal letto e prendo un codino dalla scrivania. Guardo l'ora sul telefono: sono ancora le due e mezzo del mattino.

Mi sdraio di nuovo sul letto e non riesco a smettere di pensare a quel sogno: Niall se ne andava via da me lentamente, a passi così lenti da farmi trattenere il respiro persino nel sonno. E poi al suo posto arrivava Dave. Che poi, chi cavolo è Dave? Sì, è il commesso di quello stupido negozio, ma l'ho visto una sola volta e sono rimasta scioccata dalla sua somiglianza con Niall. Poi non c'entra niente, Niall non è sostituibile con nessuno.

Allora perchè ho fatto questo sogno?

Forse è stato perchè ho mangiato pesante ieri sera.

Continuo a girarmi e a rigirarmi nel letto. 

"Devo assolutamente chiamare Niall.", mi dico.

Guardo nuovamente l'orario: sono le due e trentacinque. Dormirà, questo è sicuro. 

Forse è ritornato da qualche festa da poco, o forse stasera non è uscito. Chissà chi c'era con lui. 

Ma che cazzo? 

C'erano Louis e tutti gli altri.

Non conosco tutti i suoi amici. So perfettamente che ne ha molti e di alcuni non so proprio della loro esistenza.

 E con questo?

Ha anche amiche femmine.

Scaccio qualsiasi pensiero dalla mia testa e smetto di parlare con la parte ansiosa di me stessa.

Mi poggio una mano sulla fronte: ho forse la febbre?

Ma la fronte è fresca.

Sbuffo, prendendo il telefono in mano.

Entro su Whatsapp, guardando il suo ultimo accesso.

Ultimo accesso alle 1:10.

Socchiudo leggermente gli occhi.

Stava solo parlando con qualche suo amico, stava solo parlando con un suo amico, stava parlando con un amico.

Se fossi a Cardiff, sarei a casa sua. Ci posso scommettere qualsiasi cosa. 

Mi manca.

Adesso lo chiamo.

Proprio mentre lo sto facendo, me ne pento, ma è già troppo tardi. Risponde dopo cinque squilli.

"Amber? Cos'è successo?"

Lo sapevo, cazzo. Non dovevo assolutamente chiamarlo. Che stupida che sono, l'ho fatto spaventare.

"Ho... fatto un brutto sogno."

Lo sento sospirare. Forse tratteneva il respiro.

"E cosa hai sognato?"

"Te."

"Ah, che bel complimento."

Mi scappa una risata, e controllo se la porta sia chiusa. Non voglio che i miei genitori mi sentano.

"No... ho sognato che te ne andavi."

"Da dove?"

"Da me"

Sospira un'altra volta.

"Sono qui."

Quelle due minuscole parole mi fanno passare la paura che si era formata, e che mi stava invadendo. Ormai mi conosce troppo bene e sa cosa rispondermi per farmi stare bene.

"Niall, ho bisogno di dormire accanto a te, come una volta. Cavolo, è assurdo."

"Fai finta che io sia lì."

Chiudo gli occhi e lo immagino accanto a me.

"Ti amo, Niall."

"Ti amo anch'io."

Gli dico che non riesco a dormire, e lui parla con me finché non gli chiedo una cosa e non lo sento più parlare. Sorrido e chiudo la chiamata.





A Life In A Diary || Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora