Capitolo 3

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Il giorno dopo mi svegliai dal suono della mia "adorata" sveglia e mi ricordai immediatamente di Lauren. Mi preparai per la scuola e poi andai a svegliarla, ma quando entrai nella camera degli ospiti, lei non c'era più.

Così scesi le scale, ma l'unica persona che trovai fu mio padre davanti ai fornelli a cucinare uova e bacon.

- Buongiorno principessa! - Canticchiò entusiasta.

- Ehi, a quanto pare il tuo appuntamento è andato bene. - Risi. Lui annuì fischiettando qualche motivetto qua e là.

- Sì. Mila.. Mi sono innamorato! - Sentirgli dire quelle parole mi fece provare un senso di tristezza e di felicità al cuore.

Ero contenta di vedere mio padre così preso e così felice, ma non volevo che dimenticasse la mamma.
Mi ricordo ancora il giorno che morì. Sembrava un giorno qualunque. I miei genitori mi stavano accompagnando a scuola, come tutte le mattine, per poi andare a lavorare e mia madre iniziò a cantare come sempre. Mi ricordo che la sua voce era roca, ma era l'unica voce che riusciva a distrarmi da qualunque pensiero ed ogni volta che si metteva a cantare, un sorriso appariva sul suo volto.

Quel sorriso, però, svanì poco dopo e venne sostituito da un urlo di terrore.
Un furgone spuntò all'improvviso dietro l'angolo. Mio padre cercò di frenare, ma senza successo. Andammo contro l'auto ribaltandoci all'impatto. Rotolammo per qualche metro , mentre l'altra macchina andò a sbattere contro un albero.
Mi risvegliai all'ospedale, ero attaccata a dei tubi, mi guardai attorno e l'unica persona che vidi fu mio padre con un braccio ingessato, le lacrime agli occhi ed un sorriso stampato in faccia. Chiamò l'infermiera, ma prima che arrivasse mi raccontò ciò che era successo.

Non capii molte delle cose che disse, probabilmente perché rimasi shockata appena mio padre mi disse di essere stata in coma per quasi un mese, ma la parte più dura arrivò dopo.
Sentì il mio cuore spezzarsi ed il mio corpo farsi più debole di quanto non era prima. Mio padre mi disse che la mamma era passata a miglior vita. Era morta. Non riuscivo a piangere, non riuscivo a parlare, non riuscivo a muovermi. Era come se tutto si fosse fermato per molto tempo, era come se fossi tornata in coma.

Io e papà tornammo a casa dopo qualche giorno, senza di lei. Continuavo a sperare di vederla entrare in casa con un sorriso stampato in faccia, vederla correre verso di me e darmi uno di quei suoi forti abbracci da farti quasi soffocare. Continuai a sperare e sperare e sperare, fino a quando non arrivò il giorno del suo funerale.

Appena entrai in chiesa e vidi la sua bara, sentii ciò che non avevo mai sentito prima. Era come se tutta la tristezza che non avevo mai mostrato prima fosse sopraggiunta in quel momento. Le lacrime iniziarono a rigarmi il volto.

Ricordo di essere corsa verso la bara urlando più volte a mia madre e dicendole di svegliarsi, senza successo. Il suo volto era pallido con dei graffi causati sicuramente dall'incidente, toccai la sua mano e sentii la freddezza del suo corpo.

Non riuscivo a crederci. Volevo solo che mia madre tornasse da me, mi abbracciasse per un'ultima volta e mi dicesse di volermi bene.

Non ricordo che canzone stesse cantando quel giorno, so solo che è stata l'ultima volta che sentii la sua bellissima voce.

- Mila, perché stai piangendo? - Mi chiese mio padre risvegliandomi dai miei pensieri. Non volevo ferirlo, ma non volevo che dimenticasse per sempre la mamma.

- Scusami, ma sono in ritardo per la scuola. - Dissi senza guardarlo in faccia e correndo via. Non avevo proprio voglia di andare a scuola, così decisi di tagliare ed andai a passare il mio tempo in un bar.

Quando entrai vidi solo una ragazza seduta al tavolo più lontano dall'entrata. Io mi sedetti in un posto qualunque ed una cameriera venne a prendere la mia ordinazione. Quando alzai il mio sguardo dal cellulare al suo volto rimasi immobile. Era Lauren.

- Cosa desidera? - Mi chiese senza guardarmi in faccia. Stava fissando la ragazza in fondo.

- Una cioccolata ed una ciambella alla vaniglia. - Appena sentì la mia voce, spostò il suo sguardo su di me e fece una piccola risata.

- Ciao mommy. Salti la scuola? -

- Non sono l'unica. - Dissi, ma lei mi ignorò ed andò a preparare il mio caffè ed a prendere la mia ciambella.

Rimasi lì per quasi un'ora a fare niente. Dinah ed Ally continuavano a messaggiarmi per convincermi di andare a scuola, ma senza alcun risultato. Notavo che Lauren non faceva altro che spostare il suo sguardo dal suo cellulare alla ragazza in fondo.

Dopo qualche minuto entrò al bar una coppia. Appena Lauren li vide, corse da loro per prendere le ordinazioni. O almeno è quello che pensavo.

Corse verso il ragazzo e gli diede uno schiaffo in faccia facendo spaventare la ragazza.

- Che cazzo ci fai qua? E con lei, poi! Mi inviti a qualche appuntamento, mi dici di amarmi e solo perché non volevo fare sesso con te, mi tradisci con questa? - Gli urlò Lauren iniziando a piangere.

Mi alzai ed andai verso di lei abbracciandola. Il suo pianto diventò sempre più forte.

- Sean, mi hai tradita? - Disse l'altra ragazza arrabbiata. Il ragazzo rimase immobile, cercando di capire cosa fosse successo. Diventò sempre più pallido e quando si girò verso la sua "ragazza" si beccò un altro schiaffo.

- Hanna.. Mi dispiace.. Tu non c'eri ed io mi sentivo solo.. - Disse sussurrando.

- Non ci posso credere! Era difficile anche per me, ma non ci ho provato con il primo ragazzo sexy che trovavo. Sean, è finita! - Hanna corse via. "La distanza è terribile." pensai.

- Lauren, perchè l'hai fatto? - Chiese, ma non la feci rispondere.

- Perchè te lo meriti. Hai tradito la tua ragazza ed ora hai spezzato il cuore a Lauren. Sei solo un verme. - Sean mi guardò male, ma sapeva che in fin dei conti avevo ragione. Subito dopo uscì cercando di rincorrere Hanna.

Lauren si staccò dal mio abbraccio e si asciugò le lacrime.

- Grazie.. - Disse.

- ..per aver reso la mia sceneggiata più reale. - Aggiunse ridendo.

- Cosa? Che cazzo vuol dire? - Chiesi confusa.

- Dovevo farli lasciare. Sono uscita qualche volta con quel ragazzo per farlo innamorare di me, gli ho fatto credere di amarlo e bla bla bla. - Rise, poi si girò verso la ragazza in fondo.

- Mi paghi o vuoi che vado a dire ad Hanna tutto? - Le urlò. La ragazza si avvicinò a noi, ma solo allora notai che era un ragazzo con i capelli lunghi. Ops.

- Grazie, Jauregui. - Disse allungando a Lauren un po' di soldi. Erano davvero tanti!

- Quando vuoi. - Lo salutò Lauren.

Non ci potevo credere! Ma che cazzo di persone sono!?

- So cosa stai pensando, ma mi servono soldi quindi non giudicare. - Disse nascondendo il malloppo nella tasca dei suoi pantaloni.

- E poi dici a me di essere una troia. - Le dissi riferendomi al giorno del nostro primo incontro.

- Tieni pure il resto. - La pagai e poi me ne andai.


A/N

Non so se il capitolo è venuto bene o no. In questo mese ho lo stage e mi sono messa a scrivere questo capitolo nelle ore in cui non c'era nessuno hahaha.

~E.

We Can ~ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora