Capitolo 30

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Eravamo di nuovo all'interno di quell'inquietante edificio. Eravamo sedute nella sala d'attesa ed ogni tanto riuscivo a sentire delle urla che mi facevano saltare dalla sedia.

Brittany non si era ancora mossa da quando eravamo arrivate. Aveva i gomiti appoggiati sulle sue ginocchia, le sue mani erano intrecciate tra di loro e continuava a fissare davanti a sé.

Era così silenziosa che per un paio di volte pensavo di essere da sola.

- Brittany, Camila. - Qualcuno ci chiamò. Solo in quel momento vidi la mia vicina muoversi. Girammo la testa nello stesso momento e non appena vedemmo Elliot, ci alzammo in piedi.

- Sono felice di vedervi.. Vi porto dai miei superiori. - Disse per poi iniziare a camminare verso un lungo corridoio poco illuminato. Gli costava troppo mettere delle lampade che illuminassero di più? Non era confortante tutto quel buio in un ospedale psichiatrico.

Ad ogni passo, le suole delle nostre scarpe facevano un rumore che rimbombava in quel corridoio.

Camminammo fino a ritrovarci davanti ad una grande porta in legno. Dietro ci sarebbero stati quelli che avrebbero deciso il futuro della signora Mendes.

- Non dovete fare altro che rispondere alle loro domande. -

- Facile a dirsi. - Sbuffai.

- In quanti sono? - Chiesi cercando di sembrare calma.

- Quello calvo e con gli occhiali da sole è il più difficile da convincere, di solito. -

- Che ci fa con gli occhiali da sole in un posto al chiuso? - Chiesi facendo ridere Brit. Finalmente aveva sorriso, dopo quella chiamata era come se fosse stata inghiottita in un mondo parallelo.

Elliot non rispose e rimase serio come se non avessi detto nulla.

- Pronte? - Chiese. Io e Brittany annuimmo ed Elliot aprì la porta davanti a noi.

Era una piccola stanza, in cui in mezzo c'era un lungo tavolo e dietro ad esso c'erano tre persone, due maschi ed una femmina. Erano tutti sulla cinquantina ed indossavano lo stesso camice bianco di Elliot. Davanti a loro avevano preparato tre sedie apposta per noi.

Io mi misi tra Brittany ed Elliot. Ero abbastanza nervosa così iniziai a guardarmi attorno. La stanza era spoglia. C'erano solo due finestre che si affacciavano all'entrata, era pieno di armadi e di cassetti nei quali fuoriuscivano dei fogli.

- Brittany, Camila.. Loro sono il signor Hudson... - Disse indicando l'uomo seduto alla mia sinistra e davanti a Brittany. Aveva ancora un paio di capelli in testa, era robusto ed in un certo senso mi ricordava Homer Simpson.

- ...La signora Jones... - Questa volta indicò la donna davanti a lui. Portava i capelli mori e mossi in una lunga coda di cavallo, indossava dei occhiali così spessi che faceva sembrare i suoi occhi più grandi di quanto fossero.

- ...E il signor Lopez. - Indicò l'ultimo davanti a me. Era il signore di cui parlava prima, calvo con gli occhiali da sole.

- Signori, loro sono Brittany, la figlia della paziente e lei è Camila, la sua amica. -

- Grazie per averci dedicato il vostro tempo. - Ringraziò Brittany.

- Voi sapete perché la signora sia stata portata qua? - Chiese la donna. Noi annuimmo.

- E allora perché volete incontrarla sapendo che potrebbe tentare il suicidio se ricordasse quei momenti? - Chiese di nuovo.

- Ma non è sicuro e poi lei è pur sempre mia madre. - Disse la ragazza vicino a me.

- Non possiamo rischiare, deve capire che potremmo perdere una nostra paziente. - Disse questa volta il signor Hudson.

- Ma è mia madre! Non potete tenerla là per sempre! -

- Da questo documento che sua madre ha firmato, possiamo. Non vogliamo altri casi di suicidio in questo edificio. - Continuò lui.

- Non accadrà! So che mia madre non lo farebbe! - Ad ogni risposta di Brittany, il signore davanti a me continuava a scrivere delle cose sul suo taccuino.

- Noi stiamo solo cercando di aiutarla, cerchiamo di farla riprendere dal suo trauma, non possiamo rischiare che i nostri progressi vengano distrutti in un solo colpo. - Brittany stava per dire qualcosa, ma io mi alzai dalla mia sedia e guardai dritto negli occhi il signore davanti a me.

- Potete smetterla di usare scuse su scuse? Non volete farci vedere la signora Mendes perché avete paura di scoprire che siete dei dottori inutili e che non sapete fare altro che rinchiudere le persone in questo edificio e drogarle con le vostre stupide pillole. -

- Come ti permetti? Sai chi siamo? - Disse il signore davanti a Brittany alzandosi a sua volta in piedi e sbattendo le sue mani sulla scrivania.

- Sì, tre coglioni che non sanno cosa sia la parola "famiglia". Ora siediti Simpson! -

- Non so perché avete scelto questo lavoro, non so come voi tre siate diventati i superiori qua dentro, ma Dio! Non riuscite a vedere quanto lei sia disperata? Non vedete quanto le manca la propria mamma? Non vedete che ha bisogno di rivederla e di parlarle? E per di più volete pure trasferirla se questo "colloquio" andasse male!? Lei sarà pure la vostra paziente, ma è sua madre! Si può sapere che cazzo di problemi avete? Forse gli unici che devono essere rinchiusi qui dentro siete voi! -

- Mila... - Sentì Brit sussurrare. Io continuavo a fissare l'uomo davanti a me, mentre gli altri due mi guardavano con disprezzo.

- Tu che rapporti hai con la signora Mendes? - Era la prima domanda che ci fece, o meglio, che mi fece.

- Lei è la nonna di mia figlia. - Un sorriso apparve sul suo volto e qualche minuto dopo iniziò a ridere.

- Io l'ho detto che hanno dei problemi. - Dissi guardando verso Brittany ed Elliot. Quest'ultimo aveva un sorriso stampato in faccia e sembrava quasi sollevato.

- E' da molto tempo che non sentivo qualcuno rispondervi in questo modo! Vi permetto di incontrarla, ma se dovesse avere una ricaduta voi vi assumerete tutte le colpe. - Disse tornando serio alla fine.

- Ma capo..! - Cercò di convincerlo la signora, ma lui la zittì immediatamente rimproverandola. Come pensavo loro erano solo i suoi segretari o i suoi portavoce.

- Ora sparite prima che cambi idea. - Io presi la mano di Brit ed Elliot e corremmo via.

- Grazie! - Urlai lungo il corridoio oscuro, ma in quel momento mi sembrò più luminoso di prima.





A/N

Mia sorella ha iniziato a guardare Pretty Little Liars e questo vorrà dire che io lo ricomincerò di nuovo *^*

-A

We Can ~ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora