Capitolo 5

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- E' solo un brutto incubo, vero? - Dissi a me stessa, cercando di convincermi che non stava accadendo davvero.

- Mama... Ti volio be..ne.. - Disse d'un tratto Emily ancora addormentata. Stava sognando beatamente e sul suo volto c'era un piccolo sorriso che venne sostituito da una smorfia quando il mio cellulare iniziò a squillare.

Risposi velocemente, ma prima mi assicurai che la bambina stesse ancora dormendo. Dopo un paio di minuti uscì dalla stanza lentamente.

"..laaa!! Milaaa!! Mi sentiii?!?!?!" Mi urlò Dinah dall'altra parte del telefono.

"Cazzo vuoi Dinah?!" Chiesi abbastanza scocciata.

"E' successo qualcosa?"

"No."

"Sicura?"

"Sì." La sentii sospirare.

"Cosa vuoi DJ?" Dissi un po' più calma.

"Indovina chi verrà ad un appuntamento con me e Normani?" Canticchiò e dalla sua voce riuscivo a sentire quanto era felice e nervosa.

"Io no." Canticchiai allo stesso modo e risi immaginando la faccia sconvolta di Dinah in quel momento.

"E dai, Mila. Normani porterà una sua amica.. Per favooooreee.." Sospirai.

In quel momento sentii delle voci dal salotto. Scesi lentamente le scale, ma mi fermai a metà.

- Non ti preoccupare, devi darle tempo. - Era Clara che cercava di consolare mio padre.

- Mi dispiace, ora vado a parlarle. Non doveva trattarti in quel modo. - Sentii il mio vecchio alzarsi dal divano e camminare verso di me. Iniziai a salire le scale velocemente, ma mi fermai quando non sentii più nessuno camminare.

- Vorrei andarle a parlare io se proprio insisti. - Feci una smorfia. Chi si credeva di essere? La fata turchina che aggiusta tutto con un semplice poof?

- Ok.. - Si arrese mio padre. Tornai velocemente in camera mia.

"Milaaa?!?!!?" Mi urlò di nuovo Dinah.

"Va bene.. Ci sto!" Urlai entrando in camera.

"Davvero? Grazie, grazie, grazie! L'appuntamento è alle..."

"Sei a casa?" Iniziai a controllarmi allo specchio e a pettinarmi velocemente.

"Sì.. Comunque l'appuntam..." La porta della mia camera si aprì ed io corsi a prendere il mio zaino.

"Va bene, tra 10 minuti sono da te DJ. A dopo."

"Mila.. Aspetta.. Ma che caz.." Spensi la chiamata e guardai la figura in piedi davanti la mia porta.

- Stai uscendo? - Mi chiese.

- Non sono affari tuoi. Ora spostati. - Camminai verso di lei.

- Noi due dobbiamo parlare. La tua amica può aspettare. -

- No. Tu puoi aspettare. - Cercai di uscire dalla mia stanza, ma lei mi spinse impedendomi di andarmene.

- Non toccarmi, troia! - Urlai. Subito dopo sentii un dolore alla guancia. Mi aveva appena colpito. Stavo per risponderle quando sentii una piccola voce piangere. Era Emily. Si trovava dietro Clara ed aveva visto tutto. Andai da lei e la presi in braccio.

- Mama.. Ma..ma.. Tu cattiva! - Disse alla donna ancora girata di spalle.

- Va tutto bene, piccola. Adesso andiamo da zia DJ, ok? - Si asciugò le lacrime e poi annuì. Mentre ci allontanammo dalla donna ancora immobile, Emily iniziò a farle delle linguacce.

Cambiai Emily, presi qualche pannolino in più e scendemmo le scale. Mio padre era in salotto seduto, ma non appena ci vide uscire corse di sopra.

La casa di Dinah non era molto lontana da casa mia, così io ed Emily decidemmo di camminare.

La bambina iniziò a saltellare qua e là, ma non appena vide il parco dove andiamo sempre si girò verso di me con occhi supplicanti.

- Va bene, andiamo.. Ma non possiamo stare molto. Dobbiamo essere a casa di DJ.. - Mi fermai. Solo ora mi accorsi di non averla lasciata finire di parlare.

La chiamai e non appena mi rispose scoppiai a ridere. Era incazzata nera, ma io non riuscivo proprio a smettere.

"Scusami.. Comunque.. A che ora..?" Chiesi tra le risate.

"Alle 8." Riuscivo a sentire la rabbia nella sua voce, ma la mia ridarella non voleva proprio fermarsi. La salutai un po' più calma e poi controllai l'ora. Erano appena le 4.

Emily iniziò a correre verso l'altalena, ma si fermò quando vide che era già occupata.

Rimase lì a fissare la bambina e quando mi avvicinai la riconobbi. Era Alison.

- Mila!! - Urlò correndo verso di me e saltandomi addosso.

- Ehi, piccola. Non eri tornata a casa con Lauren? - Risi.

- No, questa marmocchia ha voluto rimanere a giocare qua. - Mi girai e vidi la ragazza dagli occhi verdi.

- Mama! - Emily iniziò a tirarmi il braccio cercando di far scendere Alison. Misi a terra la bionda e mi abbassai per raggiungere l'altezza delle due bambine.

- Alison, lei è Emily.. Mia figlia. Emily, lei è Alison.. Una mia piccola amica. - Alison allungò la sua piccola mano ad Emily e non appena la mora la afferrò, iniziarono a ridere.

- Emmy, Emmy! Giochiamo? - Emily mi guardò per chiedermi il consenso e quando le annuì, sorrise e corse via con Alison.

Lauren era ancora dietro di me che mi fissava.

- Cosa vuoi? - Chiesi. Stava per rispondermi, ma il suo cellulare iniziò a squillare e rispose dandomi le spalle.

- Pronto? Sì, sono io. No, oggi non posso. Ti ho detto di no. NON ROMPERE I COGLIONI, PORCA TROIA! - Mi spaventai al suo urlo. Stava per riattacare, ma si fermò.

- Non voglio il doppio. Se mi paghi il triplo allora va bene. Ok. Ciao. - Subito dopo chiamò qualcuno.

- Oggi sei a casa? Ok, stai attenta. - Fece un'altra chiamata. Sembrava si fosse dimenticata del tutto di me.

- Ciao, sono Lauren. Oggi puoi? Se ti pago il doppio? Il triplo? Ok, grazie.. Ciao. - E dopo quella chiamata, riuscivo a vedere uno sguardo preoccupato sul suo volto.

- Va tutto bene? - Chiesi. Appena mi vide fu come se si fosse ricordata di me.

- Oggi puoi badare ad Alison? Solo per oggi, ti prego. Ti pago tutto quello che vuoi. - Non era più calma come al solito, era agitata e questo la rendeva così dolce.

- Certo. Lo faccio pure gratis. -

- Grazie, davvero! - Mi abbracciò d'un tratto ed iniziai a sentire un profumo di vaniglia.

Non appena si accorse del suo gesto indietreggiò ed andò da Alison per salutarla. Corse via non appena le diede un bacio sulla guancia, ma la bambina iniziò a seguirla. Presi la piccola mano di Emily e cercammo di raggiungere Alison.

Uscimmo dal parco e tutto iniziò muoversi a rallentatore. Lauren continuava a correre via senza sapere che la bambina era dietro di lei.

Attraversò la strada con il semaforo rosso e la bionda fece la stessa cosa. Sentii il rumore di una macchina arrivare. Alison iniziò ad urlare e non appena Lauren si accorse di lei, si girò.

In quel momento il mio corpo si mosse da solo, lasciai la mano di Emily e corsi verso Alison. L'ultima cosa che sentii fu un urlò disperato di Lauren e poi dopo il buio più totale.


A/N

Hmm.. Ci ho messo tutto il giorno per pensare cosa scrivere hahahaha

~E.

We Can ~ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora