Capitolo 38

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- Salve. - Mi salutarono dei clienti, facendomi togliere l'attenzione dal libro che avevo in mano. Mi ritrovai davanti una ragazza dai bellissimi capelli castani nei quali, le punte finivano a formare dei perfetti boccoli. Mi sorrideva e mi guardava con quei grandi occhi verdi. Erano come quelli di Lauren, ma aveva un qualcosa di diverso. Forse erano più chiari, ma non ne ero sicura. Vicino a lei c'era un ragazzo pelato e dalla carnagione abbastanza scura. Non si assomigliavano affatto, forse stavano insieme.

- S-sì, scusate. Ero troppo presa da questo libro. - Risero.

- Stiamo cercando lavoro e abbiamo letto il vostro volantino fuori dal negozio e vorremmo tanto iniziare a lavorare qui. - Mi spiegò la ragazza.

- Devo prima parlarne con il proprietario. Dovreste lasciarmi il vostro nome, cognome ed il vostro indirizzo. Vi manderemo una lettera con tutti gli orari e le informazioni. - Allungai a loro il mio taccuino e dopo qualche minuto me lo restituirono.

- Lincoln, come il presidente! - Dissi leggendo e ricevendo una risata dai due. Poco dopo una risata uscì dalla mia bocca.

- Non vi avevo chiesto il numero. -

- Se vuoi parlare con qualcuno quando sei annoiata qua dentro, poi sempre chiamarmi. - Disse Lincoln.

- Ci stai provando? - Chiesi direttamente.

- Tu che pensi? - Disse guardandomi dritta negli occhi con un sorriso malizioso.

- Penso di essere fidanzata. - Dissi mostrandogli il bellissimo anello che mi aveva regalato Lauren.

- Ovviamente, sarebbe stato strano se una ragazza così bella non avesse avuto un ragazzo. -

- Ragazza. - Lo corressi ed attirai l'attenzione di Lexa, l'altra futura bibliotecaria. Rimanemmo in silenzio per un paio di minuti, quando qualcuno entrò.

- Camz, è ora di pranzo. -

- E-Ehi arrivo. La lettera dovrebbe arrivare domani o dopo domani, al massimo vi chiamo e vi farò sapere. - Dissi per chiudere definitivamente quella storia.

- Loro chi sono? - Chiese Lauren avvicinandosi a me e venendo dietro nel bancone.

- Lei è Lexa e lui è Lincoln. Forse diventeremo colleghi. -

- Diventerete sicuramente colleghi, nessuno vorrebbe lavorare in una biblioteca come questa. Se non fosse stato per te, il proprietario avrebbe chiuso tutto questo. -

- Non dire così. E' bello lavorare qui, puoi leggere, leggere e leggere. -

- Per quanto tu ed io amiamo leggere, questo posto stava cadendo a pezzi un mese fa. Se non avessimo dato una mano, a quest'ora tu staresti a casa a dormire. -

- Non sarebbe stato male porte stare a letto fino a quest'ora. - Risi all'idea.

- Lo fai già, il sabato e la domenica. - Mi ricordò Lauren.

- Ora andiamo. Amore, ho fame. - Mi implorò.

- Quindi è lei la tua ragazza. - Disse Lincoln osservando ogni tratto di Lauren, il che rese la situazione inconfortabile per me.

- Già. Mi chiamo Lauren Jauregui, piacere. Lavoro in un bar a pochi isolati da qui. - Disse allungando loro la mano.

- Visto che saresti colleghi di Camz, che ne dite di conoscerci meglio? Potremmo pranzare insieme. - Suggerì lei. Tutti noi accettammo la sua proposta ed andammo a mangiare al solito ristorante.


- Mangiate sempre la pizza? - Chiese ridendo Lexa.

- No, a volte prepariamo dei panini da casa e stiamo per conto nostro in biblioteca. - Spiegai.

- Anche se mangiare sempre pizza non mi dispiacerebbe affatto. -

- Quindi, come vi siete conosciute? - Ci chiese Lincoln.

- Stavo accompagnando mia figlia al parco e Lauren occupava l'altalena. Fu la prima volta che la vidi, poi ci siamo riviste a scuola. - Risposi, tralasciando il fatto che siamo sorellastre. Ci eravamo trasferite per iniziare una nuova vita ed in questa nuova realtà, noi due non eravamo sorelle. Eravamo solo due ragazze che si sono incontrate al liceo e si sono innamorate l'una dell'altra.

- Hai una figlia? - Mi chiesero entrambi sorpresi.

- Ne abbiamo tre. - Li corresse Lauren. Aveva ragione, ne avevamo tre. Alison e Charlotte ci trattavano come se fossimo davvero i loro genitori e ciò mi rendeva davvero felice, anche se ultimamente Char è arrabbiata con noi. Non ha ancora accettato il fatto di essersene andata lasciando tutti i suoi amici alle spalle.

Continua ogni sera a piangere e sentirla mi spezza il cuore ogni volta. Emily ed Alison, però, non capiscono la tristezza della loro sorellona ed anche se provano a consolarla ogni notte con dei piccoli abbracci e dei piccoli baci, non sanno il motivo di quelle lacrime.

- Camz, che hai? -

- S-Scusa, stavo pensando a Charlotte. -

- E' una delle vostre figlie? - Chiese Lincoln incuriosito dalla nostra piccola famiglia. Io annuì.

- Dovremmo tornare a Miami. - Dissi decisa.

- Camz, lo sai che non possiamo. -

- Dobbiamo affrontarli, Lo! Non abbiamo altra scelta. Non riesco più a reggere i pianti di Char. E' troppo dura da sopportare. -

- E poi mi mancano quelle tre idiote. - Dissi riferendomi a Dinah, Normani ed Ally. Pur continuando a parlare, mi mancavano le risate insieme a loro, mi mancava entrare a scuola e sentire i pettegolezzi di Dinah, mi mancava sentire Ally pregare ogni volta che lasciava un ragazzo ed anche sentire Normani parlare di unicorni ed elfi.

- Mi manca Miami, Lolo. -


A/N

Qualche giorno fa, a Torino, c'era il Gay Pride! Stavo morendo di caldo, i piedi mi stavano chiedendo pietà, ma è stato davvero divertente! ^^

Ho notato che metto sempre l'A/N, non so perchè, ma mi piace haha :)



~E.

We Can ~ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora