11. IL CAMPUS

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Ero tornata a casa da qualche giorno e per tutto il tempo non avevo fatto altro che evitare Daniel.
Non riuscivo ad affrontare minimamente l'argomento e lui sembrava non volerne parlare.
Probabilmente non ricordava.
Meglio così.

Era ora di pranzo e stavo morendo di fame.

Dopo il mio comportamento quasi autosuicida mio padre si era convinto che avessi bisogno di svagarmi un po così mi propose un fine settimana un po' insolito:

- Ti ho iscritta ad un campus a Melwille -

Sputai letteralmente quello che stavo mangiando.

- Stai scherzando? - mi accigliai.

- No per niente - rispose come se nulla fosse, continuando a guardare il giornale.

- Non puoi fare così! Senza chiedermi nulla poi! - urlai alzandomi dal tavolo.

- Te lo sto dicendo ora Clary -

- Se la mamma fosse qui non te lo permetterebbe -

- Ma lei non è qui -

Sbattei la sedia per terra e me ne andai in camera.

Che razza di insensibile.

Nel corridoio incontrai Daniel.
- Clary? - era preoccupato.

Fui costretta a preparare le valigie: sarebbero stati solo tre giorni ma qualcosa mi diceva che sarebbe stato peggio.

La mattina seguente la sveglia suonò alle cinque in punto facendomi cadere dal letto.

Mi alzai controvoglia andando a fare una doccia, misi dei leggins neri per stare comoda ed una felpa bianca abbastanza larga.
Poi mi truccai un minimo per non sembrare più depressa di quando già la gente credeva che fossi e alle sei partimmo.

Fuori era ancora buio e faceva freddo.
In macchina eravamo solo io e Daniel: mi avrebbe accompagnato lui.

Abbastanza imbarazzante.

Decisi di alzare il volume della radio pur di evitare discorsi.

- Clary dobbiamo parlare - disse
- Invece no -
- Non so perché ti comporti così - disse continuando a guidare.
- Non ti ricordi allora? -
- No -

Basta. Glielo dovevo dire.

- Mi hai baciato e hai detto delle cose. Fine. Non c'è nulla di cui parlare - dissi tutto d'un fiato.

Spalancò gli occhi.

Probabilmente non se lo aspettava.
- Cosa? Clary avevo bevuto...mi dispiace. Non accadrà più -

Strinsi i pugni.

Ero arrabbiata perché aveva bevuto o per il fatto che non era vero il bacio?

- Come può una persona come te fare un lavoro del genere e bere? Dovresti proteggere le persone e tu bevi? Davvero? -
quelle parole mi uscirono di bocca.

Non mi rispose, si limitò ad accostare verso la prima stazione di servizio.
- Perché ci fermiamo? -
- Devo fare benzina. Tu resta in macchina - disse freddo.
Poi sbattè lo sportello.

E adesso? Cosa gli prendeva?

Decisi di scendere per sgranchirmi le gambe e andare a comprare qualcosa da mangiare.
Poi sentì qualcuno chiamarmi:
- Clary in macchina! -
Mi girai.
- Sto solo andando a prendere qualcosa da mangiare -
-Muoviti -
Ma che cavolo voleva?

Entrai nella stazione sbattendo la porta.
Presi degli snacks e qualche bibita poi andai in cassa a pagare.
- Hey dolcezza ti serve altro? - chiese l'uomo alla cassa.
Non feci in tempo a rispondere che arrivò Daniel dietro di me.
- Come la hai chiamata scusa ? -
Cercai di risolvere la situazione calmandolo.
- Daniel calma non c'è bisogno di fare così -
- Hey amico non scaldarti così stavo solo scherzando ahahah - rise l'uomo al bancone.
- Vediamo se ridi ancora adesso - ripose avventandosi e prendendolo per il collo.
- Daniel fermo! - urlai afferrandolo per la maglietta.

Fu inutile.

Con un colpo atterrò l'uomo e poi mi prese per un braccio.
- In macchina -
- Ma cosa hai fatto??- ero agitata.

Non mi rivolse la parola per il resto del viaggio ed io non cercai nemmeno di parlargli.
Era diventato aggressivo senza un motivo.
Aveva bevuto?
Non volevo saperlo.

Arrivammo al campo verso le quattro di pomeriggio : subito ci accolse una signora un po grassotta che ci abbracció.

- Benvenuti! Io sono Amelie! Venite vi mostro dove vi accamperete -

- Mi accamperò solo io, lui mi ha solo accompagnato - risposi arrabbiata.

Lui non si sarebbe accampato con me.
Mio padre non mi aveva accennato nulla.

- No noi ci accampiamo insieme - rispose lui subito alla donna.

- Oh perfetto! - disse battendo le mani e invitandoci di seguirla.

Camminammo per qualche minuto lungo un sentiero nel bosco fino ad arrivare ad una roccia con segnato un numero: 013

- Eccoci. Vi accamperete qui -
Poi ci diede una mappa.
- Se avete bisogno seguite la mappa -

Poi si allontanò.

Odiavo già questo posto.
Mi guardai intorno.
Mi ricordava BLACK LAKE.
Mi si formò un nodo in gola.

- Tutto a posto? - chiese notando che ero diventata pallida.
- Sta zitto -
- Come vuoi - rispose secco.

Che sfacciato.

- Dov'è la mia tenda? - chiesi.
- Ne abbiamo una di tenda Clary -
- No. Io non dormirò in tenda con te -
- E dove vuoi dormire? Fuori al freddo? -
- Non importa -
- Almeno aiutami a montare la tenda - disse.

Sbruffai.

Montammo la tenda: ci volle quasi un ora perché nessuno dei due lo aveva mai fatto.
Alla fine ci riuscimmo.
Poi cercammo di aggiustare il materasso portammo dentro le nostre borse.
Ero davvero stanca.
Poi mi ricordai che avrei dovuto dormire con lui.

Come lo avrei sopportato?

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Scusate per l'ennesimo ritardo....🙈
Per farmi perdonare ho allungato il capitolo:)
Cercherò di pubblicare il prossimo capitolo stasera o stanotte dato che ho tempo:)
Votate e commentate!!!

Grazie mille a tutti quelli che stanno seguendo la storia ❤️❤️❤️
Alla prossima!!!

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