17. LOUNGE BAR

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Ero rimasta tutto il tempo nella mia nuova camera a prepararmi per questa sera: avevo fatto bene a portare dei vestiti in più.

Optai per una gonna nera a vita alta ed una camicia rossa a quadri.
Poi completai il tutto con delle scarpe non troppo alte.
Non volevo essere troppo elegante. Non ero quel genere di ragazza, ma non volevo nemmeno sembrare una facile.

Non come la bionda.

Al solo pensiero mi veniva la nausea.

Ero gelosa forse?
Basta.
Mi diedi due schiaffetti sulle guance per riprendermi.

Andai a farmi una doccia veloce: mi truccai come al solito e feci i capelli mossi.

Ero pronta.

- Muoviti! - sentii urlare.

Sbruffai guardandomi un ultima volta allo specchio: potevo farcela.

DANIEL'S POV.

Nessuno mi aveva detto che fosse fidanzata.
Come era possibile?
In tutto questo tempo non me ne aveva mai parlato.
Forse non si fidava abbastanza.
In effetti era meglio così: almeno non la avrei fatta soffrire.
Questo era il mio mestiere, ma nella vita reale mi comportavo in modo completamente diverso.
Non ero il genere di ragazzo con il quale una madre vorrebbe che stesse la propria figlia.
O meglio, lo ero, nei panni di bodyguard ma non nella realtà.

Mi portai le mani tra i capelli.
Dio che nervi.
Non riuscivo ad immaginarla con nessun altro.

Lei era mia.

Che diavolo stavo dicendo?

Mi cambiai velocemente: presi dei jeans neri ed una camicia bianca.

Tanto avrei dovuto incontrare Pamela.

A lei importava solo il sesso.

Era il mio passatempo preferito.

Tutti hanno degli hobby no?

Presi le chiavi della macchina e mi sistemai il collo della camicia lasciandola sbottonata abbastanza da far intravedere i miei tatuaggi.

Stasera non ero in servizio.

Decisi di scendere sotto aspettandola.

Appena la sentii scendere le scale mi voltai ad osservarla.

Dio quanto era bella.

Stava da dio.

Cercava di fare attenzione ad ogni gradino per non cadere e la cosa era adorabile.

- Perché sorridi? - mi chiese.
- Cosa? Non stavo affatto sorridendo - mi voltai dall'altro lato.

La sentii ridere.

Maledetti sentimenti.

Entrammo in auto ed imboccammo la prima uscita.

- Perché tutti ti chiamano Blacke? - chiese con voce innocente.
Credo non lo facesse apposta ma la cosa era incredibilmente sexy.

- Perché quello è il mio nome - risposi secco.

-  Ma..non ti chiami Daniel? -

Era confusa e si vedeva.

- Quando mi viene affidato un incarico automaticamente viene scelto un nuovo nome. Per non dare troppo nell'occhio -

- Quindi come dovrei chiamarti? -

- Adesso che siamo qui come vuoi - feci spallucce.

- E per quanto tempo avevi intenzione di nasconderlo? - incrociò le braccia al petto.

- Non era rilevante - risposi serio.

Non dovevo lasciarmi trasportare.

- Dove devo lasciarti? - chiesi cercando di cambiare discorso.

- Al Lounge Bar -

- È uno dei locali più rinomati della città questo lo sai vero? Significa che gira anche gente poco raccomandata -

Speravo di farle cambiare idea.

- Come te? - fu la sua risposta.

Cosa diavolo stava dicendo?

- Scusa? - finsi di non aver capito.

- Non prendermi in giro Blacke - sputó acida lei.

- Senti farò finta di non aver sentito chiaro? -

- Ed io invece non farò finta di non aver visto la bionda -

Dio che testarda.
La adoravo.

- Chi? Pamela? - risi.

Non rispose.

Nel frattempo arrivammo al locale.

- Manderò una macchina a prenderti alle undici - volevo non tornasse a casa troppo tardi ma soprattutto che non si mettesse nei guai.

- Guarda che non ho dieci anni -

Non le risposi.
Ero intento a cercare il presunto fidanzato fuori dal locale.

Scendemmo dalla macchina.

- Non c'è bisogno che mi accompagni - disse mentre cercava di aggiustarsi la gonna.

- Clary! - ci venne incontro un ragazzo alto e magro quasi quanto uno stuzzicante.

- Kevin! - esclamò lei abbracciandolo.

Basta era troppo.

- Ehi tu - indicai il tizio con la testa.

Quello mi guardò stranito per poi sorridermi come un idiota.

- Piacere Kevin -

Gli allontanai la mano.
Lei mi lanciò un occhiataccia ma non ci feci caso.

Di solito non facevo così ma la mia pazienza stava per finire.

- Non perderla di vista nemmeno un secondo sono stato chiaro? -

Dopodiché guardai Clary un ultima volta per poi salire in auto ed andarmene.

- Cazzo! - imprecai sbattendo le mani sul volate.

Alzai la musica a palla per cercare di distrarmi: come avevo potuta lasciarla così?
Avrei potuto passare la serata con lei non con quella troia.

Ma cosa stavo dicendo?

Non potevo provare qualcosa per lei.

Il mio lavoro non me lo permetteva.

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Ehilà!! Eccomi!! Nuovo capitolo gente! Spero vi piaccia! Commentate e votate! Adoro leggere i vostri commenti davvero:):)
Ci vediamo alla prossima!❤️

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