25. KIAN

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- Mi dispiace davvero tesoro ma il volo ha fatto ritardo e non sono riuscito a tornare a casa per cena - cercò di giustificarsi mio padre grattandosi la testa.

- Non importa - sospirai alzando gli occhi al cielo.

Sinceramente non mi interessava, mi faceva solo un po' tristezza perché sembrava esserci rimasto male.

Mio padre che rimaneva male per qualcosa?

Mai visto!

Guardai l'orologio appeso al muro: erano le dieci e mezza del mattino.

Io ed Adrian avevamo passato la notte a mangiare la pizza e a guardare la tv, non avevamo praticamente dormito nemmeno un po'.

Adrian spuntò dalla porta proprio in quel
momento salutando mio padre:

- Buongiorno signore -

- Buongiorno Adrian -

Mio padre non sembrava per niente arrabbiato con lui, piuttosto sembravano due sconosciuti, come se avessero azzerato tutti i rapporti.

Strano.

- Quindi? - chiesi di colpo.

Loro mi guardarono non capendo.

Sbuffai.

- Cos'è questa storia della nuova guardia del corpo? - gesticolai nervosa.

Adrian sembrò incupirsi mentre mio padre mi lanciava occhiate omicide per averlo detto davanti alla mia attuale guardia del colpo.

Ero un completo disastro ma questo lo si era già capito no?

- Clary perché non vieni nel mio ufficio? - sforzò un sorriso mio padre.

- Arrivo - mi lamentai immaginando già la predica.

Perché non poteva parlarne davanti ad Adrian?

Tanto lo sapeva anche lui!

Chiuse la porta alle mie spalle per poi sedersi dall'altro lato della scrivania.

- Ho dato un occhiata ai fascicoli di alcuni uomini e ho trovato chi potrebbe rimpiazzare Adrian -

Oh no.

Non pensavo sarebbe stato così diretto e senza peli sulla lingua.

- Ma papà non c'è fretta...- mormorai iniziando a torturarmi le mani.

Ero stata io a volerlo fuori dai piedi e adesso me ne stavo pentendo, dio che situazione!

Mi dispiaceva, dovevo ammetterlo.
Ma come sarebbe stato senza di lui?

- Lo so infatti è una decisione che devi prendere tu. Tra poco andiamo ad incontrare alcuni degli uomini che ho scelto così puoi farti un idea -

Buttai un sospiro di sollievo: almeno non lo avrebbe rimpiazzato subito.

- E lui cosa ne pensa? - chiesi io curiosa.

- Chi? Adrian? - rise.

- Ovvio se no chi? - mi prendeva in giro?

- Non mi interessa. Voglio solo che non capiti mai più una cosa del genere, sono stato io ad assumerlo e posso licenziarlo quando voglio. Peccato, era un ottima guardia -

Rimasi a bocca aperta. Lo aveva detto davvero?

- Forse ha solo sbagliato.... -

- Non sono ammessi errori e lo sai bene -

Annuii per poi andare nella mia camera: Adrian era seduto su uno dei divani lungo il corridoio ed aveva lo sguardo fisso verso il muro davanti a se.

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