15. LA VERITÀ

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Finalmente eravamo arrivati a casa.

A mio padre per poco non venne un colpo appena vide la macchina bucata dai proiettili.

- Abbiamo avuto dei problemi - disse Daniel serio.

- Grossi problemi - aggiunsi io per fargli capire la situazione.

Entrami si voltarono a guardarmi:

- Clary perché non vai di sopra e ti fai un bel bagno? - disse mio padre grattandosi la testa.

Annuii esasperata.

- Tu Daniel vieni nel mio ufficio - aggiunse poi.

Io intanto andai a farmi un bagno caldo cercando di alleviare i nervi e la tensione accumulati: misi dei pantaloncini corti ed una felpa abbastanza lunga e lasciai i cappelli sciolti ad asciugare.

Mi buttai sul letto a guardare il soffitto: non riuscivo a credere a tutte le cose che stavano succedendo, era assurdo.

Poi decisi di scendere di sotto: mi appoggiai alla porta dello studio di mio padre ad ascoltare.

- Bruce ha ingaggiato degli uomini -
Era la voce di Daniel.

- Si questo lo so. Ma non credevo sarebbero arrivati a fare del male a Clary -

Poi sentii un pugno sbattere sul tavolo.
- Devono volere a tutti i costi il progetto, dobbiamo fare qualcosa. Per poco non ci abbiamo rimesso la pelle -

- Lo so Daniel ed è per questo che ti volevo parlare: voglio che porti Clary lontano da qui, mi fido di te e so che la proteggerai -

- Questo è ovvio signore -

Mi portai una mano alla bocca.

Questa volta non avrebbe preso una decisione senza di me. Così decisi di bussare alla porta e poi senza aspettare una risposta entrai.

- Non andiamo da nessuna parte. Prima voglio
la verità. Tutta - strinsi i denti.

Mio padre mi guardò severo mentre Daniel se ne stava seduto su una poltrona ad osservarmi.

Odiava essere interrotto nel suo studio.

Ed io sapevo come farlo innervosire.

- Bene. Siediti allora - fu tutto quello che riuscì a dire.

Mi raccontò di Bruce, di come erano da sempre stati grandi amici, poi un giorno scoprì che stava vendendo informazioni segrete ai loro avversari e lo aveva allontanato.

Da quel giorno aveva promesso di fargliela pagare a lui ed a tutte le persone a cui voleva bene.
Nel corso degli anni uomini erano venuti a minacciare la nostra famiglia.

- Ma tu di questo non ricordi nulla....eri troppo piccola - aggiunse mio padre sorridendo amorevolmente.

Il progetto a cui stavano lavorando era chiamato Progetto Monarch.

- E cosa sarebbe? - lo incalzai.

Stavolta doveva darmi una risposta.

Una VERA risposta.

- Controllo mentale - rispose per poi voltarsi a guardare l'enorme vetrata che dava sul giardino.

- Stai scherzando? Ma è surreale! Che diavolo stai dicendo? -

Stava blaterando.
Non aveva senso quello che diceva.

- È una sezione segreta del governo gestita dall' Intelligence - aggiunse Daniel.

- Ma..non ci credo...io...non è possibile...io credevo che tu...-

Mi interruppe.

- Si ho anche un importante azienda Clary ma ho da sempre lavorato a questo progetto. Un progetto del quale tu e tua madre dovevate restarne all'oscuro - aggiunse per poi guardare verso il basso come se il rimorso lo stesse tormentando.

Quindi era per questo.
Litigavano per questo?

- Devi mantenere la bocca chiusa. Nessuno deve saperlo, chiaro? - mi intimò Daniel fissandomi gelido.

Io annuii terrorizzata.

Sapeva farmi tacere all'instante.
Dopotutto avevo già visto di cosa era capace.

- Ma esattamente cosa fate? - volevo più informazioni.

- Sperimentiamo sostanze in grado di manipolare la mente e alterare le funzioni del cervello. È un progetto altamente pericoloso, nel corso degli anni abbiamo fatto notevoli scoperte e se cadessero per sbaglio nelle mani di qualcuno potrebbe essere un grosso problema -

Ero spiazzata.
Mi diedi piano un pizzicotto nulla gamba per riprendermi.
Era tutto vero.
Sapevo che c'era qualcosa di grande sotto ma non così....grande ECCO.

- Per stanotte ho bisogno che resti a dormire alla Secure Society. Ho già fatto una chiamata e sono disposti ad ospitarti. Almeno li sarai al sicuro -

Quando mio padre prendeva una decisione era irremovibile.

La società per cui lavorava Daniel?

- M- ma è un posto dove si lavora non credo abbiano dei letti o cose del genere -

Dissi ovvia.

- Oh invece c'è molto di più - mi sussurrò Daniel nell'orecchio facendomi sobbalzare.

Avevo i brividi per tutta la schiena.

Come poteva avere un tale controllo del mio corpo?

- E tu dove starai? - chiesi a mio padre.

- Io devo partire per Londra stanotte. Devo avvisare i capi di quello che sta succedendo -

Già ovvio.

- Clary inizia a prendere le tue cose - disse Daniel uscendo dallo studio.
- Prima andiamo è meglio è - aggiunse.


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Buon Natale a tuttiiiii☃🎅🏻🎄😘❤️
Non potevo non pubblicare un capitolo oggi:):) Spero vi piaccia e spero passiate un Buon Natale e magari stasera arriverà un nuovo capitolo chissà..😏 ahahah alla prossima:)

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