47. DESTINAZIONE NEW YORK

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- Non credi che sia un po' esagerato? Ti serve
tutta quella roba per la prima settimana? - chiese sconvolto mio padre alludendo alle sei valigie sparse per la stanza.
- Ovvio - esclamai aprendo le braccia.
- Ma non c'è bisogno! Ci faremo inviare il resto delle cose non appena ci saremo sistemati! Ti avevo chiesto di portare solo il necessario per la prima settimana - alzò gli occhi al cielo.
- Infatti. Ecco il necessario - indicai le valigie.
Non volevo rimanere a corto di vestiti e poi senza le mie cose mi sarei sentita persa.
Lo vidi sbuffare per poi uscire dalla stanza.
Avevo vinto.
- Vado a farmi una doccia e poi passo a firmare le ultime carte in ufficio - mi disse mio padre dalla sua camera.
- D'accordo -
Scesi in cucina saltellando: ero davvero di buon umore.
Presi una ciambella da frigo e la addentai beandomi di quel momento: dovevo avere la mente lucida per finire di preparare quelle sei valigie.
Il campanello mi interruppe dai miei pensieri.
- Vado io! - urlai a mio padre.
Appena aprii la porta mi trovai davanti l'ultima persona che avrei voluto vedere in questo momento.
- Pamela - mormorai stupita per la sua presenza.
- Hey, sono passata per Adrian, è in casa? -
Deglutii a quelle parole.
Non adesso che ero riuscita a superare la cosa.
Un misto tra tristezza e dolore si impossessò di me: non volevo più sentirne parlare.
- No - distolsi lo sguardo.
- Uh e allora quando torna? - avanzò.
- Non torna - le risposi con uno sguardo di ghiaccio.
Il silenzio calò tra di noi.
Lei spalancò gli occhi.
- Che vuol dire? -
Stavo per perdere la pazienza.
- Vuol dire che se n'è andato - gesticolai.
- Adrian se n'è andato? - urlò.
Mi ci volle tutta la calma del mondo per farla entrare e spiegarle come stavano le cose.
Lei rimase tutto il tempo a fissarmi sconvolta.
- Non è possibile, non può aver ceduto così, deve esserci qualcosa sotto - disse grattandosi il mento.
Quindi sapeva del fatto che Adrian era caduto nelle loro mani già una volta.
- Non c'è nulla sotto, semplicemente è stato un bravo attore - chiarii.
- Adrian non è così - mi fissò.
- Si invece - strinsi i pugni.
- Lo dici perché lo credi veramente oppure perché lo vuoi far credere a te stessa? -
Belle parole davvero.
Aveva ragione.
- Lo dico perché è così e basta, ho sbagliato a fidarmi di lui fin dall'inizio -
- Credimi lui non è quel genere di ragazzo. Ricordo ancora la prima volta che lo incontrai, non gli importava di nessuno ed era troppo aggressivo. Ma poi le cose sono cambiate, lui è cambiato e sapere che si è unito di nuovo a quella banda mi manda in bestia - concluse preoccupata.
Wow non credevo che quell'oca fosse capace di formulare un discorso sensato.
Calma Clary lei ti ha salvato la vita ricordi?
- Beh mi spiace ora devo andare - dissi indicandole la porta per farle capire che si doveva levare dai piedi.
- Dove? - chiese curiosa.
- Trasloco - feci spallucce.
Non mi avrebbe rovinato l'unica cosa positiva.
- Wow buon per te -
Già buon per me, chissà se era davvero così.
Ci salutammo e chiusi la porta alle mie spalle.

Qualche ora più tardi....
- Clary sbrigati - mi richiamò mio padre.
Il nostro aereo sarebbe partito a momenti.
- Ciao mamma - la strinsi forte un ultima volta.
- Ti voglio bene piccola mia, appena posso vengo a trovarti - mi diede un bacio sulla fronte.
Presi il mio bagaglio a mano e mi allontanai salutandola con la mano e raggiungendo mio padre.
Stavamo per partire.
Questo non era un addio.
Sarei ritornata di tanto in tanto ma per il momento andarmene era la cosa più giusta.
Mi addormentai per quasi tutto il volo con gli auricolari alle orecchie.
Fu mio padre a svegliarmi per dirmi che eravamo arrivati.

ADRIAN'S POV.
- Dimmi dove hai messo i soldi - presi per il collo l'uomo e lo sbattei contro il muro ripetutamente.
Gli altri stavano mettendo sotto sopra la stanza.
Il capo mi aveva ordinato di andare a fare una visita ad un suo vecchio amico che gli doveva dei soldi.
- Non li ho! - mi urlò quello senza fiato.
Pessima risposta.
Con un colpo secco gli spezzai l'osso del collo facendolo cadere a terra.
- Hey amico vacci piano - mi suggerì Wren da dietro.
Lavoravamo insieme ormai da qualche settimana.
- Sta zitto - me ne andai dandogli le spalle.
Il cellulare vibrò: era il capo.
- Che vuoi? - risposi acido.
Lo sentii ridere dall' altro lato.
- Calmo Adrian. Devi ritornare alla base ho un lavoretto per te -
Attaccai salendo in macchina.
Chissà di cos'altro avrei dovuto sporcarmi le mani stavolta.

CLARY'S POV.
Sentivo l'aria di New York, aria nuova.
I grattacieli erano altissimi e Central Park uno spettacolo unico.
Un taxi ci accompagnò fino a quella che avrebbe dovuto diventare la mia nuova casa: era una villetta poco lontana dalla zona industriale, con un giardino abbastanza grande alle spalle.
Mi piaceva.
- Allora? Che ne pensi? Regalo di compleanno in anticipo -
- È bellissima - sorrisi.
Finalmente sarei diventata autonoma.
- Dentro c'è un altra sorpresa -
Un altra?
- Vuoi già stare qui oppure venire a stare da me? Io ho comprato una casa più grande a mezz'ora da qui -
Volevo stare da sola.
- Va bene qui - ammisi.
L'autista mi aiutò a prendere le tre valigie, le altre sarebbero arrivate più tardi perché ovviamente sei valigie in un auto era un po' impossibile farcele stare.
- Riposati passo più tardi a vedere come vanno le cose - mi salutò mio padre prima di andare via.
Strano che non mi avesse fatto una sue solite ramanzine.
La porta era aperta.
Entrai e venni subito colpita da un profumino invitante.
Una donna mi venne incontro.
- Oh signorina sono contenta di conoscerla! Io sono Carol la sua governante -
Oddio.

ADRIAN'S POV.
Vediamo un po' se avevo capito bene: quel verme doveva concludere un importante affare con un tizio che si trovava dall'altra parte del mondo ed io dovevo accompagnarlo.
Ovvio, ora ero diventato anche il suo personale assistente? Ma stavamo scherzando?
- Ovviamente riceverai il quaranta percento del ricavato - aggiunse poi.
Soldi.
Non rifiutavo mai se c'erano di mezzo soldi.
- D'accordo, e la destinazione sarebbe? - chiesi.
Non mi aveva detto dove sarebbe avvenuto lo scambio.
- New York - mi sorrise beffardo lui.
Spalancai gli occhi.
Fino a New York per uno scambio?
Non riuscivo a crederci.

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Sorpresa!! Allora? Che ne pensate? Commentante e fatemi sapere mi raccomando❤️ ci vediamo alla prossima!!
PS. Se vi va andate a leggere l'intervista che @_Parole_Non_Dette_  mi ha fatto:)
http://w.tt/1ThHbpy

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