41. LUCY

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- Puoi accendere l'aria condizionata? Si muore di caldo qui dietro - domandai all'anziano al volante, iniziando a farmi aria con il deplian del ristorante al quale saremmo dovuti andati a cenare.
Sentii Adrian ridacchiare.
L'autista subito la accese al massimo.
In realtà stare dietro con mio padre ed Adrian dopo quello che era appena successo era abbastanza imbarazzante: non riuscivo a guardare nessuno dei due negli occhi.
- Dicono che sia davvero un bel posto - disse soddisfatto mio padre sistemandosi la cravatta.
Per mio padre la parola "costoso" era sinonimo di "bel posto".
- Certo uno di quei posti per ricconi con le mini porzioni - alzai le sopracciglia.
Vai in un posto del genere per cenare e ti portano mini piattini decorati: tutto fumo e niente arrosto, per non parlare dei prezzi poi.
- Pensi sempre a mangiare eh? - scoppió a ridere Adrian.
Ovvio. Il cibo era la cosa più importante.
- Allora voi due state insieme o cosa? - spuntò fuori mio padre all'improvviso cogliendomi completamente alla sprovvista.
Ma gli sembrava il caso di fare certe domande?
- Papà! - urlai in imbarazzo.
Adrian non disse nulla: fissava in silenzio la strada davanti a se. Stava forse pensando a quello che aveva appena detto mio padre? In effetti nessuno dei due aveva mai parlato apertamente riguardo all'essere una coppia né tanto meno fidanzati.
Quella parola poi, mi suonava così strana.
- Sono curioso - si giustificò lui mandandomi in bestia. Che razza di genitore ficcanaso!
- C'è qualcosa che non va - affermò deciso Adrian all'improvviso mantenendo lo sguardo fisso sull'asfalto mentre la macchina correva l'ungo l'autostrada.
- Cosa? - avanzò mio padre non capendo.
In quel momento la macchina frenó di colpo proiettandoci in avanti: se non fosse stato per le cinture di sicurezza saremmo probabilmente andati a sbattere contro il vetro.
Che diavolo stava succedendo?
- Karl? - chiese mio padre aggiustandosi la cintura.
- Signore qualcosa ci ha tagliato la strada -
Stavo iniziando ad agitarmi.
Iniziai a guardare dal finestrino cercando di capire cosa fosse: di colpo spuntó una figura esile e cacciai un urlo.
Una bambina.
La avevo già vista, ma non riuscivo a ricordare dove! Ma si! La prima volta che avevo vistato il laboratorio!
Lucy, questo era il suo nome.
Se ne stava fuori dal finestrino ad osservarci: aveva i vestiti sporchi, leggermente strappati ed i capelli scompigliati, cosa le era successo?
Istintivamente scesi dalla macchina:
- Clary torna subito dentro! Mi richiamò Adrian -
Non lo ascoltai.
Mi avvicinai a lei piano, sembrava intimorita.
Era stata lei a tagliarci la strada?
- Lucy - dissi piano.
Il suo viso sembrò illuminarsi: era sorpresa del fatto che mi fossi ricordata di lei.
- Sono Clary ti ricordi? Ci siamo viste per qualche minuto al laboratorio - le sorrisi.
Lei sembrò incupirsi non appena menzionai il luogo: doveva essere successo qualcosa.
Sia mio padre che Adrian scesero dalla macchina raggiungendomi:
- Cosa ci fai qui tutta sola? Stai bene? - le chiese Adrian in tono dolce quasi per rassicurarla.
Certe volte sapeva essere la persona più gentile del mondo ed era adorabile a preoccuparsi così.
La bambina iniziò a fissarci entrambi spaesata:
- Sono scappata - affermò piano.
Spalancammo gli occhi.
- E dimmi come mai sei scappata? - le chiese in tono dolce Adrian.
Ci sapeva fare più di me.
- Perché loro volevano farmi fare delle cose brutte - continuò.
Cose brutte?
- Piccola noi vogliamo aiutarti, sei al sicuro adesso okay? Dimmi solo che genere di cose brutte - le chiesi sorridendo per rassicurarla.
Lei sembrò titubare all'inizio per poi parlare:
- Loro hanno detto che devono eliminare le prove, per questo stanno uccidendo tutti i miei amici -
Non riuscivo a credere alle mie orecchie: quella bambina aveva appena detto che stavano uccidendo i suoi amici? Sicuramente intendeva tutti gli altri bambini del laboratorio, quelli usati per gli esperimenti.
Era una cosa disgustosa.
Che mente malata poteva fare una cosa del genere?
Bisognava fare qualcosa!
Adrian sembrò diventare serio: senza dire una parola si tolse la giacca di dosso coprendo la bambina ed accompagnandola verso la macchina.
- Torniamo indietro - affermai decisa.
Mio padre non aveva fiatato fino ad ora.
- Io andrò a controllare al laboratorio tu resti a casa chiaro? - mi ammonii Adrian avendo perfettamente capito il mio piano.
- No! - urlai decisa.
- Ascoltami bene - si avvicinò pericolosamente verso di me - l'ultima volta hai rischiato la vita quindi scordatelo, non metterai mai più piede lì dentro - mi urlò arrabbiato.
Non potei fare altro che abbassare il capo: aveva perfettamente ragione.
Forse notando la mia espressione si accorse di essere stato troppo duro: mi alzò il mento con due dita per poi stamparmi un bacio disperato.
Il primo bacio davanti a qualcuno, sul ciglio di una strada, al buio, con due spettatori: mio padre ed una bambina.

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Salve gente! Ecco un nuovo capitolo! Spero vi piaccia ❤️❤️ commentate e mettete una stellina!! Ve la ricordavate la piccola Lucy? Chissà cosa sta succedendo al laboratorio...
Lo scoprirete nel prossimo capitolo ciauuuuu ora è meglio che vada a dormire perché è tardissimooooo notteee😴❤️

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