Capitolo 36

146 15 10
                                    

ALEXANDER THE GREAT

Brooke POV

Sono le fottute sei e mezza del mattino. È c'è un maledetto altoparlante che mi urla una canzone Metal nelle orecchie. Ma perché Rain deve essere così sadica, Cristo santissimo?
Funziona così, in questo rifugio del cavolo: non esiste un coprifuoco, ma la sveglia è alle sei e mezza, ogni dannatissima mattina con una canzone diversa, e quelli che arrivano in sala da pranzo senza sapere che canzone è lavano i piatti dopo la colazione. Non credevo che l'avrei mai detto, ma grazie a Dio abbiamo Abyss. Le sa tutte. Tutte.

-È Alexander The Great, Iron Maiden.- annuncia infatti anche stamattina. Se ne sta seduto a gambe incrociate sul suo letto, gli occhiali sul naso e un libro in grembo. Da quant'è che è sveglio? E, domanda più importante: mi abituerò mai al fatto che porti gli occhiali?

-Ucciderei, pur di non dovermi alzare.- mugolo coprendomi la testa con il cuscino. Odio un mucchio di cose, ma alzarmi presto è decisamente nella mia top ten.

-Ma per uccidere dovresti alzarti. Forza Streghetta, non è la giornata giusta per restare a letto.- ribatte lui-La nonna non è di buon umore. Per niente. Gli Iron Maiden non sono mai un buon segno.-.

-Ma chi se ne frega...- mi rigiro nel letto, cercando di escludere quella maledetta canzone dalla mia testa.

-Perché gli Iron Maiden non sono un buon segno?- sento Luna che scende dal letto. È bello vederla di nuovo in piedi, per un po' mi ha preoccupata, ma in due giorni è migliorata parecchio.

-Non lo so, ma c'é sempre qualcosa che non va se mette gli Iron Maiden. O è uno di quei giorni in cui è incazzata con il mondo o abbiamo finito il caffè o ha fatto fare l'ennesima fine atroce all'ennesimo personaggio dell'ennesimo libro e si sente in colpa...insomma, se ci sono gli Iron Maiden è meglio non arrivare in ritardo.- è incredibile il modo in cui Abyss parla di sua nonna. Sembra un bambino, e mi fa un'impressione assurda-Quindi alzati Streghetta, non ho la minima intenzione di cambiarmi con te qui dentro. Non voglio che mi salti addosso.-.

Sbuffo e scalcio via le coperte. Ho già detto che odio alzarmi presto? Non è che sia lo svegliarsi, il problema, è che se non sto a letto almeno fino alle otto non mi sento psicologicamente pronta ad affrontare la giornata. Sono fatta così.
Uno dei lati positivi del fare colazione alle fottutissime sei e mezza del mattino è che sono tutti talmente addormentati che nessuno fa caso al fatto che praticamente tutti scendono in pigiama. Per noi è un vantaggio particolarmente grosso: Rain ci ha messi tutti nella "stanza dei bambini", maschi e femmine tutti assieme appassionatamente, e cambiarsi non è il massimo. Di solito facciamo a turno: Luna e io dopo la colazione e Abyss e Valentyn prima, mentre noi scendiamo. Aspetta un attimo, dov'è il pennuto?

-Che fine ha fatto Valentyn?- chiede Luna battendomi sul tempo.

-Non ne ho idea. Non l'ho sentito entrare stanotte e il suo letto è ancora fatto.-ammette Abyss lanciando uno sguardo distratto al letto di Valentyn. Penso che lui sia l'unico che si rifà il letto, qui dentro.

-Questa è bella poi...un Angelo che fa baldoria la notte, credevo fossero tutti bravi bambini.- borbotto cercando una delle mie pantofole. La sinistra sparisce sempre. Non so come diavolo sia possibile, ma ogni cavolo di mattina è in un posto diverso. Probabilmente è il cretino rosso qui presente che si diverte a farla sparire. Sto rovistando sotto il letto quando la vedo, sotto il davanzale della finestra. Come diavolo ci è finita sotto il davanzale della finestra? È dall'altra fottutissima parte della stanza...

Sto andando a prenderla quando sento la porta aprirsi. Mi giro e vedo entrare un Valentyn stanco come non l'ho mai visto, con occhiaie che gli coprono praticamente tutta la faccia e le ali basse, praticamente trascinate.

Old Strange PeopleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora