THE REBEL
Abyss POV
La fottuta sveglia comincia a suonare e io spengo immediatamente la scintilla che mi esplode nel petto.
-Non fare cazzate di prima mattina Abyss, non mi pare proprio il caso.-mi avverte una vocina nel profondo della mia testa.
Seriamente, dovrei farmi vedere da uno psicologo, a volte ho paura di essere schizofrenico. A parte il fatto che se fossi schizofrenico non mi porrei il problema.
Sbuffo e spingo via a calci il groviglio di sveglie e spengo la coperta... no il contrario.
-Vedi cosa succede a dormire solo tre ore a notte Abyss?-
Ma questa cazzo di vocina non sta mai zitta?
Sbuffando mi trascino nel mini bagno annesso alla mia camera per lavarmi la faccia, e per sbaglio mi guardo allo specchio. Sembro uno che è appena uscito da una tomba. La testa di Sherlock Holmes sfracellata sul marciapiede davanti al Barth's aveva un aspetto migliore.
Impreco a bassa voce mentre tuffo il viso nell'acqua gelata e poi ritorno in camera, infilando un improperio ogni due passi. Ho un mal di testa fottuto questa mattina, dico sul serio.
Ficco l'armadio nella man... no, la mano nell'armadio. Ficco la mano nell'armadio e tiro fuori la prima camicia di flanella che mi capita a tiro, mentre studio i Jeans neri abbandonati sulla sedia davanti alla scrivania e decido che in fondo possono andare bene anche se sono stropicciati da fare schifo. Tanto mica devo andare a un ballo reale... soprattutto visti i miei trascorsi con i balli reali.
Mi vesto distrattamente, mi prendo un paio di secondi per prepararmi psicologicamente alla giornata di merda che sto per affrontare, poi alla fine esco per andare a fare colazione.
La mia stanza è la 713, una delle due singole del Braccio della Morte. Ovvero una di quelle due camere di riserva che si tengono sempre da parte nel caso qualcuno di noi rospetti fosse troppo potenzialmente letale per dormire nella stessa stanza con qualcuno che abbia un livello di potenziale fatalità nella media. Le stanze per i peggiori tra i peggiori, in parole povere, e non per vantarmi, ma qui dentro il peggiore tra i peggiori sono io. Sono praticamente un rinnegato: se questa fosse Gallifrey, io sarei il Dottore. Solo che non vado in giro dentro una cabina blu più grande all'interno, non mi circondo di belle ragazze mostruosamente più giovani di me e decisamente non salvo la gente.
Caccio un sospiro frustrato e mi avvio verso la mensa, cercando di non badare al dolore alla testa che pulsa a ogni passo.
Io odio la mensa, cazzo. Principalmente per due motivi:
1) le mense mi stanno antipatiche
2) è il posto dove per la prima volta in questo schifo di giornata che deve ancora iniziare incontrerò i miei simili.
Be', Cristo: simili è una parola grossa qui, visto che in questo posto di merda sono poche le persone con le stesse diavolerie nel DNA, ma non saprei come altro definirli.
Mi siedo al mio solito posto, da solo, come sempre.
Ultimamente tendo ad ignorare chi mi circonda più del solito, ma comunque non è che la gente ci tenga particolarmente a passare del tempo con il sottoscritto, di norma.
A volte provo a vedermi attraverso gli occhi degli altri: in parole povere vedono un coglione con i capelli rossi, decisamente troppo pallido, che se ne sta sempre sulle sue e non parla mai. Nemmeno io rivolgerei la parola a uno così, in tutta sincerità.
Non che a me dispiaccia stare da solo comunque: tendo di mio ad ignorare le persone e poi non sopporto questo posto. È tutto così falso... giuro su tutto quello che volete: la Gente Strana, o meglio i Mutanti, dato che mi pare giusto chiamare le cose con il proprio nome, mi fanno pena. Questi vivono tutta la loro vita in una bugia: sono nati e moriranno qui e non sapranno mai cos'è il mondo reale. Vivranno sempre in questa merda di finta utopia che chiamano Ghetto per scherzo e la cosa che più mi sconvolge è che se ne fregano. Forse qui dentro mettono qualcosa nell'acqua, o sono tipo catechizzati fin da piccoli al fatto che il mondo fuori sia una merda, perché non è possibile che nessuno mostri un minimo di curiosità. Be', non che il mondo non lo sia, una merda, ma una verità amara è meglio di qualunque bugia, per quanto dolce possa essere... o almeno io la penso così.
La sala si sta riempiendo e il chiacchiericcio fastidioso degli altri ragazzi si sta diffondendo nella stanza.
La cosa divertente è che si sono inventati anche tutta una scusa per tenere la gente chiusa qui dentro: in parole povere, il Governo vuole proteggere la Gente Strana, ha creato questo posto per tenerci lontano dalla violenza degli umani e bla bla bla. Una storia che non sta in piedi nemmeno se ti metti a piangere in elfico, soprattutto per un motivo: il Governo è umano. A rigor di logica, quindi, ci odia tanto quanto ci odiano gli altri. Dunque che senso ha proteggerci?
Ogni volta che mi rendo conto che qui ci credono tutti non so nemmeno se ridere o se piangere, ma la verità è che io so cose che gli altri non sanno, alla fin fine. Forse se le sapessero non crederebbero nemmeno loro.
Ora sta entrando una ragazza del Braccio, Brooke. Normalmente mi sforzo di non guardarla nemmeno, perché devo ignorarla e lei deve odiarmi, ma stavolta un particolare attira la mia attenzione: non è sola come al solito. C'é una specie di Puffo biondo che le trotterella a fianco.
Che siano arrivati i novellini di cui avevo sentito parlare? Ora che ci penso anche tra gli Angeli ieri avevo intravvisto una faccia che non mi era nota.
La ragazza nuova é davvero un Puffo, nel vero senso della parola: ci va di lusso se è alta un metro e cinquanta, è magra come un chiodo e... Cristo, quelli sono occhi rossi?

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Old Strange People
Science FictionSono passati cento anni. Cento anni da una guerra spaventosa. Cento anni dalla quasi fine del mondo. Cento anni dalla quasi fine dell'umanità. Del mondo come lo conosciamo noi non è rimasto quasi niente, soltanto qualche villaggio fatiscente e grupp...