Capitolo 17

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BUGIE

Mòrrìgan POV

-Cosa gli hai fatto?- dalla voce la ragazza sembra inorridita. Be', mi sembra ovvio che sia inorridita, sarebbe preoccupante che non lo fosse. Non voglio vederti, non voglio vedere nessuno, vai via stupida, lasciami morire in pace. Sto ferma, raggomitolata sul pavimento vicino a Daemon in mezzo ad una distesa di vetri infranti, gli occhi serrati, le lacrime ricacciate dentro a forza di denti infilzati nelle labbra più e più volte. Non voglio vederti, vai via.-Rispondimi! Che cosa gli hai fatto?- vai via, vai via! C'èun tumore al primo stadio nel pancreas...un virus di una qualche malattia alle vie respiratorie in incubazione...no. Ho già fatto abbastanza cazzate per oggi, questa povera donna non mi ha fatto nulla, se non entrare al momento sbagliato.-Lasciami in pace.- bisbiglio-Ti prego vai via, non voglio fare del male anche a te...-. Per favore, usa il cervello, ascoltami. -Devo chiamare qualcuno?- ma porca miseria, possibile che il resto dell'umanità sia così idiota?-Va via!- urlo. Sento la porta chiudersi e rimango al buio. Sento le lacrime cominciare a scendere. È tremendo: all'inizio sei felice, pieno di energia, ti senti bene. Poi, lentamente ti rendi conto di quello che hai fatto e allora vorresti urlare, urlare fino allo sfinimento, solo che lo sfinimento non viene mai: per quanto forte e a lungo tu possa gridare, non avrai mai gridato abbastanza. Più o meno è così che ci si sente:uno schifo. La porta si apre di nuovo. Basta...cosa volete da me? L'ho già detto, anzi pensato: lasciatemi morire in pace.

Già, peccato che sei immortale...

Ops...vero...

-Mòrrìgan? Sei tu piccolina?-sento una voce familiare-Sono Trevis...il professor Trevis. Ascoltami, va tutto bene,ok?-. Come può questo stupido angelo dire che va tutto bene? Ho ammazzato una persona, Cristo! Non va tutto bene! -Posso venire lì da te?- continuo a tacere e a tenere gli occhi serrati. Perché hanno fatto venire Trevis? È solo un prof di matematica e neppure troppo sveglio, cosa cazzo centra? Si avvicina, sento il fruscio delle ali che si restringono per permettergli di sedersi vicino a me. Comincia ad accarezzarmi la testa, manco fossi un gatto, mormorando parole senza senso. Ha un effetto strano, rassicurante.-Stai calma, è tutto apposto, ora però ti devi alzare, va bene? Ci sono troppi vetri qui, rischi di farti male.- quante cazzate...e se anche mi tagliassi cosa cambierebbe? Basterebbe volerlo e nel giro di un secondo sarei come nuova, ma...c'è qualcosa nella sua voce che mi convince ad aprire gli occhi: è davvero preoccupato per me, davvero non vuole che mi faccia del male. Però non mi voglio alzare.-Va bene,- mormora con lo stesso tono gentile di prima-Ho capito.-. Intravvedo la sua figura muoversi nell'ombra e subito dopo mi sento sollevare da due braccia ricoperte di lana morbida. No, tutto, ma non in braccio, vi prego: è da un pezzo che ho imparato a camminare.-Mi metta giù!- dico cercando di ficcare nella voce tutta la rabbia che ho dentro-Mi seguirai senza fare storie?- chiede. No, stop un attimo, da quando in qua gli angeli sono diventati ricattatori? -Sì- sbuffo roteando gli occhi. Non so perché, ma anche senza vederlo giurerei che sta sorridendo. Mio malgrado sorrido anche io, perché diavolo ora mi sento meno uno schifo rispetto a prima? Mi torna in mente una cosa che mi aveva detto Daemon tempo fa: esiste un quarto tipo di angelo, il cosiddetto "angelo sensitivo" che secondo le sue spiegazioni dovrebbe essere in grado di sentire le emozioni altrui e di alterarle leggermente, tipo Jasper su Twylight...diceva che era una variazione molto rara, che si era verificata solo sette volte nella storia e che c'era un'unico caso tutt'ora vivente. Che possa essere il professor Trevis? Effettivamente mi è sempre sembrato eccessivamente emotivo persino per essere un angelo...e questo spiegherebbe perché l'hanno fatto venire. Mi posa a terra con attenzione e come promesso io mi alzo e comincio a seguirlo per i corridoi senza opporre resistenza di alcun tipo. Ho lasciato in spogliatoio la chiave di volta, quindi non ho la più pallida fottuta idea di dove mi stia portando. Cazzo, mio fratello aveva ragione: "fottuto" e "cazzo" sono come il nero, stanno bene con tutto. Riflessioni idiote post omicidio...un giorno o l'altro finirò per conquistare il mondo grazie a queste riflessioni. Ma che cazzo sto dicendo? Ecco, di nuovo la fottuta parola cazzo. No, davvero, ora basta, anche perché credo che siamo arrivati: la porta blu. Quella stramaledetta porta blu con scritto sopra "God save the strange people". Immagino che questo significhi che sono nella merda fino al collo... Trevis si gira verso di me-Il Nonno vuole parlarti.- mi annuncia-Non ti preoccupare, vuole solo parlarti, niente interrogatori o cose strane, solo parlare.- si affretta ad aggiungere vedendo il mio sguardo terrorizzato.-Ti prego, stai tranquilla, è assolutamente innocuo e non è il caso che gli venga fatto del male, quindi per favore, controllati.-. Lo fisso con assoluta serietà, e appena chiude la bocca non riesco a trattenermi dall'aprire la mia e darci fiato-Prof, mi scusi se sono invadente, ma...lei è gay?-. Non so perché succeda così, fatto sta che ogni volta che ammazzo qualcuno poi la mia mente parte per i cazzi suoi e io vado avanti a pensare e a dire minchiate finché non vado a dormire. Quando mi sveglio tutto è tornato ad una relativa normalità, ma nel frattempo...forse è un meccanismo di difesa: per impedirmi di pensare a quello che ho fatto. Il professore mi fissa allibito-E questo cosa diavolo dovrebbe centrare, di grazia?- che tradotto nella nostra lingua significa " e questo cosa cazzo centra, porca di una fottutissima puttana?". Ho notato che gli angeli sono piuttosto restii a dire parolacce, se non tra loro, persino i più giovani, come Valentyn. L'unico linguaggio scurrile che si permettono è per insultarsi scherzosamente a vicenda.-Non lo so- ammetto con un indesiderato tono sconsolato-Be', in ogni caso se ti va puoi chiederlo al mio ragazzo. Ora fila dentro, ti aspetto qui.-ribatte il professore aprendomi la porta. No, davvero? Ho indovinato? O è un ottimo attore, o la mia Ossessione per Sherlock Holmes sta dando i suoi frutti. Sì, Ossessione con la "O" maiuscola. A passo incerto, con la disperazione momentaneamente messa a tacere da Trevis che mi risale in gola, entro nella stanza, che come l'altra volta sembra il covo di un vecchio mago, il quale se ne sta seduto tutto ingobbito alla sua scrivania di legno, impegnato a firmare carte. Mentre aspetto che si accorga di me lascio che lo sguardo vaghi su quello che mi circonda, cercando di calmare la mente facendola lavorare: il disordine mi suggerisce che quest'uomo si sia sposato in giovane età, ma che sia rimasto vedovo altrettanto presto: infatti non ha mai preso l'abitudine di riordinare le sue cose, perché lo faceva la moglie, ma alla sua morte ha sofferto così tanto che l'ambiente che lo circonda ha perso per lui ogni interesse. È un uomo abitudinario, gli piace conservare tutto ed è tormentato da qualcosa: legge un sacco di libri e vista la sua età e la sua ipotetica depressione risulta più probabile che lo faccia per distrarsi che per la mera gioia di conoscere. Non gli è rimasto nessuno che gli voglia bene: i vestiti sono di buon gusto, ma spiegazzati e l'aspetto in generale è poco curato, il che mi fa pensare che, malgrado faccia di tutto per mantenere una parvenza di dignità, nessuno si prenda cura di lui, ergo: niente figli o nipoti, e se li ha non sono molto interessati a lui. La conformazione delle gambe e la postura della schiena indicano che ha giocato a calcio fin dalla più tenera età e che ha continuato finché la salute glielo ha permesso. Il bastone da passeggio posato di fianco alla scrivania è piuttosto vecchio, ma poco consumato, posso quindi supporre che sia afflitto da dolori occasionali probabilmente legati al clima, oggi infatti è particolarmente umido...-Oh, Mòrrìgan cara! Ti prego siediti.- che tono paterno...sembra proprio un nonno. Sarebbe quasi piacevole sedersi qui e parlare con lui se non fosse per la tensione che mi attanaglia lo stomaco.-Sai, sono stato tempestivamente informato dello spiacevole episodio capitato oggi pomeriggio. Mi è dispiaciuto apprendere che hai ucciso il tuo istruttore, corrisponde al vero?-ma dai, sul serio una volta parlavano così? Dio che tristezza... Lentamente annuisco, cercando di trattenere la voglia di mettermi a urlare...il tatto l'ha buttato giù per il cesso? Lui non fa una piega e continua a guardarmi da dietro gli occhiali-Senti bambina, sarò franco con te. Nessuno ti da la colpa di quello che è successo oggi, Daemon era consapevole di cosa rischiava facendosi carico del tuo caso e si può dire che un po' se l'è anche cercata. In ogni caso ora sappiamo quanto sei potente e questo non ci sta mai male, provvederemo ad assegnarti un nuovo istruttore al più presto, nel frattempo confido che tu ti tenga in allenamento per conto tuo. Ora, c'è una questione logistica piuttosto importante da chiarire: alla luce degli avvenimenti odierni, ritieni necessario un trasferimento ad una camera singola? A quanto pare infatti il tuo autocontrollo era stato sopravvalutato, senza offesa.- scrollo le spalle soppesando le sue parole-Nessuna offesa.- assicuro con voce flebile-Per quanto riguarda il trasferimento...certo, finora non è successo nulla di sgradevole, ma non vedo motivo di aspettare.-. Annuisce con aria pensierosa-È quello che penso anche io. A breve ti verrà comunicata la tua nuova sistemazione, intanto di pregherei di stare calma.- annuisco a mia volta cercando di mitigare l'espressione mortificata che sono sicura di avere stampata in faccia-Sarà fatto.- prometto. Per la prima volta da quando sono entrata un sorriso spunta sul viso rugoso del nonno. Denti macchiati di nicotina, fuma. Mi correggo, Sherlock Holmes mi sta facendo male... Ottima distrazione però.-Perfetto.-il sorriso si allarga ancora di più, dando l'idea che un artigiano gli abbia scolpito una ragnatela in faccia, tante sono le rughe che la attraversano.-Per quanto mi riguarda te ne puoi anche andare.-. Ringraziandolo mentalmente per essere stato così veloce mi affretto ad eclissarmi dietro alla porta, dove il professor Trevis mi attende con un sorriso rassicurante stampato in faccia che lo fa sembrare uscito da un dipinto.-Come è andata?- chiede stemperando nell'allegria l'ansia nella voce-Magnificamente.- rispondo sarcasticamente cominciando a camminare. Be', andiamo, poteva andare anche peggio...-Professore, posso farle una domanda?- dico senza pensare nemmeno a che domanda porgli. Ho bisogno di parlare, di impedire al cervello di soffermarsi dove non deve.-Tecnicamente me ne hai appena fatta una.- uff...ma per favore! È la battuta più vecchia del mondo...-Ma in ogni caso, sì certo.- ehm...ok. Eris, cosa dovrei chiedergli secondo te?

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