PREPARATIVI
Brooke POV
-Mòrrìgan, hai preso tutto?- sono agitata in un modo a dir poco deplorevole: domani a quest'ora sarò fuori, in un mondo dove la gente è normale.-Brooke, rilassati.- come diavolo fa lei ad essere così tranquilla?-Tanto per cominciare, il mio nome è Luna, tanto per finire sì, abbiamo controllato insieme neanche due minuti fa, ricordi?-oh...già, è vero. -Stai tranquilla Morrison, andrà tutto alla grande.-come cazzo fa a dirlo? Porca puttana, ho due anni più di lei come è fottutamente possibile che lei sia la personificazione della serenità e io mi stia cagando in mano?-Come fai a esserne così sicura?- forse se continuo a parlare riuscirò a calmarmi, a volte funziona...-Non ne sono affatto sicura, ma l'importante è crederci.-ammette chiudendo il borsone. Non ho idea di quale dannato modello di aereo da ricognizione abbia sei posti, ma il nostro a quanto pare è di quel tipo: pilota, copilota, due artiglieri, per i quali sono predisposte postazioni interne per comandare le mitragliatrici che in teoria dovrebbero essere sulle ali, ma che al momento risultano disperse in battagli e due passeggeri, il tutto compresso in uno spazio schifosamente claustrofobico, perché resta pur sempre un velivolo da ricognizione. Noi siamo quattro, quindi i due posti e il poco pavimento non necessari saranno adibiti a porta bagagli. Controllo per l'ennesima volta il contenuto della borsa di plastica che ho fra le mani: una parrucca mora e una bionda, una scorta praticamente infinita di lenti a contatto, correttore e fondotinta per coprire le cicatrici visibili, un busto di stoffa elastica sotto cui nascondere le ali di Valentyn...quello è il problema che mi preoccupa di più: le ali sono restringibili certo, ma c'è una misura minima e oltretutto più diventano piccole più è difficile mantenerle tali a lungo...il busto le manterrà aderenti alla schiena in modo che le protuberanze sulle scapole siano meno evidenti e eviterà che si muovano, ma per l'angelo sarà una tortura. Speriamo bene. Mi ritrovo a pregare mentalmente che nemmeno i ragazzi si scordino niente. Ognuno ha un compito ben preciso: io devo procurare vestiario per ogni occasione (freddo, pioggia, caldo, tempesta di meteoriti...) e ficcarlo in al massimo due borsoni (i vestiti sotto vuoto in termine di spazio non consumano un cazzo, in due borsoni ci stanno anche sei cambi a testa...se i borsoni sono grandi e se tu sai incastrare bene le cose...) e preparare i travestimenti, Abyss sta lavorando alla produzione delle scorte di carburante, Luna ha finito di mettere in sesto il nostro catorcio giusto un'ora fa e Valentyn, con sommo disappunto di Abyss che è costretto a lavorare in cucina, è ancora occupato nello svuotare la dispensa di tutte le schifezze in scatola o comunque confezionate che trova. Non riesco a credere che siamo praticamente pronti. Il ritrovo è fra un'ora e mezza davanti al cancello. Quando mi sono resa conto che avremmo dovuto attraversare il cancello mi sono sentita male: i servizi di guardia sono di competenza degli illusionisti, anche se non ho mai capito perché, e se becchiamo una donna siamo fottuti. Se ci legge nel pensiero che vogliamo scappare tutto questo casino sarà stato inutile. Ma a quanto pare questi marmocchi sono più svegli di me, anche se ad alta voce non lo ammetterei mai nemmeno sotto minaccia di morte: in qualche modo la nana bionda qui presente è riuscita a infiltrarsi nella guardiola del "Gate" e a fregare una copia dei turni di guardia del mese mentre l'illusionista di vedetta (un uomo, altrimenti avrebbe percepito le sue intenzioni) era al cesso, quindi sappiamo per certo che alle diciassette, quando usciremo, ci sarà un uomo. -Sei sicura di voler venire?- perché deve sempre incollarmi addosso quegl'occhi rossi? So di essere infantile, ma sono inquietanti.-Sì.- no. Non sono sicura di un cazzo di niente, ma lei non deve saperlo.-Ci ho pensato dopo quella nostra...discussione, e hai ragione: non voglio stare qui a marcire tutta la vita senza la possibilità di scoprire cosa ci sia veramente là fuori, ho il diritto di vederlo e decidere se mi piace oppure no spetta a me e non a un vecchietto rinsecchito.- non sono mai stata una brava attrice...ottima costumista, ma a recitare suono falsa persino a me stessa. La verità è che voglio uscire perché...non lo so perché, so solo che voglio uscire, ma ho anche paura. Mi hanno sempre detto che il mondo è brutto là fuori, mi hanno insegnato a odiare i comuni esseri umani perché loro odierebbero me senza nemmeno pensarci se sapessero della mia esistenza, ma sono stufa. Sono stanca del fatto che qui dentro sia sempre tutto perfetto, sono stanca di dire che odio le persone normali anche se non le conosco, sono arcistufa del fatto di vivere in mezzo a gente che si crede migliore di chi sta dall'altra parte del campo di forza senza averlo mai visto e senza averci mai parlato. Voglio vedere se la fuori è veramente tremendo come dicono o meno e poi...ok, è stupido, ma cazzo, ho sedici anni e questa è l'occasione di avventura migliore che mi sia mai capitata, potrei chiedere di meglio? Voglio divertirmi, fare casino, provare a vivere come se non fossi un caricabatterie umano. E magari anche fare pace con un certo coglione russo, ma quello è l'ultimo dei miei pensieri.-Mi spieghi perché ce l'hai tanto con Abyss?- ma che cazz...mi legge nel pensiero? Eppure non è un'illusionista, altrimenti ormai si sarebbe capito, magari me l'avrebbe anche detto e soprattutto non sarebbe qui dentro-Io...è una cosa abbastanza delicata.- ok, molto delicata, e non sarò io a rivelare il segreto, principalmente per tre motivi:

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Old Strange People
Bilim KurguSono passati cento anni. Cento anni da una guerra spaventosa. Cento anni dalla quasi fine del mondo. Cento anni dalla quasi fine dell'umanità. Del mondo come lo conosciamo noi non è rimasto quasi niente, soltanto qualche villaggio fatiscente e grupp...