Capitolo 16

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Brooke POV

-Quindi volete andare via?-domando un po' incerta. Sono "leggermente" confusa...insomma la vostra compagna di stanza entra nella suddetta stanza come un treno seguita a ruota da un ragazzo che non potete vedere e vi spiega che sta riparando un aereo per fuggire e che ha bisogno delle vostre abilità di maga per farlo alzare. Voi come vi sentireste? -Tu, Abyss e il tuo amico angelo?- aggiungo cercando di moderare il tremore della voce-Esatto.-la sua voce e molto più rilassata della mia...-E vi serve il mio aiuto?--Precisamente.-. Adoro come parla questa ragazza...ma non è il caso di pensarci ora.-E deve venire per forza anche Abyss?-annuisce. Come può chiedermi una cosa del genere? Non poteva domandarmi di aiutarla a cercare la leggendaria riserva di lecca-lecca sepolta sotto il cortile centrale? La cosa peggiore è che più di qualche volta ho pensato di andarmene, ma poi riflettendo ho capito che era meglio restare: si sta bene al Ghetto...o almeno molto meglio che fuori. E poi c'é Abyss. Dopo quello che è successo non è proprio il caso di scappare insieme. No, proprio per niente.-Mórrígan, non posso fare una cosa del genere. E non potete farla neanche voi.- mi fissa. Il rosso dei suoi occhi che scannerizza ogni singolo centimetro quadrato della mia faccia.-Perché no?-chiede. -Perché non saremmo al sicuro la fuori...e poi stiamo bene qui, il Ghetto è casa nostra!-scuote la testa-E qui che ti sbagli Brooke: il Ghetto non è casa nostra. Se mai è casa tua, ma non è nemmeno questo. Casa mia è la fuori da qualche parte. E sai, forse è vero che qui dentro si sta meglio che fuori, è vero che fuori c'é gente che muore di fame o di freddo ogni santo giorno, ma almeno muoiono con la certezza di aver vissuto veramente. Qui dentro ce l'avete questa certezza? Non ti rendi conto di quanto finto sia tutto quello che succede qui dentro? Questa non è la realtà, la realtà e là fuori. Non sei curiosa di vederla?-devo pensare ad una risposta intelligente da dare-E tu non hai sempre detto di non voler vivere nella realtà? -forse ce l'ho fatta. Forse.-Sì, certo, ma visto che mi tocca viverci indipendentemente dalla mia volontà, almeno voglio vivere in quella vera.- porca miseria. Mi ha spenta...completamente spenta da una quattordicenne incredibilmente nana. Che disonore.-Be', Mórrígan, mi dispiace molto, ma la mia risposta è no.- cerco di dare una sfumatura d'acciaio alla mia voce, ma le corde vocali mi tradiscono come al solito, e ne esce una specie di pigolio spaventato. Una luce si spegne nei suoi occhi. Era la speranza? Era la speranza. Ma qualcosa si accende, forse la testardaggine, o la voglia di vincere, che ne so, non leggo gli occhi, eppure...-Andiamo, Brooke...prova a pensarci: migliaia di migliaia di possibilità inesplorate, un'infinità di posti da vedere e cose da fare, davvero vuoi rinunciare a tutto questo solo perché in mezzo ci sarebbe un russo incredibilmente coglione?-ops...beccata. -Cosa? Ma che dici...non è per Abyss...- ribatto piccata-Hai esitato-rileva con un sorrisetto malizioso-Ma non è vero!- ok, meglio se sto zitta. Mórrígan si alza dal letto su cui si era seduta poco fa-Ok, però tu pensaci.-dice andando verso la porta-Dove vai?-la mia curiosità mi fotte sempre, è inutile.-Da qualche parte.-risponde lei con calma. Dopodiché apre la porta e se ne va.

Mórrígan POV

Seduta di addestramento speciale. Di giovedì. Io odio il giovedì già di mio, ma questo lo odio anche di più. La comunicazione ha cominciato a lampeggiarmi nella testa mentre parlavo con Brooke. Che diavolo di senso ha addestrarsi durante le vacanze di Natale? Brooke. Non verrà, molto probabilmente. Ma cosa può averle fatto Abyss per farsi odiare così tanto? Devo chiederglielo, anche se non mi risponderà mai...

Vado in spogliatoio a cambiarmi e poi entro in palestra. Dæmon sta pestando il sacco da boxe come se lo odiasse, quasi non si accorge di me. Mentre lo guardo la sua immagine a poco a poco cambia, passando dalla montagna che è di solito ad un ragazzino piccolo e magro che non ho mai visto. Assesta un ultimo pugno al sacco e poi si gira verso di me-Quanta voglia di allenarti hai da uno a dieci?- merda. Odio queste domande, non so mai se devo prenderle per serie o ironiche.-Direi intorno al meno diciassette.- ti prego fa che scherzasse. Un sorriso gli si allarga sulla faccia sfregiata, una scintilla di allegria che attraversa gli occhi dorati-Be'...ne hai già di più di me! In ogni caso insistono che io ti tenga sotto tutto il pomeriggio, quindi...al lavoro!-. Oh, bene. Forse riuscirò a giostrarmelo un po' e a evitare di prenderle di santa ragione! Un momento...perché sta andando verso la porta?-Daemon...dove diavolo stai andando?-che strano...durante gli allenamenti non siamo mai usciti dalla palestra. -Sarà una seduta speciale per qualcosa, non ti pare?- ehm...già, effettivamente ha senso...-Hai intenzione di restartene lì tutto il pomeriggio o pensi di seguirmi?-. Mi affretto a corrergli dietro, cercando di muovere il più in fretta possibile le mie dannate gambe corte...davvero, dieci o quindici centimetri in più non sarebbero male, soprattutto quando vado in giro con Valentyn e Abyss. Lo seguo attraverso un intrico di corridoi cercando di capire dove diavolo mi stia portando finché non si ferma davanti ad una porta blindata. Dove cazzo siamo finiti? Il pannello sotto la maniglia si illumina di verde quando lui avvicina la mano per aprire e l'uscio si spalanca senza un suono e senza, tanto meno, essere toccato. La stanza che mi appare davanti è incredibilmente inquietante: il pavimento, i muri, le due sedie ai lati opposti...tutto completamente nero. Un'unica lampadina pende nuda in un angolo, spandendo una pallida luce fredda nell'ambiente altrimenti buio. All'inizio non noto il muro di vetro che divide in due il locale, interrotto solo da una porta vicino alla parete, che comunque è chiusa.-Figo, vero?- il sorriso di Daemon fa quasi luce-L'ho fatta preparare apposta per questo piccolo esperimento. Vai a sederti dall'altra parte, per piacere.-. Non mi piace, neanche un po'-Che cos'hai in mente Daemon?-. Sta armeggiando con la serratura della porta...perché sta armeggiando con la serratura della porta? Si gira e mi guarda con aria rassicurante-Voglio testare la tua resistenza. Quella è una sostanza particolare che blocca certe frequenze radio.- afferma indicando il muro di vetro-Compresa quella che usi tu per interagire con i corpi altrui. Quindi io mi metto da questa parte, dopodiché ti entro nella testa e comincio a farti vedere cose che ti fanno arrabbiare, così vediamo fin dove reggi senza esplodere, ok?-. Ok? No...-Non lo so, sei sicuro che funzionerà?-. Mi rivolge uno sguardo spavaldo dall'alto dei suoi due metri suonati-Fidati di me,scriciola.- ma possibile che qui tutti debbano affibbiarmi soprannomi orrendi solo perché dimostro più o meno dieci anni? Questa è discriminazione!

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