Capitolo 4

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BOH...

Mórrígan POV

Merda. Merda, merda, merda, merda. Di tutte le dannate persone che ci sono in questa dannata gabbia perché doveva essere proprio lui? Nemmeno mi sono ripresa dal colpo che mi ha fatto prendere l'altro giorno e già me lo ritrovo in classe... e non solo! No, questo bastardo rosso alto come un lampione doveva essere anche il Pericolo Mondiale n.1. Ovvio.
L'unica cosa che mi viene in mente per uscire viva dall'inferno che questa giornata sta per diventare è starmene nascosta dietro i libri e pregare che non si accorga di me... piano che, come mi rendo conto dopo circa un'ora, fallisce miseramente. Abyss sembra vederci attraverso, ai libri... in realtà per lo più non mi sta cagando minimamente, e sembra molto più interessato al disegno che sta facendo sul banco con la biro che a tutto il resto, ma ogni tanto mi lancia occhiate a metà tra il divertito e lo scocciato che mi fanno salire il panico. L'unica cosa che imparo in tutta la giornata, oltre che al fatto che pregare che una persona non ti riconosca quando hai gli occhi rosso sangue e una cicatrice in faccia è inutile, è che a quanto pare il Pericolo Mondiale n.1 è mancino. La giornata in realtà la passo a cercare di trovare un modo per sparire il più in fretta possibile e a rimpiangere che la magia non esista... in ogni caso, l'unica cosa importante è questa: devo squagliarmela prima che quel tizio mi rivolta la parola...

Abyss. Si chiama Abyss, tesoro: non tizio, non stronzo, ma Abyss. Andiamo, è anche un bel nome.

Ok, ora ho anche le voci nella testa. Meraviglioso. Devo distrarmi, o mi sentirò male... hey, fingere di star male potrebbe essere un'idea.

Macché... idiota, tu non ti sei mai ammalata in vita tua e loro lo sanno. Potresti ammazzarli tutti e manco se ne accorgerebbero, hai un dono, perché non usarlo?

Voci con tendenze omicide... Jackpot! Eh... Sì, in effetti comincio a farmi un po' paura... però magari giusto uno strizzone di pancia... no. Se perdo il controllo rischio di ammazzarli comunque, quindi meglio stringere i denti e non fare assolutamente niente. Inizio a guardarmi intorno, e memorizzo ogni singolo dettaglio della stanza, dal numero di piastrelle sul pavimento (1620), al disegno delle piccole crepe nella vernice del muro affianco a me. Assimilo le faccie dei miei compagni e ripeto mentalmente ogni cosa che so di loro, finché non mi ritrovo davanti quei fottuti occhi neri. E che cazzo... mi prendete per il culo? Uno scintillio divertito passa in quelle due pozze oscure nel notare la mia espressione, e mi sento arrossire. Merda, devo essere proprio ridicola. Le ore passano talmente lente che sembrano anni, ma alla fine la campanella suona.
-Grazie, grazie, ti amo.-
La benedico mentalmente, mentre il suo trillo acuto si fa strada nelle mie terminazioni nervose e mi sciogli leggermente i muscoli. Butto il libro nello zaino e mi catapulto fuori dalla stanza come un missile. Vado direttamente verso il dormitorio: non ho nessuna intenzione di andare in mensa, e in ogni caso, anche se è lunedì io non ho niente da fare. Faccio partire uno dei CD dei Linkin Park che mi ha dato Brooke il primo giorno e salgo sul letto alto del letto a castello, il mio. Ficco la testa sotto il cuscino e aspetto che la musica cominci a diffondersi e mi sblocchi un po' il cervello. Comincio davvero ad amare questo gruppo... peccato solo che siano tutti morti da circa duecento anni. Le note di In The End riempiono l'aria e mi ritrovo a sussurrare il ritornello. Non lo sto nemmeno cantando sul serio, lo sto solo sussurrando.

I tried so hard
And got so far
But in the end
It doesn't even matter
I had to fall
To lose it all
But in the end
It doesn't even matter

Ci ho provato così tanto
E sono andato così lontano
Ma alla fine
Nemmeno importa
Ho dovuto cadere
Per perdere tutto
Ma alla fine
Nemmeno importa

Old Strange PeopleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora