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Cado in avanti e finisco a terra sul pavimento del bagno. Non voglio e non riesco ad alzare gli occhi. Se io lo farò vedrò davanti a chi ho fatto questa figura di merda.

Sento una voce femminile ridere e decido di alzare lo sguardo e mi ritrovo davanti una ragazza che non avevo mai visto e un ragazzo che mi sembra di aver già incontrato da qualche parte, ma in questo momento non ricordo chi possa essere.

Ha uno sguardo serio e non riesco a capire cosa stia pensando.

"Ragazzina puoi uscire che ci stai disturbando" ha una voce fastidiosa molto stridula, i capelli sono biondi molto chiari, devo ammettere che è una ragazza molto bella.

Rivolgo lo sguardo al ragazzo di fronte a me, i capelli sono castani e leggermente mossi, gli occhi sono un verde molto intenso, è alto e robusto.

Si rende conto che sto guardando troppo il ragazzo e dice "ehi dai vai via, ci stai interrompendo"

Dopo noto la maglietta un' po spostata e piccole cose fuori posto e mi rendo conto di ciò che stavano facendo.

"Ehm... si" dico imbarazzata indietreggiando.

Esco dal bagno e mi dirigo verso l'uscita del bar.

Sono ancora un po' scioccata da ciò che ho visto e lo sguardo del ragazzo mi torna in mente.
Devo scoprire dove l'ho già visto.
Aveva occhi così belli e magnetici.

Uscita dal bar, decido di andare al centro commerciale per fare shopping.

Mi fermo alla fermata più vicina e aspetto il primo pullman che passa per portarmi al centro commerciale.

Sfortunatamente controllando gli orari il prossimo dovrebbe arrivare fra 20 minuti.
Allora mi metto un paio di cuffiette e attendo il suo arrivo seduta sulla panchina della fermata.

Sento il clacson e alzo gli occhi. Vedo una moto ferma davanti alla fermata e noto anche il rosso del semaforo poco distante.

A bordo vi è un ragazzo con il casco e una ragazza dietro. Entrambi mi guardano e cerco di capire chi sono, magari sono miei compagni di corso e mi vogliono salutare, poi guardo più attentamente e mi accorgo che la ragazza ha quegli orribili capelli ossigenati. Sarà sicuramente la ragazza del bagno.

Distolgo lo sguardo e fortunatamente il semaforo diventa verde e la moto se ne va.

Dopo pochi minuti passa il pullman, salgo e mi siedo sul sedile continuando ad ascoltare la musica con le cuffiette all'orecchie, immersa nei miei pensieri guardando fuori dal finestrino.

Poco dopo mi sento chiamare per nome, mi giro ed incontro il viso di Trevor.

"Eila che ci fai qui? Secondo me mi segui?" dico e entrambi scoppiamo in una risata.

"Stavo andando a comprare delle cose per mio papà, tu?" mi chiede Trev.

"A casa mi annoiavo così ho deciso di passare ad acquistare qualche vestito"

"tutta da sola?"

"Bhe si, conosco poca gente qui a Londra e poi mi piace passare del tempo da sola"

"E' per questo che l'altra volta eri sola al parco e ti sei spaventata appena mi sono seduto vicino a te?" mi chiede Trev mettendosi a ridere.

"Ah Ah molto divertente; ero assorta dai miei pensieri e all'improvviso un tizio appare al mio fianco, cosa dovevo fare, è ovvio che io sia scappata" rispondo con tono offeso incrociando le braccia al petto.

"Potevi accogliermi meglio, non ti volevo fare niente, volevo solo fare amicizia"

"cosa pensavi che avrei fatto vedendo uno sconosciuto che mi fissava, volevi ti organizzassi una festa di benvenuto?" dico io con tono ironico. Scoppiamo a ridere per ciò che ho appena detto e le poche persone presenti sul pullman ci guardano male.

Fortunatamente pochi minuti dopo scendiamo dal bus e ci ritroviamo davanti l'ingresso del centro commerciale. Non essendoci mai stata me lo immaginavo più piccolo, invece è molto grande e pieno di negozi, passerò molte giornate qui.

"allora vieni con me a prendere le cose che mi servono? Poi se vuoi ti accompagno se devi entrare in qualche negozio." mi chiede Trevor

"certo, cosi mi fai compagnia"

Entriamo in un negozio di elettronica e iniziamo a girare nei corridoi senza una meta precisa, almeno per me.

"cosa stiamo cercando precisamente?" chiedo.

"Devo comprare degli attrezzi di lavoro per mio papà" dice Trev.

Preso ciò che gli serve, ci dirigiamo alla cassa e dopo di che usciamo dal negoozio.

"perfetto, mio padre sarà contento, ora che si fa?" mi domanda

"ora andremo in un negozio"

Entriamo in un piccolo negozio di abbigliamento. Mi piace fare shopping, ma tutto ciò che acquisto non lo uso mai perché non ne ho mai occasione.

Quando ero a Brighton non uscivo spesso, stavo quasi sempre con David ma rimanevamo quasi sempre a casa, quindi non indossavo mai vestiti eleganti.

Mi guardo attorno e non trovo niente che mi piace per questo motivo decido di uscire e di tornare da Trevor che mi stava aspettando fuori davanti la vetrina.

"Preso nulla?" mi chiede Trev

"no, non mi interessava niente, spero di non esserti annoiato ad aspettarmi"

"no no tranquilla, vuoi vedere altri negozi?"

"Meglio se torno a casa, sono fuori da qualche ora ormai e tra poco si fa buio" gli rispondo

Andiamo verso la fermata dell'autobus e lo vediamo arrivare da lontano, così ci mettiamo a correre e appena arriviamo il pullman ci fa salire.

"per un pelo" esclamo

"si, è vero poi avevo una grande voglia di andare a correre" ridiamo e prendiamo posto sui sedili.

"sai se c'è una fermata vicino al parchetto?" gli domando

"si la stessa dove scendo io, quando siamo arrivati te lo dico" annuisco vedendo la nostra scuola ormai vicina.

Scendiamo dal bus e noto davanti a noi proprio il parchetto dove ci eravamo incontrati la prima volta.

"perfetto ora so dov'è la fermata vicino a casa mia" affermo e poi continuo "solo che non capisco come è possibile che l'altra volta non mi sono accorta che ci fosse"

"l'ha detto anche tu che eri assolta nei pensieri" dice e poi si mette a ridere. "ci vediamo, ciao"

"ciao" lo saluto sorridendogli.

Mi incammino verso casa, decidendo di chiamare David. Non mi risponde, allora decido di mandargli un messaggio più tardi. Sarà sicuramente agli allenamenti.

Entro in casa e saluto mia mamma. Corro a fare una doccia per rilassarmi e dopo poco tempo sono già vestita e seduta al tavolo della sala da pranzo.

Mia mamma mi avvisa che mio fratello rientrerà più tardi.

"e papà?" le chiedo

"Anche lui tarderà deve finire dei lavori molto importanti" annuisco sbuffando.

La cena passa tranquilla con io che mi abbuffo essendo molto affamata e mia madre che mi rimprovera ogni minuto.

"ma mamma mica siamo ad una cena importante con la regina" affermo ridendo e anche lei sorride.

Mi racconta della giornata trascorsa nel suo nuovo ufficio, mi dice di aver già iniziato a scrivere un articolo. E da quanto ho capito la segretaria che le ha fatto firmare i documenti per l'assunzione non le sta molto simpatica.

"Faceva tutta la gentile, ma si vedeva che aveva un sorriso forzato, poi aveva dei tacchi altissimi, vorrei cadesse uno di questi giorni così almeno potrei scrivere un nuovo articolo sul giornale su di lei" esclama facendomi ridere.

"e che titolo gli daresti: <l'uso prolungato dei tacchi può danneggiare anche il cervello>?" Affermo ridendo.

"Si è perfetto" dice seria e dopo averla rimproverata finiamo di mangiare e parliamo del più e del meno.

Le do la buona notte e salgo in camera. Guardo la tele fino a quando cado in un sonno profondo.

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