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La mattina seguente mi sveglio di buon umore, credo perché non essendo ancora iniziata la scuola, non avevo impostato la sveglia ad un orario assurdo tipo le 6.

Fortunatamente per ancora qualche  giorno posso svegliarmi tardi.
Faccio colazione e mi vesto con una canottiera nera semplice e un pantalone della tuta molto comodo.

Avviso i miei che esco, sorpasso il cancello di casa mia e percorro il marciapiede a destra.

Non so neanche dove sto andando non conoscendo la città, però ho una gran voglia di scoprirla. Metto la cuffiette e accendo la musica.

Alla fine della via giro a destra. Dopo qualche minuto vedo in lontananza un parchetto e decido di entrare.

Mi siedo su una panchina e inizio a guardarmi intorno. Non c'è molta gente, solo qualche bambino sullo scivolo e sull'altalena e alcune persone sedute sulle panchine immerse nei loro pensieri o intente leggere un libro, immersi nella pace più assoluta.

Non c'è alcun rumore apparte il fruscio del vento sugli alberi, ma è una brezza piacevole perché non è fredda, essendo settembre. Penso di aver trovato un posto tranquillo dove poter venire a pensare e ascoltare la musica.

Rimango altri minuti con questa gradevole aria tra i miei lunghi capelli ad ascoltare le canzoni per rilassarmi dal pensiero di dover iniziare l'università fra due giorni.

Controllo l'ora sul cellulare: 12:14. Decido di alzarmi e tornare a casa per pranzare, ma qualcuno si siede di fianco a me sulla panchina.

Mi giro e vede un ragazzo che mi fissa.

Mi alzo di scatto e inizio a camminare veloce verso l'uscita. Lui mi corre dietro quindi decido di aumentare il passo.

Poi sento dire: "scusa, non volevo spaventarti, fermati, scusami"  decido di non fermarmi, può essere un pazzo maniaco, ormai c'è in giro di tutto in questo mondo.

Rallento appena imbocco la mia via e dopo neanche un minuto, lo stesso sconosciuto di prima mi si affianca. E dice: "ehi scusa se ti ho impaurito venendo da te all'improvviso, ma volevo solo sedermi su quella panchina"  dal suo tono sembra sincero, così mi blocco all'improvviso e gli chiedo "non potevi avvisarmi?"

"Sai è un luogo pubblico, non pensavo dovessi chiederti prima il permesso" dice con un tono sarcastico che mi fa arrabbiare più di quanto lo sia già.

"Bhe, c'erano tantissime panchine libere, il parco era praticamente deserto, dovevi proprio sederti su quella"

"Si, è deprimente stare tutti da soli in un parco completamente vuoto, volevo fare compagnia a una bella ragazza solitaria"

"Pensi di conquistarmi con questo complimento? no, ti sbagli, mi hai spaventato troppo. Ah comunque io sto bene da sola grazie, non ho bisogno della tua compagnia." Dico fredda; non uso spesso questo tono peró sono rimasta scioccata dalla sua apparizione improvvisa e ora non posso fare a meno di rispondergli male.

"Non è semplice come pensavo, credevo di averti sedotto col dirti che sei proprio bella, ma invece no. Allora ci riprovo, sai che hai degli occhi stupendi. "

"Si lo so grazie, ora puoi anche andare non cadrò ai tuoi piedi e poi sono già fidanzata"

"allora fortunato lui, posso almeno sapere come ti chiami?"

"No, mi spiace, non sono fatti tuoi"

"dai, per favore"  risponde mettendosi in ginocchio davanti a me attirando l'attenzione dei passanti.

Mi soffermo a guardarlo e noto che è proprio un bel ragazzo con quei capelli corti scuri molto mossi e quegli occhi azzurri come il ghiaccio, e sembra anche simpatico, mi chiedo quanti anni abbia. Ma cosa penso, sono fidanzata non dovrei avere questi pensieri su altri ragazzi.

Sei fidanzata, non è che è un reato credere che un ragazzo sia carino. Ma che problemi ti fai. Hai solo espresso un tuo parare.

Grazie coscienza del tuo intervento.

"Se ti alzi subito si" si alza e poi riprendo: "Mi chiamo Kimberly, ma preferisco che mi chiami Kim"

"Io sono Trevor, ma puoi chiamarmi Trev"

"Va bene, ora però devo andare se no si preoccupano i miei"

"Allora ciao, ci si vede in giro"

"si ciao"

Entro in casa e noto che i miei genitori sono davanti alla porta ad aspettarmi e mia mamma mi chiede: "Eravamo preoccupati per te, dovevi tornare per l'ora di pranzo ed sono già le 13."

"mamma ormai sono un' universitaria  lasciami in pace" la sento sbuffare e poi dire "per me rimani sempre la mia piccola dolce Kim"

"E poi chi era quel ragazzo, signorina?" aggiunge mio papà. Ignoro il commento di mia madre e rispondo a mio papà

"Un ragazzo squilibrato che ho incontrato, a proposito, ho scoperto un parco qui vicino potreste andare anche voi a fare un giro"

"Non cambiare discorso Kimberly, non puoi parlare con i ragazzi sconosciuti che ......" urla mio papà non appena vede che salgo le scale che congiungono al piano di sopra.

"si, papà ci vediamo dopo, ciao" lo interrompo e mi chiudo in camera.

Lo sento sbuffare ma sa che hanno esagerato entrambi a rimproverarmi per così poco.

Mi cambio scendo a mangiare qualcosa, visto che non ho pranzato. Il resto della giornata scorre molto tranquillamente, lo passo in camera mia a guardare la televisione e a leggere ignorando i miei genitori che mi dicono di stare all'aperto per godermi gli ultimi giorni di vacanza.

La sera vado giù in cucina per cenare e chiacchiero un po' con mio fratello, visto che oggi deve essere sicuramente uscito pomeriggio perché non sentivo nessun rumore proveniente dalla sua stanza.

Rimaniamo sul divano a vedere un film; appena finito vado in camera mia perché poi mia mamma ha messo alla tele un programma molto noioso.

Sdraiata sul letto, inizio a pensare alla giornata di domani perché verrà a trovarmi David qui a Londra da Brighton. Non vedo l'ora di rivederlo anche se l'ho visto solo qualche giorno fa. Gli scrivo un messaggio chiedendogli a che ora sarebbe arrivato domani.

Dopo pochi minuti il mio cellulare squilla e l'SMS dice: arrivo verso le 10. Gli do la buonanotte e mi addormento con il sorriso stampato sul viso.

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