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Mi incammino verso casa da sola percorrendo la strada che diversamente dal solito sembra poco trafficata oggi.

Sento dei passi dietro di me, perciò aumento la velocità della camminata.

Qualcuno mi prende il polso e mi spinge contro il muro di un vicolo.
Non riesco a identificare chi è che presto mi trovo una mano davanti agli occhi che mi impedisce la vista.

Sono troppo spaventata, cerco di divincolarmi ma con scarsi risultati visto che due braccia forti mi tengono salda al muro.

"Indovina chi sono" sussurra qualcuno al mio orecchio con voce roca e mi vengono i brividi. Riconoscono subito la voce. È Christian.

"Cretino lasciami subito" urlo e inizio a tirare calci avendo le gambe libere. Chris sposta la mano e vedo subito il suo sorrisetto che prenderei a schiaffi.

E anche a baci. Vero eh

No assolutamente.

"Se la smetti di urlare ti lascio"
Dice lui. Smetto di urlare e anche di tirare calci. Mi lascia i polsi, e ora sono libera.

"Mi hai fatto male ragazzino" dico massaggiandomi i polsi, anche se in realtà non mi fanno male, è stato delicato anzi.

"Ragazzino?" Ridacchia

"Tu mi chiami ragazzina, quindi io ti chiamo ragazzino" affermo incrociando le braccia.

"Va bene ragazzina" ride Chris e io sbuffo.

Esco dal vicolo e continuo per la mia strada. Lui mi segue.

"Abiti anche tu di qui?" Gli chiedo dopo qualche minuto di silenzio.

"Forse"

"E allora perché vieni con me?" Domando sbuffando.

"Perché voglio accompagnarti a casa"

"Perché?"

"Così non vai da sola" mi dice e io annuisco, ma non riesco a capire il motivo per cui viene con me.

Camminiamo in silenzio uno di fianco all'altro.
È la prima volta che passaggio sola con lui, di solito siamo in auto seduti oppure con gli altri.

"Dovevi vedere la tua faccia prima, eri spaventatissima" Ridacchia Chris interrompendo il silenzio.
Gli tiro un pugno sul braccio, che non gli ha minimamente fatti male.

"Cercate tutti di farmi spaventare, siete antipatici" dico e lui mi guarda con sguardo interrogativo.

"Chi altro ti ha fatto spaventare?" Afferma lui smorzando il suo sorriso.

"Trevor" mormoro e lo vedo stringere i pugni. Non risponde e continuano per la strada.

Per il resto del tragitto è silenzioso, non capirò mai i suoi cambi d'umore improvvisi.

So che Trevor non gli sta particolarmente simpatico, ma la sua reazione mi sembra eccessiva.

Arriviamo davanti a casa mia, suono il citofono ma non ricevo alcuna risposta.

"Probabilmente non c'è nessuno in casa pomeriggio, non mi apre nessuno" sussurro più a me stessa che a lui.

"Allora potresti invitarmi dai, ci divertiremo" mi dice con il suo sorrisetto malizioso.

"No grazie, posso rimanere anche da sola" dico

"Hai paura Brooks?" Domanda ridacchiando.

"Per niente Parker" gli rispondo senza staccare lo sguardo dal suo.

Last First KissDove le storie prendono vita. Scoprilo ora