Fuori piove a dirotto.
Guardo l'orologio appeso alla parete della mia camera e mi assicuro di essere in orario.
Devo essere da Sam alle 10.30 e lei odia i ritardi, anche se non lo ammette mai. Glielo leggi negli occhi quanto ciò la infastidisce ed a me dispiace far arrabbiare forse l'unica vera amica che abbia mai avuto da 19 anni a questa parte.
L'orologio segna le 9.30, mi alzo dal letto ed inizio a prepararmi.
Prendo un paio di Jeans Boy-friend ed un maglione nero che mi arriva sotto i fianchi. Odio il mio corpo e tatuaggi e cicatrici non fanno che ricordarmi cosa ho passato e cosa devo ancora passare. Vorrei dimagrire un pochino, ma la dottoressa Rose non me lo permette.
Durante l'ultima visita ha passato 45 minuti a ripetermi "Violet, tesoro, tu vai benissimo così: pesi 62 kg e sei alta.... Quanto sei alta,tesoro?" Chiede spulciando la mia cartella clinica, come se non la sconoscesse a sufficienza. "Ah, certo, 1,65m! Ecco, vedi? Vai benissimo!"
A quel punto ho sbattuto la porta del suo studio e me ne sono tornata a casa in lacrime.
Da allora ho iniziato ad indossare solo vestiti tremendamente larghi, in modo da camuffare il mio fisico. E farò così per il resto della mia vita, dato che sono mesi che tento di perdere peso ma non ci riesco.
Infilo le Adidas , prendo la borsa e chiudo a chiave la porta.
La gente è trasportata dalla frenesia del momento, corre per strada e nemmeno si accorge dell'arcobaleno che c'è in cielo.
Prendo il cappello nero a falda larga che ho in mano e me lo calco sulla testa, sperando che mi ripari un minimo i capelli della pioggia, dato che odio gli ombrelli. Meglio un raffreddore che il fastidio di portarsi dietro qualcosa di freddo e bagnato.
Svolto a destra e imbocco le scale della Metro.
Mi metto in fila per passare la tessera magnetica ed appena i tornelli mi lasciano passare inizio a correre.
Non perdo la metro per un pelo e fortunatamente trovo pure un posto dove sedermi. Tiro fuori il telefono per scrivere a Sam:SONO IN METRO: DUE MINUTI E SONO DA TE. -Vì
Due secondi dopo ricevo una risposta:
ALLELUJA! PENSAVO DI DOVER FARE ESTETICA DA SOLA! NON CI CAPISCO UN TUBO! :'(( -Sam
Sorrido nel leggere quanto la mia amica sia in panico. In realtà lo sono anche io ma non voglio darlo a vedere.
La metro si ferma e lascia scendere i passeggeri, ed una volta uscita di nuovo all'aria aperta, raggiungo il negozio dei genitori di Sam .Una volta dentro mi assale un buonissimo profumo di torta salata, la specialità di Katya.
La madre di Sam è una persona dolcissima che mi ha accolta subito come se la conoscessi da anni. Per questo motivo spesso mi ritrovo a casa loro a dormire o a studiare, e mi ci trovo davvero benissimo.
"Violet!!" Mi saluta Katya correndomi incontro. "Come stai? Non ti vedo in giro da un po!" Mi dice.
"Lo so, ho avuto problemi a casa. Ma ora va tutto meglio! Sam è su?" Chiedo.
"Sisi, vai pure!" Mi dice indicandomi la porta che conduce alle scale ed all'ascensore."IO NON SO COSA VOGLIA DIRE RES COGITANS! - dice Sam stiracchiandosi - Nè tanto meno Res extensa!"
Stiamo ormai studiando da ore ed effettivamente sono esausta anche io. Sono abbastanza brava in filosofia e qualcosa ci capisco ma ora davvero non ce la faccio più.
"Ceniamo?" Mi domanda Sam.
"Cenare? Ma sei scema?" Le dico.
"Vì, sono le 19.30. Stiamo studiando da tipo 9 ore." Dice lei.
"Sì certo, nove ore meno le 3 in cui hai parlato a vuoto del tuo ragazzo" la tiro in giro.
Ride e si avvia verso il frigorifero.
Tira fuori due pacchetti di cracker, della Fesa di tacchino, due mozzarelle senza lattosio e due mele verdi.
Appoggia tutto sul tavolo mentre io apparecchio.
Mi mancava questa normalità da troppo tempo ormai.Dopo aver cenato ricevo una telefonata da Cameron, un nostro compagno di università, che chiede se ci va di uscire a bere qualcosa.
"Sam, ti va?" Chiedo.
Ed è stupido chiedere a Sam se le va di uscire perché a lei va sempre di uscire.
"Ovvio" urla correndo verso l'armadio.
Sam è alta e slanciata ed addosso le sta bene tutto. Nonostante ciò, chissà per quale scherzo del destino, portiamo la stessa taglia.
Mi lancia un paio di jeans a zampa ed una camicetta bianca intrecciata. Infilo tutto senza
dire una parola perchè i momenti creativi di Sam non vanno mai contestati. Lei opta per un abitino nero con una giacca di tweed, abbinamento che non mi fa impazzire.
Una volta data l'ultima passata di rossetto sulle labbra si gira verso di me e dice solo "Si esce!".
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- I'll find u -
Teen Fiction-IN REVISIONE- Mi guarda. Ha cambiato espressione, non è più arrabbiato. Sembra quasi soddisfatto. "Io ti piaccio." Afferma. "Ma grazie al cazzo!" Urlo "Chissà perché non ci ho pensato prima!" Rispondo sarcastica. "Ed allora mi vuoi dire quale è il...