Violet

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Dopo che sono rientrata, mi sono buttata sul letto. Il mio comodo comodo letto. La mia zona sicura. Qui sono circondata dai miei libri e dalle mie tele, dai miei pastelli e dalla mia musica. Che in questo momento è la musica di Genn ed Alex.
Non so che mi è preso, so solo che volevo quel cd. Genn sarà arrabbiato. Ma chissenefrega.

Mi alzo dal letto. Sono le 5, forse è meglio chiamare mia madre, sono giorni che non la sento.
Sono ormai 4 settimane che è sposata con Rob, e 4 settimane da quando mi ha spedita a vivere da sola a 1 ora e 30 di treno da "casa". Diceva che lei aveva bisogno di vivere la sua storia d'amore e che io avevo bisogno di dormire. E quindi mi ha pagato un appartamento in centro. Ottimo. Davvero ottimo.
L'iphone inizia a suonare: ho tanto desiderato quel telefono ma ora riesco solo ad odiarlo.  Suona. In. Continuazione.
E se è in silenzioso s'illimina in qualsiasi momento durante la notte.
E come se non bastasse, ogni volta che uso il telefono Cameron mi prende in giro: il mio iPhone è rosa. Ottimo argomento di conversazione, soprattutto se a fartelo notare è un coglione che ti crede una principessina.
Io della principessina ho forse solo la bambola di Rapunzel in camera.
"Pronto" dico scocciata.
"ALEX. MI. HA. BACIATA." Dice Sam scandendo ogni parola.
"Occazzo" dico shockata. "Porca puttana" mi sfugge.
"Vì. Che cazzo. Faccio. Ora." Piagnucola.
"Come cosa fai? Finalmente si è deciso, afferra l'occasione! È da quando hai cosa, 10 anni? Che aspetti questo momento, e alleluia è arrivato!"
"E se si è sbagliato? E se ci ha già ripensato? Magari non gli piaccio ed è stato solo preso dal momento!" Urla nervosa.
"Sam, sei sull'orlo di una crisi di nervi, datti una calmata, fatti una doccia e vai a dormire. Devi rilassarti. E chiudere con Gab. Ma con calma, senza strafare" spiego.
"Ok, un giorno mi spiegherai come cazzo si fa a chiudere con una persona senza strafare" dice enfatizzando sulle ultime parole. "Vieni da me?" Dice con la vocina da bambina.
"Sam, sono a casa da due ore. Sono stata da te per due giorni. Non vivo lì, vivo qui. E ho dormito a casa mia si e no 4 volte, da quando ci sto."
"Allora vendi quella casa e vieni a vivere qui. "
"Che?!?" Urlo.
"Dai Vi! L'hai detto pure tu! Sei sempre qui da me, puoi dire a tua madre che vieni a vivere con me ed in questo modo i soldi li puoi usare per rifarti il guardaroba!"
"Primo: non voglio disturbare.
Secondo: non ho bisogno di soldi.
Terzo: la mia roba non ci starà mai tutta da te."
"E quarto non hai bisogno di un guardaroba nuovo. Anzi, ci guadagnerei io, con tutti i bei vestiti che hai." Dice lei.
"Sam, davvero, stai tranquilla. Vai a rilassarti, ne hai bisogno."
La mia amica però non risponde.
"Sam? Saaaam?" Dico "pronto??"
"No.... Dai.... Ridamm.... No! Dai! Lascia...." Urla lei dall'altra parte.
"Sam? Pronto?"
"Rivoglio il mio cd." Dice una voce maschile.
Genn.
Cazzo.
"Lo ridarò a Sam." Dico veloce.
"Ho un patto da proporti." Dice lui.
"No, qualsiasi cosa sia, no."
"Stammi almeno a sentire. Ti lascio il cd, te lo regalo. Vendilo, doppialo, rompilo, puoi farci quello che vuoi, anche usarlo per non far dondolare più il tavolo." Spiega. "Ma.."
Che palle. Odio i ma. Non promettono mai nulla di buono.
"Ma..?" Incalzo io.
"Ma devi dire a Sam di darmi il tuo numero di telefono." Dice velocemente.
"Ma sei scemo? " gli chiedo sbigottita.
"La tua amichetta qui, mi ha gentilmente detto che se mi azzardo a toccare il suo telefono mi trancia le palle. E loro stanno bene dove sono ora. Quindi o lo chiedo a te, ma escludo che me lo daresti con facilità, o convinco te a dire a lei di darmelo." Spiega.
"Tu sai che questa cosa non ha assolutamente senso, vero?" Ridacchio. "Zero. Senso."
"Digli di darmi il tuo numero." Dice lui autoritario.
"Sam, dagli il mio numero. Ed ora smettete di rompere, tutti e due." Dico, chiudendo la chiamata.
Che stress.

Esco dalla doccia venti minuti dopo. Il cellulare lampeggia. Stupido aggeggio. Ti odio.
Gli ho pure dato un nome: Ponyo.
Ponyo come il pesciolino rosso che diventa bambina. Una bimba iperattiva e rumorosa, come il mio telefono. Stupido Ponyo. Prima o poi ti affogo e mi prendo un piccione viaggiatore.
Ci sono una ventina di messaggi di Sam che mi dice i pro di andare a vivere da lei. Tra cui il fatto che sotto casa ha uno dei migliori ristoranti giapponesi della città. Stronza.
Ignoro i suoi messaggi e due email di mia madre alle prese con altre due tappe del suo viaggio di nozze in America. Ma bho.
Quello che mi colpisce però è altro.
Un messaggio via iMessage di un numero sconosciuto:

SONO SOTTO CASA TUA ALLE 20.
~Genn.

Occazzo.

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Ed eccomi qui a rompere le palle a fine capitolo!!!!

*Applausi*

Bene bene! Questo è il primo "spazio autrice" che faccio.
Non so se ne farò tanti perché non voglio fare la rompipalle.

Quiiiiiindi....

Fatemi sapere che pensate e poi



Unicorni. 🦄

Vi ciao tutti ❤️

#IAMANURBANSTRANGER

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