Violet

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Parte 1

La sveglia suona ed io allungo la mano per spegnerla prima che i miei istinti violenti si manifestino: non credo esista suono più fastidioso della sveglia alle 7 del mattino.
Se poi è Ponyo a produrre quel suono orribile è anche peggio.
Recupero il telefono che dopo altri due irritanti squilli smette di suonare.
Mi stiracchio piano, infilo le pantofole e mi dirigo verso il bagno: lo specchio mi restituisce un immagine molto diversa da quella di sei mesi fa.
Ho davanti a me una ragazza più forte, i lividi ed i segni sulle braccia sono solo un brutto ricordo e ho messo su diversi kg, ma per una volta nella vita non mi importa.
Ormai mi accetto, così come sono: forte o debole, bella o brutta, felice o triste, sola o in compagnia. Io sono questa ed ora capisco che scema sono stata durante questi anni, a soffrire e a star male per nulla.
Passo le dita fra i capelli: quelli che una volta erano lunghi e ramati sono stati sostituiti da un caschetto, al quale ho tinto le punte di rosa pastello.
Quando Sam mi ha vista per la prima volta pensava fossi impazzita, ma ne è comunque stata entusiasta. E a dirla tutta lo sono anche io.
Cerco dei vestiti nell'armadio e opto per un abitino nero, nulla di troppo impegnativo.
Faccio velocemente la borsa e mi precipito al piano di sotto, aspettando che Sam esca di casa.
Ora abito nel vecchio appartamento di Alex, in attesa che i ragazzi ritornino.
La mia amica apre la porta e tra uno sbadiglio e l'altro mi da il buongiorno.
"Dobbiamo per forza andare a lezione?" Mi chiede giocherellando con la lampo della sua giacca.
"Si, abbiamo saltato troppe ore." Dico chiudendo la borsa, dopo aver recuperato l'abbonamento della metro.
"Ti va di guidare la mia auto?" Mi chiede Sam.
Lei purtroppo non ha la patente, ma possiede comunque un'automobile: è stata bocciata due volte al test teorico, quando i suoi le avevano già comprato una '500. Abbiamo rimediato all'inconveniente facendola guidare a me, ma solo per andare in giro con lei e ciò si limitava all'università o al centro commerciale.
"Ok." Acconsento prendendo le chiavi dalle sue mani.
Saliamo in auto e metto in moto il motore, Sam allaccia le cinture ed accende la radio.

"You make reason prevail
Nobody has told me
where is the right way
I said i'd never leave you
Even if you pretend
Now you know is not the truth.
People don't change, but reveal themselves baby
Maybe it's too late,
It's too late for turning back..."

"Cazzo, anche qui no!" Si lamenta Sam.
Non sento i ragazzi da quanto sono partiti, nove mesi fa. L'unica che è rimasta in contatto è Sam, ma non me ne vuole mai parlare, perché  ha paura di farmi soffrire in quanto dopo aver dato la lettera a Alex, chiedendogli di darla a Genn, non ho mai ricevuto risposte o messaggi.
E si, ci ho sofferto e ci soffro ancora, ma ormai loro appartengono ad un mondo diverso dal mio: loro ci sono riusciti, loro hanno sfondato.
Ormai le ragazze impazziscono per gli Urban Strangers, le loro canzoni si sentono ovunque e sono ospiti dei più famosi show televisivi.
Vedo Genn attraverso uno schermo e cerco di convincermi che ciò mi basti, anche se so che non mi basterà mai.
Mi manca sentirlo accanto a me, ma so che lui ora è felice. Lui deve essere felice.
Se solo avesse risposto alla mia lettera, se solo si fosse degnato di farsi sentire, probabilmente non sarei così incazzata e ancora così innamorata.
Perché dovete sapere che le risposte non date, seppur sciocche ed infantili, fanno sperare.
Ed io ho sperato, anche quando i giornali di gossip lo hanno fotografato con una modella di Dolce & Gabbana, anche quando l'hanno ripreso mano nella mano con una biondina tutta gambe.
Io lo guardavo e sorridevo, sorridevo perché speravo. Ed ora sono incazzata.
Ma lo amo ancora come se non sapessi fare altro.

Usciamo dall'università sei ore dopo, stanche e spossate, dopo aver bevuto 4 caffè di fila.
"Penso che mi stia per venire un'overdose di caffè." Dice Sam buttandosi sul sedile.
"Io penso che voglio andare a casa a fare una doccia ed andare a dormire."
Dico facendo partire la macchina.
Sam accende la radio e parte Runaway per l'ennesima volta.
Cambia stazione ma anche lì ci sono i ragazzi.
Per quanto li adori, trovarmeli in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo non aiuta.
I primi mesi scoppiavo in lacrime appena sentivo la voce di Genn: nei negozi, al supermercato, in banca o in posta, ovunque fossi, mi accasciavo a terra e piangevo.
Mi mancava Genn.
"Sai cosa?" Dice Sam spegnendo la radio. "Ti va di andare a prendere un gelato?" Mi chiede sporgendosi verso di me.
"No, voglio solo andare a casa." Rispondo con lo sguardo fisso sulla strada.
"E se ci fermiamo in quella pasticceria..."
Sussurra lei.
Mi volto e le dico schietta "Sam, ho sonno, sono stanca e voglio anda..."
"VIV, ATTENTA!" Urla la mia amica indicando la strada.

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Ciao bella genteeeeee!!

Scusate se non ho aggiornato in questi giorni, ma essendo stato lunedì il mio compleanno ed avendo festeggiato per tutto il week-end non ho avuto molto tempo per controllare wattpad.

E niente, questa è la prima parte di un capitolo che risultava davvero troppo lungo, così ho deciso di dividerlo!

Non odiatemi, so che non vi piace e che non c'è Genn, ma lui è in America e tante cose belle.

Ho visto in altre storie un gioco interessante:
Elencano i nomi dei personaggi e voi lettrici potete chiedere qualsiasi cosa al personaggio interessato.
Mi sembrava una cosa carina dato che avete sempre un sacco di domande.
Così, ecco la lista!
Fate domande in attesa del prossimo capitolo!
O meglio della seconda parte di questo!

🔸Violet

🔹Genn

🔸Sam

🔹Alex

🔸Julie

🔹Jax

🔸Giò

🔹Io 😂

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