Genn

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Che posto di merda.
Seriamente, se volevo ubriacarmi ed ascoltare musica l'avrei fatto volentieri a casa mia: almeno li avevo tutto l'alcol che volevo e della musica decente.

Dopo che Violet mi ha strattonato ed ha seguito quel coso di Cam, non l'ho più trovata, quindi mi sono messo sul balcone a fumare. Non trovo più il mio accendino, ma fortunatamente ho trovato un accendigas a casa di Jax. Lo so che è ridicolo girare con una specie di lanciafiamme, ma non avevo altro.

È una bella serata, l'aria è fresca e non ci sono nuvole: l'ideale per fare musica sul tetto del mio palazzo. Peccato solo che sono stato trascinato qui. Che palle.

Sento la porta a vetri aprirsi e vedo Sam con un'espressione di puro panico in viso.
"Che c'è?" Chiedo.
"Gab sta cercando Alex. Ho paura, Genn" dice lei tremante.
Non tutti lo sanno, ma Gab non ha proprio il caratterino da angelo che dimostra di solito. È questo che mi preoccupa.
Spengo la sigaretta e seguo Sam tra la calca di persone ubriache. C'è Gab che parla con un altro tizio, paonazzo in volto.
"Gab, datti una calmata eh?!" Gli dico di getto.
"Ha mandato te, eh? Che codardo." Dice con fare sprezzante, strascicando le parole.
"Non è un codardo. Senti, non roviniamoci la serata. Tu stai nel tuo e non rompi il cazzo ai miei amici e io non rompo il culo a te."
"Oh, la mettiamo così? Bene." Dice sorridendo.
"Vediamo se la penserete ancora in questo modo dopo che avrò messo questa," dice alzando una pillola bianca "nel bicchiere della tua amichetta." Dice rivolgendosi a Sam.
Violet.
Cazzo, non so dove sia.
"Ok, amico, calmati." Dice Alex. Arriva sempre nei momenti sbagliati, non sa cosa sia il tempismo.
"Oh, eccolo qui." Esclama Gab emanando un forte odore di alcool.
È ubriaco marcio. A stento si regge in piedi.
Si sporge in avanti e fa per colpire Alex, ma perde l'equilibrio e cade in avanti.
"Sei patetico, cazzo" dico io, rovesciandogli in testa il drink di Sam.
"Perché ancora non hai visto la sua amica" dice piegato in due dopo che gli ho sferrato un calcio nello stomaco.

Alex sta tornando a casa con Sam. Lei piangeva e continuava a dire che le spiaceva, tra i singhiozzi.
A me l'arduo compito di trovare e portare a casa Violet.
Mi metto alla ricerca, scostando persone ubriache e gente che limona.

Arrivato in cucina sento gente che urla "Giù giù giù!".
Scosto due coglioni ubriachi e vedo Cam e Violet.
Cam si regge al tavolo ed ad un suo amico.
Violet è seduta sul tavolo con le gambe accavallate ed uno strano rossore in viso. Ride.
È bellissima.
Alza un bicchierino e lo manda giù tutto d'un fiato. E ride. E alza al cielo un paio di banconote da 50.
Che cazzo sta facendo?
Si alza in piedi e la vedo fare un balletto ridicolo.
Cam la raggiunge e la afferra per i fianchi e le stampa un bacio sulle labbra.

Ed io non ci vedo più dalla rabbia.
Non toccarla. Se non la tocco io non la tocchi nemmeno tu, coglione.

Mi avvicino e lo stacco in malo modo da Violet. Me la carico in spalla e mentre lei si agita e m'insulta la porto fuori da quel puttanaio.

Violet mi ha insultato biascicando per tutto il tragitto verso casa. Alcuni insulti erano anche molto divertenti. In altri le ridevo proprio in faccia.
Davanti all'ascensore si toglie le scarpe ed inizia a canticchiare ruotando la testa, saltando da una canzone all'altra.

"Hey tenere Delilah,
what's it like in New York city,
i'm a thousand miles away but girl... No."

Dice cambiando canzone:
"I look around me,
and all i seems to see,
is people going nowhere,
expecting sympathy... No."

E poi lo fa ancora:
"Give me therapy
I'm a walking travesty
But I'm smiling on everything
Therapy you were never a friend to me
and you can keep all your misery.."

"Hai finito?" Le chiedo infilando le chiavi di casa nella serratura.
"Tu... Non ti azzardare a dirmi cosa fare!" Mi dice appoggiando un dito sul mio petto.
"Tu fingi di sapere tutto... Solo perché sei un pochino figo... E hai tutta l'aria da ribelle... E hai quel cappello lì che mi piace tanto..." Dice strascicando le parole.
Io rido, rido di gusto. È troppo buffa.
"Sai che una troietta mi ha chiesto di te? E io le ho detto che sei gay." Dice lei annuendo.
Incredibile.

"Va bene, ora andiamo a dormire dai." Le dico conducendola in camera. Le scosto le coperte ed una volta sdraiatacisi dentro la copro. Faccio per andarmene ma lei mi afferra la maglietta.

"Posso dirti una cosa?" Dice sempre biascicando un po. "Tu fai tanto il figo, ma forse un pochino hai ragione. E forse un amico come te mi farebbe comodo. Potresti diventare il mio migliore amico."

In quel momento sento qualcosa rivoltarsi dentro di me. Non so perché, ma ho sentito la rabbia montarmi dentro. E mi sono avvicinato a lei. Le ho preso il viso tra le mani e l'ho baciata. Le sue labbra erano così morbide, sapevano di vaniglia e di lei.
E la rabbia svanisce, così come è venuta, lasciando il posto all'angoscia.
Baciarla mentre è ubriaca è scorretto. Ed io non dovrei farlo.

Lei mi guarda allibita, come se si fosse svegliata da una trance. Ho rovinato tutto.
Spero solo che domani lei non si ricordi nulla. Lo spero con tutto il cuore.

La vedo poi chiudere gli occhi, il suo respiro si fa regolare. Si addormenta.

"Guai a te, Violet, se ti azzardi ancora a chiamarmi migliore amico." dico scostandole i capelli dal viso. "Apri gli occhi, scema."

Spengo la luce e chiudo la porta.

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Siete 200. 
200 piccoli ippocampi (?)

Sfollate con me.

Che cosa ho fatto. Che cosa ho scritto.

Ora sto shippando sempre più.
Capitemi, anche se lo scrivo, mi emoziono anche io.

Oddio.

Vado a scrivere il prossimo capitolo. 😂

#IAMANURBANSTRANGERS

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