Genn

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Sono le otto del mattino.
Ed oggi mi sveglio con la consapevolezza che Violet non è più mia.
Un senso di vuoto mi pervade, mi sento debole e vorrei stare a vita nel letto, con la musica, a bere Jack Daniel's.
Mi alzo e mi rendo conto che non sono nel mio appartamento: ieri sera Alex mi ha trovato svenuto sulle scale e mi ha portato da lui.
Mi alzo piano ed inizio ad aprire i cassetti a caso, in cerca di aspirine: la mia testa sta per esplodere.
Trovo una bottiglia di colluttorio e ne bevo un sorso, sputandolo subito dopo.
Continuo a pensare a come ieri mi sia aperto con lei e di come sia stato ignorato senza ritegno.
Speravo davvero di convincerla e di sentirla fra le mie braccia subito dopo.
Ed invece probabilmente nemmeno ha sentito tutto ciò che ho detto.
Incrocio con gli occhi una bottiglia di vino e mi ci avvicino lentamente, ma in quel momento Alex esce dalla sua stanza e mi intercetta.
"Genn, smettila. Ora hai superato il limite. Stai esagerando." Dice prendendo la bottiglia dalle mie mani. "Lei non è ne sarà la prima che ti farà stare di merda. Conoscerai una ragazza migliore di lei, ora smettila di fare il coglione e vai a recuperare le tue cose, abbiamo l'aereo fra un paio di ore."
"Non ne voglio un'altra. Voglio lei. Cazzo, come devo fartelo capire??" Dico secco.
Vedo Alex fare spallucce ed andare in camera per chiamare Sam.
Nonostante tutto loro non hanno rotto, dopo tutti quegli anni a rincorrersi sono convinti che riusciranno ad affrontare una storia a distanza.
Buon per loro.
Io invece sto qui, sdraiato sul divano a guardare il soffitto, sperando che con la lontananza i sentimenti si affievoliscano.
Altrimenti non so se riuscirò ad andare avanti.

Arriviamo in Aereoporto largamente in anticipo, il Gate non è ancora aperto e ne approfitto per fumare una sigaretta, lasciando che i deboli raggi di sole giochino sul mio viso pallido.
Sono stanco ed agitato.
Sento Alex e Giò ridere animatamente, mentre Jax scuote la testa con aria di dissenso.
"Non ti mancherà tutto questo?" Mi chiede Sam che nel frattempo era rimasta accanto a me a guardare la scena.
"Se mi mancheranno quei due cretini? Bhe, forse un po' si." Ammetto.
"Ma non sono loro quelli che non vuoi lasciare andare." Dice lei, completando la frase per me.
"Io davvero non capisco come sia possibile essere così scemi. Tu ed Alex avete deciso di provarci. Lei invece ha detto che non vuole avere nulla a che fare con me. Non mi ascolta, non mi considera nemmeno. Pensavo fosse una presa per il culo, ma ora ho capito che in realtà non gliene frega un cazzo di me." Dico, quasi sputando le ultime parole, come se fossero un boccone amaro.
"Genn..." Sussurra Sam appoggiando una mano sulla mia spalla, cercando di consolarmi.
"Sai, credo di essere davvero impazzito. In qualche modo spero ancora con tutto me stesso, di vederla comparire tutta trafelata e coi capelli in disordine all'ingresso del Gate, di vederla correre fra le mie braccia, di sentirla dire che mi ama e che vuole stare con me." Spiego.
"Ma non accadrà." Conclude Sam.
"Già, non accadrà, forse è per questo che fa così male." Sussurro prendendo l'ultimo tiro di sigaretta.

"Genn, il Gate è aperto!" Urla Alex poco più avanti, tendendo la mano a Sam.
Sorrido per fargli capire che ho afferrato e mi giro a salutare Jax e Giò.
Seppur mi abbiano fatto patire le pene dell'inferno e mi abbiano fatto incazzare come non mai, in fondo mi mancheranno.
"Ci si vede, brutta gente." Dico colpendoli piano sulla spalla, prima uno e poi l'altro.
"Vai coglione e fai un po' di soldi anche per me!" Ride Giò.
Poi Jax si avvicina a me e sussurra "Mamma sarebbe fiera di voi."
E per la prima volta nella vita ne sono sicuro anche io.

Stiamo in prima classe e la cosa non è affatto così male.
I sedili sono larghi e confortevoli, con tanto di tavolino, iPad e minibar.
Passo il tempo a guardare fuori dal finestrino, malinconico: Violet non si è presentata.
Eh sì, ci speravo davvero, da bravo piccolo coglione innamorato quale sono.
Ci spero anche ora, anche se stiamo sorvolando la Spagna.
Alex ha passato il tempo a gettarmi occhiate ed a giocherellare con una cartelletta verde, fino a quando non si decide a parlare.
"Smettila, ti prego. Sembri uno in preda ad una crisi di nervi." Dice. "Continui a battere il tempo col piede e con la mano. Smettila, mi stai dando sui nervi."
Non ho nemmeno la forza di controbattere, così sussurro solo delle lievi scuse.
"Smettila di scusarti. Ultimamente non fai altro che incazzarti e chiedere scusa. E bere." Dice sorridendo.
"Sono proprio un fratello di merda." Dico io.
"No, lo sono io. Sai, mi hanno detto di dartela una volta arrivati negli States, ma io non resisto più." Dice passandomi la cartellina verde.
"Che roba è?" Chiedo sospettoso.
"Leggi e stai zitto."
E così faccio.

"Sai Genn, non pensavo di arrivare a tanto.
Vedo spesso persone che corrono, che inseguono obiettivi, che fanno e danno di più.
Ecco, io mi sono sempre sentita estranea a tutto ciò.
Alle elementari le mie compagne scrivevano con la penna blu.
Io usavo la nera.
Alle medie scrivevano tutte in stampatello.
Io scrivevo in corsivo.
Alle superiori scrivevano tutte con computer.
Io usavo carta e penna.
Io ero quella strana, quella diversa.
Io ero quella che tornava a casa senza ombrello, perché la pioggia ti fa sentire viva.
Io ero quella che voleva fare arte, davanti ad un branco di aspiranti dottoresse.
Io ero quella che aveva troppo dentro e doveva solo farlo uscire.

Sai Genn, a volte pensavo di aver sbagliato a venire qui, a vivere da te. Pensavo di aver fatto una cazzata.
Lo penso ancora a volte.
Pensare fa male, sai?
Ti rendi conto che non ne valeva poi tanto la pena.
O che non valeva e basta.
Pensi sempre troppo ma mai abbastanza.
È un difetto umano.

Sai Genn, a volte non voglio crederci.
A volte spero solo di essermelo sognato, di essermelo immaginato.
Maledetta testa, maledetta coscienza.
Era tutto così perfetto, ma io rovino sempre tutto.
Voglio prendere le forbici e tagliare tutti i fili.
Basta fili.
Basta essere altro.
I fili dentro me sono rotti.

Ma non posso permettere che lo siano anche i tuoi.

Sai Genn, pensarti così lontano fa dannatamente male, ma so che è giusto così.
So che sto facendo tutto correttamente e che prima o poi ci rivedremo, prima o poi saremo ancora tu ed io.
E quanto durerà? Forse una settimana, forse un mese o forse un anno. Ma saremo io e te, e questo basta.
Basta eccome.

Ti amo."


Adesso so che ho un motivo per tornare.

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Eh, finalmente ho aggiornato.

Non so cosa pensare di questo capitolo.

Solo che ho paura delle vostre reazioni.

Vi ciao tutti ❤️

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