Genn

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Entro in casa e sbatto la porta.
Sono incazzato nero. Non voglio sentire niente e nessuno. Ho solo bisogno di ascoltare musica e rilassarmi.
Ma Alex mi segue. Lui mi segue sempre. Non è solo mio fratello, è il mio migliore amico: è l'unico che mi capisce, l'unico ed il solo.

"Ma ti vuoi dare una calmata?" Mi urla facendomi voltare verso di lui.
Si gira verso il freezer e ne estrae una confezione di piselli surgelati.
"Magari questi me li potevi dare prima, così li infilavo nel culo a quello stronzo." Dico afferrando la confezione gelida e appoggiandola sulla mano dolorante.
"Sono un coglione. Sta andando tutto a puttane" dico appoggiando la testa alla mano sana.
"Sei tu che le fai andare in questo modo. Era così necessario mollare un pugno a Cam?" Mi chiede.
"Ieri sera ha baciato Violet. E lei non voleva, ed era troppo ubriaca per fare qualsiasi cosa. Non so perché ma 'sta cosa non ha fatto altro che logorarmi per tutta notte. Se non facevo subito qualcosa avrei dato di matto." Spiego.
Ed è vero. Il solo pensiero di lui che avvicina le labbra a Violet mi dava il voltastomaco.
Se non la posso toccare io, di certo non lo farà lui.

"Devi smetterla di negarlo. Lei t'interessa." Dice Alex appoggiandosi allo stipide della porta.
"No. Lei mi fa imbestialire. Mi fa girare il cazzo. Mi fa venire voglia di urlare." Dico
"Sono suo amico. Penso sia naturale."
"No bello. Non lo è. Un amico non agisce in quel modo."
"Te lo ripeto, non potrei mai e poi mai innamorarmi di lei. Mai. Non succederà."
"Certo certo. Dillo alla tua mano" dice indicando la mano ormai gonfia e rossa.
Ok, forse dargli un pugno in faccia non era stata proprio l'idea migliore del mondo.

Saluto Alex, che mi avvisa che quella sera Sam sarebbe stata a dormire da lui e che quindi le visite inaspettate non erano gradite.
Controllo i messaggi sul telefono e noto che ne ho solo uno da parte di Jax:

NON SO COSA SIA SUCCESSO IERI SERA, MA SE FATE QUALCOSA AL MIO APPARTAMENTO, RITENETEVI MORTI.
TUTTI E QUATTRO.
CI VEDIAMO TRA TRE GIORNI.
~Jax

Ottimo, pure lui l'aveva intuito. Strano che non sia venuta a chiedere anche Katya a questo punto.
Mi tolgo la giacca, l'appoggio sul divano e mi verso un bicchiere d'acqua.
Quella ragazza sta mandando il mio cervello a farsi fottere. Devo imparare a ragionare. O finisco di nuovo in Irlanda.

Vado verso la mi camera ed improvvisamente mi ricordo che dentro ci potrebbe essere ancora Violet. Apro piano la porta e nella penombra la vedo accucciata sul mio letto che dorme.
Ha le mani,le braccia, le ginocchia ed il viso coperte di nero. Per non parlare dello stato delle mie lenzuola. Urge fare il bucato.
Mi avvicino per capire cosa cavolo le sia preso per ridursi così.
La sento mugugnare un paio di volte e sorrido.
Non si direbbe che sia lei la causa dei miei problemi. E non lo voglio ammettere nemmeno io.
Una volta passati questi tre giorni ci vedremo solo ogni tanto. E la rabbia e l'angoscia spariranno. E chi si è visto si è visto.

Il letto è pieno di fogli, in alcuni ci ha disegnato cose senza senso, in un altro noto un gufo bianco.
Prendo alcuni fogli da terra e vedo che su uno c'è Sam e su uno c'è Alex.
Nessuno che però rappresenta me.
Deve davvero essere incazzatissima.

Vedo che dentro la sua borsa c'è un altro foglio.
Mi avvicino in silenzio e lo sollevo. Ha disegnato se stessa. In un modo che non le rende per nulla giustizia. Piego il foglio e me lo infilo in tasca. Sollevo la borsa da terra e ne esce il suo album da disegno.
Non dovrei, ma lo faccio. Lo apro.

E ci sono io.
E poi ancora io.
E dopo sempre io.
Io che rido, io che dormo, io che mi incazzo, io che mangio, io che suono, io che canto.
Sempre e solo io.
Arrivo all'ultima pagina aspettandomi un'altro disegno.
Ed invece ci trovo scritte solo alcune parole:
"Sei soddisfatto adesso?"

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