Capitolo 1

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''Abbiamo due vite,la seconda inizia quando ci rendiamo conto di averne solo una''.


Stava suonando la sveglia,il suono della morte. Dovevo alzarmi per andare all'università...Che gioia!

Sfiorai il pavimento con il piede destro, dire che era simile ad un pezzo di ghiaccio proveniente dall'Alaska sarebbe stato un eufemismo ma mi vestii di coraggio e corsi in bagno per prepararmi.

Mi lavai il viso con l'acqua gelata per svegliarmi ed i denti. Un filo di trucco poi pettinai i miei capelli i quali ,ogni giorno diventano sempre più neri.Dopodiché presi un vestitino qualsiasi dall'armadio,facendo attenzione a non cadere tra le mille cose sparse a terra e di corsa all'università.

Uscii di casa ed il cielo era grigio, il vento era gelido e non so perché ma quando c'era maltempo, la città sembrava vuota anche se tutti correvano per andare a lavoro o fare altro. Arrivai all'entrata dell'università di giurisprudenza,la mia facoltà. Ebbene sì, speravo di diventare un avvocato di successo ma per ora mi bastava superare gli esami.

In lontananza vidi Jay, il mio migliore amico con un sorriso da cinquanta denti e nemmeno mi salutò ma partì subito col suo monologo:

" Amore non sai ieri sera chi ho rimorchiato, un tipo che voleva fare tutto ciò che ha letto in Cinquanta sfumature di bordeaux" se non si fosse capito era gay e nemmeno lo ascoltavo perché avevo perso il conto di tutti i tipi che rimorchiava ogni sera.

Mentre Jay continuava a parlare senza lasciare che io rispondessi,arrivò in aula la professoressa di diritto privato.Di colpo il coro di voci si spezzò e restammo tutti impassibili ad ascoltarla, sembrava la messa di mezzogiorno della Domenica ed inoltre il corso di diritto privato era anche un ottimo sonnifero.Per tanti,compresa me.

Le ore passavano tra ticchettii di penne e tra risatine soffocate. Io mi limitavo ad ascoltare la lezione e ad osservare la vita al di fuori della finestra dell'aula. La pioggia cadeva e batteva sul vetro della finestra e ciò era musica rilassante per le mie orecchie.

Dopo due ore di corso, io e Jay andammo a mangiare qualcosa nei dintorni dell'università ed iniziammo a parlare delle coppie e di quanto alcune facciano ribrezzo,poiché stanno ''insieme'' per il semplice gusto di colmare il vuoto della solitudine e non perché ci sia un vero sentimento.Un vuoto che potrebbe essere colmato con un cane o un pappagallo ma non con un essere umano e personalmente credo sia la cosa più squallida del mondo utilizzare le persone perché si è soli e non per il piacere di stare insieme.

Io sono del partito del chi vuol restare solo,resti solo e non cerchi, elemosinando,compagnia o qualsiasi tipo di sentimento a convenienza.

Siamo persone,non buoni spesa.

" Tesoro io non potrei mai essere un fidanzato baubau" disse Jay ridacchiando e gesticolando con la forchetta in mano.

"Jay lo so, ma il punto è che saresti una rottura permanente" ribattei ironica.

Scoppiammo a ridere, amavo ridere con lui in quanto mi usciva la risata più genuina che potessi custodire.

Dopo varie chiacchiere ci alzammo dal tavolo per andar via ,avevamo altre due ore di lezione da seguire e la mia voglia era pari a meno di zero.

Mentre camminavamo per strada cantando come nostro solito fare e ridendo a più non posso per le battute poco eleganti di Jay,una moto mi sfrecciò davanti schizzandomi tutto il vestito.

Restai un secondo sconvolta.Successivamente,senza pensarci nemmeno un secondo, mandai a quel paese il tipo sulla moto urlandogli contro.

Come ciliegina sulla torta,notai che alle mie parole la moto fece retro front.Mi salì un nodo enorme in gola e sentii Jay sussurrare:"Oh...oh...Merda".

Le mani iniziarono a sudarmi ed il cuore iniziò a battere a più non posso.

Avevo combinato un guaio.

Tu Mi Appartieni (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora