Capitolo 35

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Decisi di mandare un messaggio a Frank per incontrarci.Ero agitatissima,decisi di indossare un vestitino bianco e nero stretto a tubino,delle calze nere,décolleté neri alti ed una giacca nera.Volevo essere elegante e sentirmi bella,per lui.I capelli li lasciai sciolti,liscissimi,un filo di eyeliner,un po' di rossetto color carne e via.

Uscii di casa,salutando velocemente mia madre.Era sabato,c'era gente ovunque in piazza,i bar ed i pub erano strapieni e si sentiva un vociferare fortissimo,oltre i numerosi rumori delle auto.

Avevo appuntamento alle 22.00 con Frank,davanti alla mia università,mi incamminai lentamente perché i tacchi mi impedivano il passo veloce ma arrivai.Lui era all'entrata e fumava una sigaretta,passeggiando nervosamente avanti ed indietro.Mi vide subito e gettò la sigaretta per terra. Mi venne incontro e ci salutammo con un bacio sulla guancia.

''Allora,dove andiamo?'' chiese tranquillamente.

''Dove vuoi'' risposi.

''Ti va bene a casa mia? Così parliamo dato che c'è troppo caos''.

''D'accordo''.

Mi aiutò a salire sulla moto,mi diede il casco,salì anche lui e ci dirigemmo verso casa sua.

Era troppo tranquillo,non era come sempre,né un complimento né un sorriso,avevo paura che gli fosse successo qualcosa o semplicemente era nervoso.Durante il tragitto,notai com'era vestito,aveva un pantalone nero,gli anfibi slacciati,una camicia di jeans ed i capelli spettinati gettati all'indietro con  un po' di gel.

Arrivammo a casa sua.Entrammo era tutto come sempre in disordine.

''Vuoi bere qualcosa?'' chiese.

''No,grazie''risposi.Lui si diresse verso il frigorifero per prendere una birra.

''Accomodati,se vuoi'' disse.

''Grazie'' risposi.Mi sedetti sul divano,c'era una tensione che si tagliava col coltello ed eravamo entrambi freddissimi.

''Cosa dovevi dirmi?'' chiese sorseggiando la birra dalla lattina.

''Ho deciso'' risposi.

''Bene,erano scaduti i tre giorni''

''Sì,lo so,per questo ti ho mandato un messaggio'' risposi guardandolo negli occhi.

Posò la lattina e si sedette di fianco a me,guardandomi negli occhi mi chiese :'' Allora,cos'hai deciso?''

''Ho deciso di stare con te'' risposi prontamente.Ero decisa e sicura di ciò che stessi facendo.

Accennò un sorriso e si preparò una sigaretta. Restai sconvolta,era come se fosse totalmente  disinteressato,mi spiazzò.

''A-allora?'' balbettai timidamente.

''Allora nulla,Elisabeth'' disse accendendo la sigaretta.

Sbiancai di botto,ero sconvolta,mi stava liquidando.

''Cosa significa?'' dissi agitandomi.

''Significa ''nulla'',conosci l'italiano?'' continuando a fumare,seduto sul divano come se non gli importasse niente della nostra conversazione.

''Non capisco e quell' ultimatum?'' domandai in lacrime.Le mani mi tremavano,non capivo nulla.

''Elisabeth,era un gioco. Te l'ho dato perché ero curioso di sapere cosa scegliessi e sapevo che avresti scelto me'' rispose continuando a fumare e ridacchiando.

''E soprattutto sei un'illusa,io non sarei mai tornato a stare con una che non sa prendersi le sue responsabilità e poi,guardati,sei una bambina.Già stai piangendo!'' aggiunse.

''Sei solo uno stronzo,mi fai schifo!'' gli tirai uno schiaffo sulla guancia e scappai via.

Ero stanca.Ancora una volta mi aveva preso in giro,ancora una volta ero stata la sua pedina,ancora una volta aveva giocato con me ed ancora una volta ci ero ricascata.

Mi diressi verso casa in lacrime e col cuore spezzato,l'amavo ma ora l'odio in me aveva preso il sopravvento.

Doveva sparire dal mio cuore.

Tu Mi Appartieni (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora