Capitolo 16

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Mi svegliai di soprassalto. Avevo appena avuto un incubo. 

C'ero io in lontananza e guardavo Frank baciarsi con una ragazza di spalle,probabilmente era Selena...Menomale era solo un incubo ma qualche giorno fa era la realtà...Mi alzai dal letto,mi diressi in cucina e mi preparai un caffè caldo.Anche oggi faceva molto freddo ed i vetri delle finestre erano tutti appannati. Camminando per la cucina col caffè in tazza,notai una frase in un quadretto appesa al muro :'' Un giorno,tre autunni''. La scrisse mio nonno,mi ricordo ancora quando mi spiegò il significato,era un proverbio cinese e voleva indicare che a volte le persone possono mancarci così tanto che un giorno pesa come se fosse tre anni.

Già,era ciò che provavo io in questo preciso momento.Frank mi mancava così tanto da non far passare nemmeno un giorno anzi senza di lui anche un'ora durava 3 anni.

La lessi e la rilessi.

Mi alzai di scatto dalla sedia,posai la tazza sul tavolo,mi diressi in stanza presi la valigia sistemai tutte le mie cose all'interno,mi infilai un jeans,un maglioncino ed il cappotto.Sentivo l'adrenalina scorrermi nelle vene.Lasciai un messaggio scritto su un volantino del supermarket a mia zia con scritto :''Zia torno a casa,ti chiamo quando arrivo,grazie di tutto''. Presi la valigia e mi diressi alla stazione degli autobus.

Feci il biglietto per tornare a casa mia e salii sull'autobus.Partì alle 11.30 e dovevo essere a casa alle 14:00. Dato che il tempo non passava,iniziai a pensare a tutto ciò che mi fosse successo. 

Dalla giornata del ''disfacimento'' quando lessi il messaggio di ''quella'' ,alle mie giornate vuote,senza senso e senza voglia di vivere, nell'apatia più totale.E' vero,mi ero rilassata molto ma mi mancava Jay,mia madre e la mia casa.Ma più di tutto mi mancava Frank.

E' vero,mi aveva ferita,distrutta,fatta del male ma io non riuscivo a dimenticarlo.

Come potevo dimenticarlo?

 Come potevo dimenticare colui che mi aveva fatta innamorare per la prima volta? 

Come potevo ripartire da zero facendo finta che la sua esistenza non influenzasse la mia?

Come potevo dimenticare la sera in cui facemmo l'amore? Come potevo dimenticare la mia prima volta?

Come potevo far finta di non amarlo più? 

Avrei preso in giro prima me stessa e poi lui.

E' da vigliacchi convincersi di non amare più nessuno per il semplice fatto che è il nostro orgoglio ad imporlo,io preferisco fare i conti con me stessa.Mettermi seduta a tavolino e discutere con me e se è il caso anche indignarmi ma non potrei mai illudermi e fingere a me stessa. Non sarò di certo l'essere perfetto ma so essere onesta con me e con gli altri. L'onestà non è una materia scolastica che possiamo saltare o presentarci alla seconda ora pur di non farla,l'onestà ti butta in faccia ciò che davvero sei e ti lascia scegliere: o essere sleale,scorretta e sporca dentro oppure essere onesta e far i conti con tutto e tutti. 

Io avevo sbagliato a fuggire,avrei dovuto aspettare Frank e parlargli ma l'istinto s'era già preso il gioco di me e la mia scelta è stata scappare.Ma non l'ho fatto per disonestà anzi l'ho fatto per la mia troppa onestà,l'ho fatto per fare i conti con me e chiedermi ogni giorno,guardandomi allo specchio :''Elisabeth,hai fatto la scelta giusta? Elisabeth,oggi come stai? Elisabeth,oggi come ti senti?''

La mia non è stata una meditazione,la mia è stata una sorta di convivenza con me ed i miei fantasmi. Ci sono persone che scappano e lo fanno per ricostruirsi una vita. Ecco,queste sono le persone più disoneste che io conosca,non parlo di ''affari'' dato che ai giorni d'oggi la parola ''disonesta'' viene attribuita solo al lavoro o ai soldi ma parlo di animo disonesto. E quando c'hai l'animo disonesto, non esistono luoghi per rifugiarsi.

Se scappi per ricostruirti una vita,stai ancora fuggendo da ciò a cui hai voltato le spalle. 

Bisogna affrontare ma soprattutto affrontarsi,è una delle cose che ho appreso in questa vita e che forse non dimenticherò nemmeno se ce ne fosse un'altra.

Dopo vari pensieri,arrivai a destinazione.Ero a casa. 

Ogni volta che tornavo da casa di mia zia era come se mettessi piede in una giungla. Tra spintoni e folle ovunque,arrivai alla stazione dei taxi. Riuscii a prenderne uno (fortunatamente) e tornai a casa.

Arrivai a casa,presi le chiavi dalla borsa ed aprii la porta.Tutto come sempre,ordinato,pulito e profumato,mia madre se potesse pulire casa anche durante il sonno,sono più che certa che lo farebbe.Purtroppo né lei né mia sorella c'erano,così pulii la mia stanza e sistemai tutte le mie cose.Dopodiché presi il cellulare,tirai un lungo sospiro e mandai un sms a Frank con scritto:

''Sono tornata''.

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