Capitolo 36

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Frank PDV

Era appena uscita di casa,lasciandomi cinque dita stampate sulla guancia destra. Il mio cuore era a pezzi,ero distrutto.

Avrei voluta stringerla a me,farci l'amore e trascorrere una serata solo noi e basta.Invece no,non potevo.Le avevo raccontato tutte stronzate,solamente per farmi odiare e c'ero riuscito. 

Non poteva stare con me,non poteva amare me e non potevo stare io con una ragazza meravigliosa come lei.Avrebbe scoperto la mia vita e sarebbe fuggita da sola e ci avrei sofferto il doppio quindi avevo optato di ferirla,così mi avrebbe odiato e non sarebbe più tornata da me.

La mia vita non era per lei,lo spaccio di droga,le lotte di pugilato,le corse con le moto clandestine, i miei innumerevoli nemici che volevano ammazzarmi e le continue risse,avrebbero condizionato il nostro rapporto,avrebbe scoperto tutto questo e ''tutto questo'' poteva riversarsi a mo' di ''vendetta'' in qualunque momento,su di lei. Ed io non potevo,NON POTEVO.

L'amore che provavo per lei mi aveva portato addirittura ad allontanarla da me,per difenderla da me,dalla mia vita.

Le mie continue assenze,erano dovute a questo e già ultimamente lei sospettava qualcosa di ''strano'' e c'era arrivata vicina a scoprire tutto...E mi avrebbe lasciato lei.

Avevo sbagliato a fare quella scenata al locale,dovevo lasciarla libera,farle ricostruire una vita.Invece no,ancora una volta la mia gelosia,la mia possessione ed il mio amore avevano prevalso su tutto.La volevo,davvero e la voglio ancora ma devo difenderla e la amo così tanto da difenderla da me stesso,da tutto ciò che mi circonda,dal marcio che ho attorno e che non deve,assolutamente,sfiorarla.

Il mio errore era stato darle quell'ultimatum,illuderla che ci fosse una speranza invece era servito a me,a far mente locale ed a capire che non potevo averla,non potevo costringerla a far parte di tutto,era esposta a molti rischi,molte persone mi volevano morto e se l'avessero scoperta,si sarebbero vendicati su di lei...

Il solo pensiero mi rendeva furioso,nessuno poteva toccarla e farle del male,NESSUNO.Stringevo i pugni così forte da vedere le vene delle braccia sotto sforzo.

Non dovevo più chiamarla,non dovevo più opprimerla,non dovevo farmi più vedere.Dovevo sparire e lasciarla libera.

Lei era troppo perfetta per me mentre io...Beh,io ero questo.Questa era la mia natura e lei non doveva ''sporcarsi''.

Decisi di lasciarla libera,il solo pensiero che un altro potesse toccarla,baciarla,farla ridere,renderla felice ed amarla mi uccideva,mi rendeva più geloso e possessivo del solito,lei era mia.E stasera era ''wow''...Bellissima,la mia piccola...

Ma dovevo proteggerla,Elisabeth aveva bisogno di serenità,di felicità ma soprattutto di amore.Io l'amavo ma lei non poteva  star con me,dovevo difenderla.

Avevo promesso che l'avrei protetta da tutto.

Anche da me.

Aprii l'ennesima lattina di birra magari se mi fossi ubriacato avrei smesso di pensarla...

Tu Mi Appartieni (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora