1. I am Eve

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Eve suonò il violino per i bassifondi di Zyra, la città fortificata degli umani. Un passante le diede qualche moneta e lei gli regalò un sorriso raggiante. Mancavano poche ore al tramonto, e doveva tornare a casa prima dell'arrivo dei vampiri. Mise i soldi nella tasca della gonna, e controllò se nel suo corsetto c'era ancora nascosto il pugnale. Rimise il violino nella custodia e se lo buttò in spalla.
Chi era fortunato riusciva a guadagnarsi da vivere come lei chi no, finiva nelle "fattorie" o di sua spontanea volontà o rapito e venduto. Erano posti dove vivevano mangiavano, e dormivano solo per farsi prelevare sangue costantemente.

Quando i vampiri prevalsero sugli umani, permisero a quest'ultimi di vivere, ma in netto svantaggio, la maggior parti di loro viveva nei sobborghi a livelli medievali, a eccezione di piccoli gruppi privilegiati. L'unico modo per uscire da quella miseria era diventare un famiglio, ma comportava troppi sacrifici.

Appena arrivò nella sua piccola casa, chiuse porte e finestre per bene e scaldò dell'acqua per lavarsi. Lesse il giornale che aveva comprato la mattina, per informarsi sugli avvenimenti, la notte prima erano morte una ventina di persone e altrettante erano scomparse. Con rabbia lo scagliò via, aumentavano sempre di più. Si maledisse per non essere abbastanza forte da unirsi ai cacciatori, e difendere con loro la città dagli attacchi notturni. Alla faccia della città fortificata... La sua casa era formata da una stanza, che comprendeva salotto, cucina e camera e dal bagno. Quando l'acqua si scaldò si lavò, strofinando per bene i capelli castani e mossi.

Si rannicchiò sul suo letto, dopo essersi asciugata e il terrore ebbe inizio, guardò l'ultimo raggio di sole con malinconia, mentre calava il buio. Tutti gli umani stavano con le luci spente, nessuno voleva attirare la loro attenzione.

Era sempre così, tutte le notti, tremava avvolta nelle sue coperte impaurita e pronta a uccidere pur di mettersi in salvo, finché non si addormentava.
Ma quella notte era diversa dalle altre, i vampiri si erano avvicinati più del dovuto, riusciva a sentirli, vicinissimi a casa sua. Alcuni di loro erano al piano di sopra, un piano disabitato.
Sperò che non facessero del male a nessuno dei suoi vicini, e doveva uscire prima che arrivassero a lei. Se voleva evitare di essere uccisa, doveva trovare i cacciatori. Preparò lo zaino, legò alla cintura l'ascia, s'infilò la giacca e uscì con passo felpato, molto silenziosamente.

La città era avvolta dalle tenebre, prese la torcia spenta e cammino per le strade deserte. I cacciatori dovevano essere a qualche isolato più avanti, erano insediati li. Corse per allontanarsi dai vampiri nel suo palazzo. Tremava dalla paura, non era mai uscita dalla casa di notte, e quei mostri non si erano mai avvicinati tanto.

<<Ehi, ehi tu, fermati!>>

Eve si girò a guardare, uno di loro le stava correndo incontro, sapendo di non avere speranze correndo dritta per la strada, entrò e serpeggiò nei vicoli fiancheggiando i condomini, in tutte quelle strade strette, lunghe e buie. Se tutto andava bene avrebbero perso le sue tracce.

Si infilò in una cantina, ansante per riposare un po' sentì una morsa al cuore quando vide i cadaveri dissanguati di alcune persone riverse a terra, pregò che non si risvegliassero.
A quanto pareva i vampiri si erano allontanati perciò riprese a camminare rimanendo sulle strade secondarie. Quella volta non voleva esporsi e finire come prima.
Per circa un'ora non successe nulla. Mentre entrava nell'ennesima casa per cercare i cacciatori, vide un gruppo di vampiri intento a cercare umani nascosti, indietreggiò lentamente, ma sentirono il suo odore quasi immediatamente quando annusarono l'aria, corse verso le scale antincendio e tornò al piano terra correndo il più velocemente possibile mentre la inseguivano. Corse come se ne dipendesse la sua sopravvivenza, perché era così. Fece più gradini alla volta, ed entrò in un altro vicolo, pessima idea.

Gelide e pallide braccia le coprirono la bocca e la tirarono in un viottolo e altre braccia le cinsero le ginocchia, facendola cadere con la faccia sull'asfalto ancora bagnato dalla pioggia.

La girarono supina. <<Abbiamo trovato una sacca di sangue!>> urlò una di quelle schifose facce pallide.

Prima che potesse dire qualcos'altro, Eve riuscì a invertire le posizioni, e a recidere la sua testa di netto, riducendolo immediatamente in polvere, non avrebbe dovuto distrarsi per gridare ai quattro venti.

Col respiro pesante usò l'inalatore e riprese la sua ricerca. Quell'incontro ravvicinato le aveva fatto salire l'adrenalina a mille. Purtroppo nonostante i suoi sforzi non riuscì a trovarli nemmeno nell'edificio dopo, si accasciò in un angolo con la testa fra le mani, se fosse riuscita a resistere fino all'alba... Frugò nella casa in cui era capitata alla ricerca di un arma da fuoco, e riuscì a trovare una piccola pistola, purtroppo aveva pochi proiettili.

<<Eccone un altro.>> Gridò un succhia-sangue, la voce proveniva da fuori.

Dopo un momento di sgomento si accorse che non parlavano di lei.
Quando qualcuno viene catturato può finire nelle fattorie, ucciso all'istante dissanguato, trasformato, o peggio diventare il famiglio di un vampiro aristocratico, in poche parole uno schiavetto utile solo per sangue e sesso.
Nessuno delle opzioni le appariva appetibile.

Uscì e sparò al vampiro che deteneva il povero ragazzino, non era morto, ma lo avrebbe rallentato.
L'ex prigioniero guardò Eve con gratitudine e corse via, sperò che non venisse preso nuovamente.
Eve si avvicinò e prese l'ascia, il vampiro le gridò insulti tamponando la ferita alla testa e mostrando i denti. Eve lo decapitò mettendo fine alla sua "vita", definitivamente senza prestare attenzione alle sue parole. Si girò per andarsene, ma si accorse che era stata circondata, uomini e donne con i canini bene in mostra, anzi mostri, la guardavano famelici, erano almeno in dieci.

<<Prendete anche lei, e recuperate il ragazzino>> ordinò una di loro.

<<Col cazzo.>> Puntò la pistola alternando chi tenere sotto tiro e strinse con l'altra mano l'ascia.

La donna la guardò dall'alto al basso con disgusto. <<Chi ti credi di essere, umana?>>

Lo pronunciò come se fosse un insulto, eppure non era una purosangue un tempo lo era stata anche lei. Aveva capito che era il capo e si concentrò solo su di lei.

<<Ordina ai tuoi schifosi succhia-sangue di andarsene o ti sparo>> sibilò spuntandogli addosso le parole.

<<E quindi?>>

Eve vacillò. <<Non sei nata come vampiro, non morirai, ma non ne uscirai illesa.>>

<<Basta con queste cazzate, prendetela!>> Indicò i compagni. <<Voi, andate a cercarne altri è arrivato un nuovo vampiro a Hydro, pagherà profumatamente per un nuovo famiglio.>>

Eve le sparò in testa e la donna cadde, non aveva nessuna intenzione di fare quella fine, non era sopravvissuta vent'anni per finire prigioniera. Gli altri le furono addosso, riuscì ad abbatterne un paio, a volpi di ascia, ma gli altri la immobilizzarono per terra e la legarono.

<<Lasciatemi andare vampiri di serie b, non valete nulla, schifosi traditori della specie umana!>> Gridò.

Le arrivò un calcio allo stomaco che le svuotò i polmoni. Se lo scopo era zittirla ci erano riusciti. La presero in spalla e la trasportarono via. Si contorse e scalciò mentre la buttavano in un furgone pieno di persone legate, senza delicatezza.

<<Che rudi, vi sembra questo il modo di trattare la gente, non siamo capi di bestiame.>>

<<Stai zitta o ti tagliamo quella linguaccia.>> Le risposero da fuori.

<<Stronzi>> bisbigliò e con respiri profondi cercò di liberarsi dalle corde, senza successo. Voleva gridare dalla frustrazione, ma temeva per la sua lingua.

<<Questo carico è diretto a Hydro.>>
Li avevano definiti, un carico.
Dopo un'eternità il furgone parti, e tutti cominciarono a parlare tra di loro nervosi e impauriti, anche Eve aveva paura, ma cercò di non darlo a vedere, almeno era felice che non avessero preso il ragazzino, uno dei due si era salvato.

<<Spero di non finire in una fattoria...>>

<<... Io non voglio essere trasformato.>>
Sentendo quei frammenti di conversazione si sentì un'idiota, era stata presa, si chiese cosa sarebbe successo se fosse rimasta a casa.
Doveva ammettere a se stessa che era terrorizzata, i vampiri erano spietati con gli umani, e disarmata insieme a tutta quelle persone indifese come lei, non aveva speranze.

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