8. Another fucking party

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L'ambiente questa volta era meno sgargiante. Tutti colori erano scuri sul blu e ogni tanto c'erano decorazioni fluo azzurri risaltati dalla luce sommessa, tutti indossavano eleganti abiti da sera e ballavano sotto una lenta, ma ritmica e moderna musica.

La gente era numerosissima ed Eve tenne a mente l'avvertimento di Karen. Ovviamente Mark era già sparito e stava bevendo da qualche parte. Eve prese da un cameriere che passava un bicchiere di vino bianco e bevve a piccoli sorsi, in un angolino mentre studiava gli invitati.

Non stava succedendo nulla di così interessante e passava inosservata quella volta, perciò piano piano andò verso l'ascensore e scese verso il piano terra, sempre senza farsi notare uscì dal grattacielo e si avventurò nella città nel suo bellissimo ed elegantissimo abito. Fece pochi passi prima che una donna le afferrasse il braccio.

Lei si girò strattonandola via guardandola storto, come si permetteva una perfetta sconosciuta di toccarla. Ma non era una ragazza a caso le ricordava tantissimo Valentine solo più grande. Aveva lunghi capelli scuri e mossi, occhi cerulei contornato da trucco pesante sui toni del nero, labbra carnose e rosso sangue.

Molto alta e dalle forme mozzafiato, fasciate un abito coperto di paillette a sirena viola scuro con un profondo scollo a mostrare il seno prosperoso. Vicino a lei c'era una ragazza più bassa di Eve con lunghi capelli biondi e occhi nocciola, magra e con un portamento decisamente meno presuntuoso, si guardava sempre la punta delle scarpe.

<<Che cosa vuoi?>> sbottò Eve alzando gli occhi al cielo.

<<Oh, che caratterino>> disse con voce roca e sensuale.

<<Ma chi sei? Perché mi stai parlando?>>

Alzando il mento all' in su rispose, sempre con quella voce carezzevole. <<Sono la sorella di Valentine, Kathrine e lei è il mio famiglio Krystal, saluta cara.>>

<<Buonasera>> salutò delicatamente senza neanche alzare gli occhi.

Kathrine le cinse la vita e la baciò intensamente.

Eve guardò altrove alzando gli occhi al cielo. Quando si separarono le guance di Krystal divennero rosse come pomodori.

<<Non dovresti essere qui da sola, ma con mio fratello il tuo master.>>

<<No, non sono il famiglio di nessuno né mai lo sarò.>> ribatté incrociando le braccia.

La vampira scoppiò a ridere. <<Mio fratello è crudele con le punizioni in caso di fuga, se vuoi che ti restino le poche libertà che hai, torna alla festa.>> Entrò tenendo stretta a sé Krystal.

La ragazza ci penso, per quella volta non valeva la pena rischiare, entrò nell'ascensore poco prima che si chiedessero le porte con la sorella e il famiglio. Ovviamente non le risparmiò un sorriso soddisfatto mentre salivano.

Eve era dietro di loro e la vampira non si prese la briga di essere discreta mentre si abbassava a mordicchiare il collo del famiglio mandandola subito in estasi, poi insinuò la mano alzando il vestito al ginocchio stile bambola di porcellana e cominciò a baciarla oscenamente, Eve si girò di lato col broncio.

Era una mancanza di rispetto non solo nei confronti suoi ma anche di Krystal. Voltarsi da una parte non risolse il problema perché i suoni che emettevano facevano capire tutto.

<<Che c'è? Val non ti soddisfa abbastanza?>>

<<Non voglio essere soddisfatta da lui.>>

Appena le porte si aprirono Eve si affrettò ad allontanarsi da loro sbuffando irritata. Andò dritta al tavolo pieno di alcolici bere qualcosa di forte.

Odiava quella società depravata e tutto quello che la circondava. Sarebbe diventata anche lei remissiva come Krystal se diventava il famiglio di Valentine? Ne dubitava, lei non sarebbe mai stata così sottomessa a qualcuno.

Mentre ci pensava sentì una conversazione alle sue spalle.

<<Steve.>>

<<Mi dica signore.>>

<<Portala nella mia stanza.>>

<<Cosa? Perché?>> chiese Eve allarmata mentre veniva trascinava via, la gente invece d'intervenire ridacchiava, Kathrine in particolare.

<<Avevi promesso!>> urlò con tutte le sue forze.

Poteva ribellarsi, o non opporre resistenza, ma erano due strade che portavano alla stessa destinazione.

<<Piccola mia, sai bene che sono il tuo master, devi ubbidire e basta.>>

<<Avevi detto che non l'avresti fatto, che volevi solo il mio sangue, avevamo un accordo.>>

<<Oh, allora infrangerò la mia promessa.>> Si avventò su Eve.
<<Ti legherò al letto se sarà necessario.>>

<<No!>>

<<È colpa tua, sai? Comportarti così mi ha fatto cambiare idea.>>

<<Non lo farò mai più lo giuro!>> disse con convinzione.

<<Non far giuramenti che non puoi mantenere.>> Fece un passo avanti e lei indietro.

<<Come te magari?>> Lui corrugò la fronte. <<Scherzavo, scherzavo.>> Fece un passo indietro e lui avanti.

A Eve cominciò a venire il mal di pancia, tanto era nervosa, e ci poggiò la mano lamentandosi.

<<Non essere nervosa>> disse con voce pacata.

<<Eh no, mi capita tutti i giorni andare a letto con un vampiro per di più arrabbiato.>>

<<Non sei mai stata con un vampiro?>>

<<Ew. Ovviamente no.>>

<<Ti piacerà fidati.>>

<<No, no, no...>> Scosse la testa.
Forse era meglio non avere la lingua tagliata. <<Mi dispiace...>>

<<Cosa hanno fatto al casinò come dimostrazione?>>

<<Gli... gli hanno tagliato le gambe l'hanno lasciato agonizzare, poi lo hanno decapitato...>> Eve sussultò, non si era mai sentita così in trappola in vita sua, se l'era sempre cavata ed era sempre uscita viva e integra, ma quella volta ne dubitava.

<<Sono stati gentili, di solito dura molto, molto più tempo... Vieni qui e sdraiati sul letto.>>

<<Non ci penso neanche.>> Il dolore allo stomaco aumentò e si lasciò cadere in ginocchio. Non c'era via d'uscita.

Camminò lentamente e si piegò davanti a lei. <<Vuoi farlo per terra?>>

Eve singhiozzò.

<<Sarò gentile questa volta, dato che è la prima.>> Sorrise mostrando i denti lunghi e appuntiti.

<<Non è la prima>> confessò, tanto se ne sarebbe comunque accorto, avrebbe potuto giocare la carta del "Sono vergine, risparmiami." Ma non avrebbe funzionato.

<<Con un vampiro sì.>>

La prese in braccio e la depositò sul coperchio della bara chiusa.
<<Valentine fermati.>>

Le fu sopra in un attimo e iniziò a giocare con lei, la sua mente il suo corpo.

<<Avevi detto che non mi avresti costretta.>>

Si tolse il cappello e la giacca, e le scoprì il collo strappando il girocollo che aveva indossato apposta per coprirlo.

Eve aveva la pelle d'oca, quando quelle mani gelide la toccarono. <<Quindi è così, la tua parola non vale nulla.>>

<<Se diventerai il mio famiglio ti lascerò andare questa volta...>>

<<Non erano questi gli accordi!>>

<<Pronuncia il giuramento.>>

<<No.>>

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