Si era addormentata vicino al camino sul pavimento, fino al tardo pomeriggio. Per sentirsi meglio, si prese cura di sé iniziando da una lunga doccia.
Si affrettò ad andare nel box doccia, fece un casino con i pulsanti voleva acqua calda ma non riusciva a regolarlo bene, a casa sua scaldava l'acqua nel suo fornellino. Dopo un po' di tentativi riuscì ad avere una temperatura accettabile. Notò lavandosi che le era rimasto sangue tra le gambe, si lasciò sfuggire una serie d'imprecazioni colorite.
Dopo aver finito ed essersi avvolta nell'asciugamano notò che era un po' dimagrita, non andava bene. Aveva saltato alcuni pasti, doveva smetterla. Stava meglio, quando quasi moriva di fame nella città fortificata. Si asciugò, sistemò i capelli e indossò vestiti comodi.
Era ora di fare colazione/merenda, ma sentendo qualcuno sospirare in una delle camere degli ospiti, andò a controllare, trovando Krystal che si stava svegliando, che diavolo ci faceva lei ancora lì? Sospirò esasperata, anche Kathrine era rimasta non era entusiasta del suo soggiorno lì.
<<Buongiorno, Eve.>> salutò allegra e sorridente.
<<Ciao.>> Detto questo tornò in cucina. I domestici le portarono una ricca colazione a base di dolci e cioccolata calda. Si abbuffò come se non ci fosse un domani, poco dopo il famiglio il raggiunse e si sedette di fronte a lei.
Aveva numerosi segni violacei sul collo, nascosti grossolanamente dai capelli, lei notò di essere osservata e arrossì sorridendo imbarazzata.
<<Ho una domanda da farti.>> Iniziò il discorso Eve molto seria.
<<Dimmi.>>
<<Hai cominciato a essere così devota e innamorata di Kathrine da sempre o dopo il giuramento?>>
<<Io l'ho sempre amata, dopo il giuramento non cambia nessun sentimento.>>
<<Quindi non è il giuramento ad averti resa così attaccata a lei.>>
<<Assolutamente no, ma quando lei non c'è sento un vuoto, siamo legate adesso e sarò sempre dipendente da lei.>>
<<Ho capito, grazie per avermi spiegato tutto.>>
Era sollevata, ma non ne voleva sapere più niente. Non voleva essere dipendente da nessuno.
<<Non ti preoccupare, non è male sai?>>
<<Non voglio che succeda>> sibilò a denti stretti. <<Ma siccome non posso impedirlo...>> Batté il pugno sul tavolo spaventando Krystal e si prese la testa tra le mani.
<<Ti invidio un po'>> sussurrò la bionda.
Eve la guardò con gli occhi carichi di sarcasmo.
<<Davvero, sei così forte, famosa e importante. Ti ammiro tantissimo, sei come un eroe.>>
<<Sono tutt'altro che un eroe, loro non falliscono. E l'unica che ho provato a salvare è morta.>>
E il ragazzo di quella notte forse era stato catturato. Si spostarono sul divano e parlarono a lungo.
<<Raccontami della tua vita prima di Kathrine.>>
<<Sono la figlia di due HW, i miei genitori lavoravano per lei, e quando nacqui e crebbi anch'io, fin quando non compii diciassette anni, da allora mi volle come famiglio. All'inizio ero molto spaventata e nonostante provassi una grande considerazione per lei, ne ero allo stesso tempo terrorizzata. Poi scoprii che non era come immaginavo, adesso ci amiamo e stiamo bene insieme.>>
<<Non esiste amore tra preda e predatore... secondo me>> rispose freddamente. <<Solo sfruttamento e sottomissione.>>
<<Tu invece?>>
<<I miei genitori li ho abbandonati perché ero una ribelle che voleva essere indipendente. Suonavo il violino per le strade della mia città durante il giorno per guadagnarmi da vivere. Durante la notte mi chiudevo in casa, con la paura nel cuore. Ogni singola notte pensavo, verranno a prendermi e farò una brutta fine, per tanti, troppi anni. Poi ci sono riusciti ed eccomi qui. Scrivevo sempre delle lettere ai miei genitori, avrei dovuto almeno salutarli.>> Non disse nulla dei cacciatori, non si fidava di lei, avrebbe detto qualsiasi cosa a Kathrine.
Parlarono ancora finché non sentirono il suono degli ascensori che si aprivano. Krystal sorrise radiosa e corse verso la mistress nell'altra stanza. Eve invece rimase dov'era.
<<Dov'è Eve?>> le chiese Val.
<<È in salotto, stavamo parlando...>>
Eve se ne tornò in camera già le giravano, per l'imminente conversazione con il vampiro. Le era salita una tale rabbia ripensando alla sua vita, e si stava svegliando in lei la voglia di rompere qualcosa o picchiare qualcuno, sentiva il bisogno di sfogarsi.
Valentine varcò la soglia ed Eve gli saltò addosso e iniziò a prenderlo a pugni, il vampiro inizialmente sorpreso iniziò a schivarli e allora Eve ruppe una sedia e cercò d'impalarlo numerose volte accompagnando i colpi con grida e grugniti, poco elegante ma necessario come slancio. Era davvero furiosa e voleva distruggerlo, distruggerli tutti!
Valentine le colpì il polso facendo cadere l'arma, le bloccò le braccia e la bloccò contro di sé, la ragazza aveva il fiatone e faceva profondi respiri per recuperare.
<<Ti sei calmata adesso?>> le disse all'orecchio.
Eve si agitò ancora con la conseguenza delle braccia che strinsero di più.
<<A quanto pare, no.>>
<<Lasciami>> disse a denti stretti.
<<Solo quando scemerà il tuo istinto omicida.>>
<<Mai>> urlò.
Continuò a parlarle all'orecchio. <<Sono stato molto paziente nel corso del tuo breve soggiorno qui, ma ti assicuro che le cose potrebbero andare molto peggio di così.>>
Eve si calmò e finalmente si fermò.
<<Ehi, fratellino. Ti va se andiamo a ballare? Oggi apre una nuova discoteca molto esclusiva. Oh, vedo che siete occupati.>> Kathrine li guardò maliziosamente.
<<Tranquilla è solo Eve che cerca di uccidermi.>>
Lei ridacchiò. <<Oh, che carina. Allora ci stai?>>
<<Non questa volta, ho da fare. Ma potresti andare con Eve, ha bisogno di svagarsi un po', vero cara?>>
Eve sbuffò, ma accettò, almeno stava lontana da lui.
N/A
Salve a tutti, prima di tutto volevo ringraziare per tutti i voti e i commenti, mi spronate a scrivere.
Spero vi piaccia anche questo capitolo, alla prossima.Un abbraccio.
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