65. A heart for a heart

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Eve rimase attaccata alle catene e indifesa, provò a lungo a liberarsi senza riuscirci. Si fermò perché volle recuperare un po', il dolore martellante alla testa era tornato, con tutto quello sforzo.

Quando sentì l'ascensore aprirsi e il suono di passi pesanti avvicinarsi, Eve cadde nella paura più totale. L'intruso era Rhys, con una lunga e tagliente spada, la vampira capì che era finita.
Alzò la testa con fierezza anche se nel profondo, aveva paura e tremava come una foglia.

Con sua sorpresa lui la liberò e le tese la spada. <<Sai cosa devi fare.>>

Eve si richiuse la camicia, i pantaloni e scosse la testa. <<Non sono abbastanza forte.>>

<<Ho visto quello che hai fatto durante il consiglio. Ho guardato il video dalle telecamere nascoste una ventina di volte, non riuscivo a credere ai miei occhi. Tu sei abbastanza forte.>>

<<Ho bisogno di un momento.>> Eve si lasciò cadere a terra e poggiò la schiena alla pietra fredda.

<<Non abbiamo tanto tempo Eve, se non lo uccidi ora, arriveranno rinforzi e verremo sopraffatti. Ma se tu ci aiuti Hydro cadrà con lui e gli altri si arrenderanno.>>

Eve prese la spada e la osservò. <<Ho passato tutta la mia vita a scappare e nascondermi, non posso farlo anche adesso. Nonostante abbia aspettato questo momento per tanto tempo, ora sono terrorizzata.>>

<<È normale, ma so che ce la farai.>> Rhys le diede un'amichevole pacca sulle spalle e la aiutò ad alzarsi.

<<Quell'attacco mi è costato tutte le energie.>>

<<Marcus mi ha detto di darti questa.>>

Le diede una sacca di sangue. Eve pensava già a quando l'avrebbe vomitato, ma valeva la pena tentare. Bevve e aspettò un momento, quando capì che non lo avrebbe rigettato, bevve ancora fino a finire le sacche.

<<Diciassettesimo piano. Non esitare, pensa a tutte quello che ci ha fatto.>>

Eve annuì mentre si dirigevano verso l'ascensore. <<Come mai avete deciso di attaccare?>>

<<Abbiamo visto te che facevi fuori i vampiri più importanti della nazione e abbiamo deciso di aiutarti a finire questa storia una volta per tutte, abbiamo operato in silenzio in attesa del momento giusto.>>

Il cacciatore schiacciò il pulsante.
Per il resto del breve viaggio rimasero in silenzio. Poco prima che le porte si aprissero Rhys l'avvertì.

<<Lo scontro è impressionante, ma tutti i cacciatori ti proteggeranno. Valentine è tutto tuo.>>

Eve si buttò subito nella mischia. Saltò i cadaveri dei cacciatori, mentre Rhys le gridava di concentrarsi. Lei per un attimo si perse a vedere tutto quel sangue, ma si impose di continuare.

Continuò ad andare verso Val, lui combatteva da solo e uccideva cacciatori, incubus e vampiri senza pietà e con grande agilità.

Quando si accorsero della presenza di Eve si allontanarono dall'imperatore.
Anche lui si accorse della sua presenza e con un sorriso beffardo gridò ai suoi combattenti. <<Non attaccatela, lei è mia.>>

Le andò incontro a braccia aperte e insanguinate, aveva in pugno anche lui una spada. <<L'amichetto cacciatore ti ha liberata. Che premuroso...>> Lanciò un'occhiata di traverso a Rhys e un sorriso sardonico.

<<È il momento giusto Eve, devi farlo...>> Rhys la incoraggiò.

<<Lo so che non vuoi tradirmi Eve.>> Val si fece serio improvvisamente. <<Combatti al mio fianco contro questi traditori e usurpatori.>>

La vampira si girò verso il cacciatore.

<<Mi dispiace, cacciatore, ma devo combattere dalla sua parte.>>

Lui la guardò incredulo e cercò di farla ragionare.

<<Non dirai sul serio...>>

Eve andò verso Valentine senza guardarlo negli occhi.

Lui le sorrise. <<Sapevo che avresti fatto la scelta giusta, darling.>> Lui le tese la mano ed Eve la prese. Venne attirata verso il suo corpo e abbracciata. Il vampiro aveva le labbra contro la sua fronte.

<<Sì, Valentine ho fatto la scelta giusta>> sussurrò.

Eve alzò la spada e lo trafisse. Lei e Valentine si guardavano dritti negli occhi. Lui era immobile.

Tutti erano immobili, lo scontro si era fermato, gli uomini di Val non combattevano più.

Eve non capiva. Lo aveva ucciso? Non lo aveva ucciso?

Venne attraversata da mille dubbi. Lui non aveva niente e la sua espressione era indecifrabile. Poi cadde in ginocchio, seguito da Eve che aveva ancora la spada stretta tra le mani, il sangue iniziò a sgorgare e sporcarli entrambi. La ferita non stava guarendo, ma lui non moriva. Valentine la abbracciò trafiggendo ancora di più se stesso fino a trapassarsi da parte a parte.

Eve scoppiò in lacrime.

<<Non piangere>> le disse Val con la voce a malapena udibile. <<Poteva finire solo in questo modo... Oh, Eve. Sapevo che saresti stata la mia fine. Avremmo potuto vivere in grande amore... Invece non abbiamo fatto altro che distruggerci a vicenda...>> La voce era intrisa di tristezza.

Le accarezzò il viso con le mani insanguinate creando linee scarlatte, e con le ultime forze le diede un bacio casto, poi sparì tra polvere e scintille.

<<Occhio per occhio, cuore per cuore>> bisbigliò. Eve era scioccata, non capiva che cosa aveva voluto dire con quella frase. Rimase lì bloccata nella posizione in cui era senza muoversi.

Pensava di sentirsi bene dopo averlo ucciso, che avrebbe festeggiato, che sarebbe stata finalmente felice. Invece stava malissimo e non sapeva perché.

Le mani le tremavano incontrollabilmente e le sembrava di morire a sua volta. Forse era sotto shock. Probabilmente era quello.
A fatica si rialzò, mentre gli uomini di Val cominciavano a gettare le armi e inchinarsi al suo cospetto.

Il suo primo ordine fu. <<Uscite per favore ho bisogno di stare sola.>>

Tutti la lasciarono, vampiri, incubus e cacciatori.
Cadde in una spirale di pensieri sconnessi. Aveva odiato con tutti il cuore Valentine, ma era incredibilmente triste. Non sapeva perché sentiva questo vuoto dentro di sé. Si sentiva senza scopo forse, nessuno l'aveva desiderata come Val aveva fatto, nessuno aveva combattuto per averla come aveva fatto lui. Ed era stato lui a tirarla fuori dalla miseria, ma aveva fatto troppi danni, l'aveva torturata, aveva schiacciato troppe persone durante il suo cammino. Aveva fatto bene da ucciderlo, la nazione avrebbe smesso di soffrire.

Le rimbombò intesta la frase di Val.
Avremmo potuto vivere un grande amore, ma non abbiamo fatto altro che distruggerci.

Sì avrebbero potuto.

Se gli umani non avessero vissuto in quell'incubo dominato dai vampiri.

Se lei non avesse disprezzato lui e la sua natura.

Se lui non fosse stato un assassino. Un pazzo. Un imperatore violento che aveva schiacciato tutto e tutti.

Se non l'avesse torturata.

Se non avesse aspirato a piegarla alla sua volontà per il suo divertimento.

Se avessero vissuto in un mondo diverso da quello che Valentine stesso aveva costruito.

Sarebbe stato impossibile una fine diversa, Valentine aveva ragione anche su questo.

Cominciò a ridere a crepapelle fino alle lacrime, sdraiata sul pavimento su un fianco, in mezzo a tutti quei corpi, sembrava pazza.

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