61. The first one

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Eve si sentiva strana, più Valentine si avvicinava più lei lo sentiva. Lui passò il pollice sulle sue labbra, lentamente, e lei sentiva già quel miscuglio di desiderio e disgusto nei suoi confronti, ma ovviamente, dopo tutto quello che era successo, prevalse il disgusto.

<<La mia Eve...>> sussurrò.

Lei oltre a essere rigida come un pezzo legno non ebbe reazioni. Valentine spostò le dita attorno al collo della vampira, leggermente. Un avvertimento non una minaccia.

<<Il trofeo è tornato sotto la sua teca di vetro.>>

Eve si sentì bruciare dalla rabbia, ma ingoiò la sua risposta.

<<Lo so che questa situazione non ti piace>> sussurrò guardandola dritto negli occhi. <<Posso leggere dritto nella tua anima.>>

Eve si sentiva nuda anche se aveva tutti i vestiti addosso, sotto quello sguardo penetrante.

<<Ma, dovevo riaverti qui, non perché hai una qualche sorta d'importanza.>> Alzò gli occhi al cielo sbuffando. <<Ma perché le cose che mi appartengono, devono stare al loro posto, capisci? Eve, la speranza per gli umani e incubus, di nuovo sotto il mio controllo. Ristabilire l'ordine e il mio potere.>>

La vampira scosse la testa. <<Non è giusto, dopo tutto il mio duro lavoro e i miei sacrifici...>> Sentiva gli occhi bruciare, ma non si permise di piangere. <<Ho bisogno di parlare con Thanatos.>>

<<Non cambierai la situazione, e se fuggirai, salta l'accordo. Dovrai apparire pubblicamente con me e scusarti per aver tradito me, la nazione, e i vampiri, o Zyra verrà di nuovo rasa al suolo, e verranno tolte le libertà a tutti gli umani intesi?>>

Eve annuì e Valentine la lasciò andare. Odiava tornare a essere sotto il suo controllo, e dover obbedirgli, doveva ucciderlo e tornare nella sua città.  
Uscì quasi correndo e andò a sbattere contro il nuovo famiglio di Val, la bambolina. <<Oddio tu sei Eve che piacere conoscerti, io sono Rebecca, ma poi chiamarmi Becky, come sei bella, vorrei essere anche io un vampiro...>>

<<Il piacere è mio. Scusa, ma devo andare>> disse Eve sbrigativa prima di lasciare il grattacielo e catapultarsi a tutta velocità da Thanatos.

Entrò nello studio nel bel mezzo di una riunione e con un calcio fece rovesciare il tavolo.

Tutti la fissarono esterrefatti, tutti tranne il creatore.

<<Ripeto, so perché hai fatto tutto questo.>> ringhiò Eve.

<<Lasciateci.>>

Quando l'ultimo vampiro chiuse la porta Eve proseguì.

<<Il tuo piano è fallito, perché tu sei un fallimento.>> Eve sorrise malevola. <<Mi hai tolto la cosa che più volevo, la libertà, ma tesoro nemmeno tu avrai ciò che vuoi. So che potrei essere in grado di ucciderti, ed è per questo che rifiuti di completare il rituale. Come io non avrò ciò che voglio non lo avrai nemmeno tu. Addio stronzo.>> Si diresse verso la porta.

<<Aspetta.>>

Lei si fermò e lo guardò da sopra la spalla.

<<Vuoi almeno sentire la mia storia? La mia vera storia.>>

<<Che cosa cambierebbe?>>

<<Non lo so, ma voglio almeno dirti una verità tra tutte queste bugie. Meriti di sapere almeno il perché.>>

<<Non cambierà la mia idea, non ti ucciderò vivrai e soffrirai come me.>>

<<Inizierò con una domanda.>>

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