21. Symphony

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Passarono quasi tutto il giorno insieme, Charles le fece vedere i suoi posti preferiti, dove facevano il cibo migliore, i parchi e le rovine d'importanti monumenti, fotografandola ogni tanto. Alla fine arrivarono in quella che sembrava una cattedrale gotica con due grandi e alte torri a serrarla in marmo scuro e gargoyle minacciosi in pietra intorno e l'entrata ad arco a sesto acuto.

<<Hai una strana passione per i luoghi inquietanti e solitari.>>

Entrarono all'interno che aveva il soffitto altissimo costituito da archi con affreschi scrostati con rifiniture dorate e sotto dei quadri alcuni quadri sparsi per le pareti.

Le panche erano distribuite disordinatamente lungo la navata e l'altare era pieno di candelabri a terra, drappi di velluto rosso, e candele nere.

<<Era un tempio usato dai vampiri per celebrare unioni con i famigli, ma ora ne hanno costruiti di più grandi e più belli e questo è stato abbandonato.>>
Si sedettero sulle scale prima dell'altare. <<Non ci viene mai nessuno perché hanno paura. Io amo la solitudine, è un posto perfetto per riflettere.>>

Eve guardò attentamente Charles era la persona che le stava prendendo la mano e aiutando a uscire dall'oscurità, col suo fare un po' timido e la dolcezza innata.

<<Perché fai tutto questo per me?>> chiese esitante.

<<Non ho potuto salvare la mia famiglia e amici che hanno preso con me, e questo mi distrugge. Se posso aiutare anche una singola persona, ci metterò tutto me stesso.>>

La ragazza non se la sentiva di chiedergli approfondimenti sulla loro fine, non voleva essere troppo invadente e capiva anche come si sentiva, anche lei avrebbe voluto aiutare, ma non ne aveva il potere. Gli cinse le spalle. <<Beh, grazie di cuore Charles.>> Gli diede un bacio sulla guancia.

Charles gli sorrise e sbadigliò.

<<Forse è meglio se vai a riposare, sta notte devi lavorare...>>

<<No, no preferisco rimanere qui con te.>>

Eve lo fece almeno sdraiare e gli fu accanto in modo che potessero ammirare gli affreschi, rappresentavano la guerra tra vampiri e altre creature non identificate da Eve tra cui umani, incubus, e forse angeli nel cielo oscuro con tocchi di rosso e viola. E Val era rappresentato sia negli affreschi che in uno dei quadri, si puliva il sangue dalla bocca...

<<E poi il mio lavoro è diventato meno faticoso, sai?>>

<<Ah sì?>>

<<Mi hanno sentito cantare a una festa, e ora giro a suonare in vari eventi invece e non faccio più il cameriere. In più sono tra le grazie di una vampira per cui suono e canto quasi sempre, mi paga moltissimo e mi vorrebbe come famiglio, ma fortunatamente sono classificato come HW e non è abbastanza potente da cambiare la mia posizione. È così che mi sono potuto permettere la macchina fotografica.>>

Eve sospirò di sollievo ed esclamò con entusiasmo: <<Anch'io suono e canto!Che strumento suoni?>>

<<Chitarra, batteria, piano e violoncello. Provengo da una famiglia di musicisti, tu?>>

Alla ragazza s'illuminano gli occhi e divenne quasi euforica era un sogno che si realizzava. <<Io... Io il violino...>> Il cuore batteva velocissimo. <<Allora, ho trovato tempo fa, il testo di una canzone che non ho mai sentito, mi sono sempre chiesta com'era stato sentirla ma era senza spartito, ti va d'inventarlo con me? Sempre che non sia un problema...>>

<<Certamente!>> rispose con altrettanto entusiasmo.

Eve lo abbracciò ci teneva così tanto, che quasi pianse di gioia, quasi, e si staccò subito. <<Suonavo e cantavo per strada per avere qualche spicciolo quando non avevo incontri di boxe. Sarà bellissimo Charles.>>

***

Charles la riportò a casa e se ne andò velocemente a malincuore. Quando Eve riuscì a cancellare il sorriso da ebete, la prima cosa a cui pensò quando tornò a casa era a come compiacere Valentine in modo che non sospettasse nulla.

"Non parlare a Val di questo telefono e questi messaggi. Oppure svelerò il tuo segreto."

"Chi sei?" gli scrisse di nuovo senza ricevere risposte. Lasciò il cellulare da qualche parte senza pensarci più.

Dopo una lunga doccia, un paio di bicchieri di alcool e una sigaretta, indossò una camicia da notte che la faceva sembrare un angelo, in pizzo quasi trasparente senza niente sotto, si fece i boccoli ai capelli castani e si trucco leggermente.

Uscita dalla stanza lo trovo seduto rivolto verso la vetrata ad ascoltare musica classica, era vestito con lo smoking senza il cappello che aveva di solito, che nascondeva gli occhi.

Eve pensò a lungo a cosa fare. D'istinto camminò verso di lui si sedette ai suoi piedi e strofinò un lato del viso contro i pantaloni di tessuto pregiato, come i gatti. <<Bentornato master.>>
Sperò che quella notte non la mordesse, ma allo stesso tempo lo desiderava ardentemente, quel braccialetto non funzionava bene! Oppure si trattava di desiderio reale. Non poteva essere, no, no, no. Non dopo tutto quello che le aveva fatto.

<<Sono venuto solo a salutarti darling, ho degli affari da sbrigare. Ci metterò pochissimo, tornerò prima che il sole sorga.>>

Eve appoggiò il mento sul suo ginocchio e sbatté velocemente le ciglia senza guardarlo negli occhi, ma le labbra. <<Cosa devi fare?>>

Inclinò la testa. <<Semplici affari...>>

<<Affari loschi?>> Eve alzò il sopracciglio con un sorriso sbarazzino.

<<Sì un po' di ostacoli da eliminare.>>

Eve la vide come l'occasione per poter rovinare i suoi piani. <<Posso venire con te?>> chiese dolcemente.

<<Non è un ambiente per te... E poi sei debole per vai dei morsi. Stanotte rimarrai qui con Mark>> l'ammonì.

<<Ero una "cacciatrice" prima di venire ad abitare con te, sono bravissima a eliminare ostacoli... Non sei curioso di vedermi all'azione?>>

<<Ma non lo sei stata abbastanza e ora sei qui.>>

Eve mise il broncio con lo sguardo abbassato.

<<Non si trattava di vampiri, darling>> sbuffò.

<<Mettimi alla prova...>>

Valentine ci pensò su, per un momento. <<Se qualcosa va storto mi proteggerai tu, sei il più potente, il sovrano di Hydro, no?>> sussurrò melliflua.

Non c'era modo più facile di convincere qualcuno che lusingarlo.

Val ci pensò su. <<Penso che non ti farebbe male venire con me, ma devi obbedire a ogni mio ordine in modo immediato, chiaro?>>

Eve annuì energicamente.

Eve vedeva che era sospettoso, e quindi gli salì addosso e lo baciò lentamente, facendo danzare insieme le loro lingue a un ritmo lento straziante. Il desiderio del master cresceva lentamente in modo incontrollato. Val non era una persona paziente e nemmeno controllata, cercava di non cedere ai suoi bassi istinti anche se risultava arduo. Le passò le mani sul corpo attraverso la stoffa sottile partendo dalle natiche fino alla vita. Eve gli circondò il collo con le braccia tenendosi stretta a lui, ma venne scostata delicatamente. Preferiva pensare prima a come mantenere il suo impero, e poi al proprio piacere.

<<Non distrarmi, dobbiamo andare e non sei ancora vestita.>>

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